Giovedì, 7 Marzo, 2024

Il Millennio Trafugato.

il-ladro-del-tempo-1.jpg

Vorrei fare alcune premesse.
La prima riguarda la constatazione che una buona parte delle “credenze” che ho assimilato dalla nascita si sono rivelate fallaci e mendaci.
Questo fatto ha avuto come conseguenza la messa in discussione di tutto quanto avevo appreso e che ho sempre dato per scontato, perché se si è rivelato falso un solo concetto, come dare per scontati tutti gli altri?
Oltretutto ho avuto dimostrazione del fatto che molte delle cose apprese nel corso degli anni sono state manipolate ad arte, altre cose sono state opportunamente celate ed altre si sono rivelate del tutto infondate.
Quando quindi ho incontrato le teorie del matematico e fisico russo Anatolij Timofeevič Fomenko, famoso per la stesura di diversi trattati di geometria e matematica topografica, professore all’Università statale di Mosca, e famoso per essere autore della teoria nota come nuova cronologia, inizialmente ne sono rimasto molto sorpreso, poiché andavano a mettere in discussione l’intero ciclo storico umano, e poi notevolmente incuriosito.
In effetti se si leggono i testi da lui pubblicati molte cose, anzi direi proprio tutte, appaiono molto diverse da quelle comunemente apprese in età scolastica.
L’analisi degli avvenimenti della storia da lui esaminati ha mostrato notevoli incongruenze, inesattezze e collocazioni fuori da un contesto preciso temporale. Cioè tali fatti a cui si fa riferimento non risulterebbero accaduti nelle date riportate nelle cronologie storiche.
Come Fomenko è giunto a tale conclusione?
Semplicemente effettuando una simulazione computerizzate nel tempo delle varie cronache utilizzando il ciclo delle eclissi, il movimento nel cielo dello zodiaco e quello del calendario lunare, che dimostrerebbe una sostanziale incompatibilità tra gli eventi accaduti e quello che risulterebbe dalle configurazioni celesti ed osservazioni astronomiche accomunate a tali eventi.
Avendo dimostrato da un punto di vista matematico tale incompatibilità è riuscito a stabilire che tutti gli eventi riportati nella storia dell’umanità in verità si sono succeduti solo nell’arco dell’ultimo migliaio di anni.
Allora ha proceduto ad uno studio statistico degli eventi delle cronache storiche per trovare tra tutti gli eventi storici, avendo anche notato che la gran parte di questi si ripeteva in modo sostanzialmente identico con lo stesso numero di attori con però nomi e luoghi diversi in tutte le epoche storiche prese ad esame, quelli che pensava si fossero ripetuti.
Quello che emerse in modo sconcertante fu che vi fosse stato un rimaneggiamento di tutto quanto accaduto.
Si erano presi cioè gli avvenimenti accaduti in circa otto, novecento anni e li si erano espansi in circa due millenni, facendo in modo di ripetere in maniera esatta quanto accaduto più volte, cambiando loro contesto geografico, storico e familiare di appartenenza.
Non solo, gli avvenimenti più remoti erano collocati in tempi ancora più datati di migliaia di anni, come accaduto nell’ascesa della cultura egizia artefattamente collocata in migliaia di anni fa, quando invece avvenuti in epoche molto più recenti.
In verità, da quello che ho potuto capire dalla lettura dei testi di Fomenko tradotti in lingua italiana, questa teoria risulta essere più complessa, nel senso che attraverso appunto uno studio sistematico statistico e matematico si è potuti risalire ad una cronologia esatta degli accadimenti storici, come riportato in tali testi, e contestualmente anche ai vari doppioni degli accadimenti riportati dalla cronologia ufficialmente accettata.
Questo veramente molto in somma sintesi quanto espresso da tali teorie.
Tali testi per chi ne fosse interessato, sono pubblicamente disponibili in lingua italiana e facilmente reperibili su web.
Fatto questo debito inciso per spiegare i fondamenti di tale nuova cronologia, vorrei ora esaminare alcune questioni.
Allo scopo si dovrebbe partire da quella che costituisce una branchia fondamentale delle scienze storiche che prende il nome di storiografia.
“La storiografia è una disciplina scientifica che si occupa della descrizione della storia e comprende tutte le forme di interpretazione, di trattazione e trasmissione di fatti e accadimenti della vita degli individui e delle società del passato storico. Con il termine storiografia si indicano anche tutte le opere storiche relative a uno specifico periodo o che si riferiscono a un definito argomento o scritte in osservanza a un determinato metodo.” come riportato anche da wikipedia.
La storiografia, purtroppo, non fa quasi più parte delle materie di studio delle classi scolastiche superiori, invece ne era parte integrante sino ad una ventina di anni fa.
Questa è una branchia dello studio della storia che mi ha sempre attirato e affascinato ed ho avuto proprio la fortuna, durante la mia frequentazione delle scuole medie superiori, di avere un insegnante particolarmente attenta propria allo studio di questa materia.
Perché risulta essere così importante?
Perché proprio grazie allo studio sopratutto dei testi diretti disponibili che riportano le cronache di un periodo storico si può risalire alle dinamiche della società di allora, degli accadimenti e delle evoluzioni nei periodi successivi. Lo studio dei testi originali è una fonte spesso incontrovertibile di ciò che è accaduto.
Fatto questo inciso, torniamo ora alle conseguenze introdotte dalla teoria di Fomenko.
Se tali teorie risultassero esatte, questo implicherebbe che in epoca recente sia stata effettuata una manipolazione profonda di tutto ciò accaduto nella storia umana.
In effetti a ben pensarci è sempre stato così.
Noi possiamo essere a conoscenza dei vari fatti succedutosi solo grazie alle conoscenze arrivateci dai documenti reperiti delle varie epoche.
La cosa che più risulta evidente è però la quasi totale mancanza di reperti in forma scritta del periodo antecedente l’anno mille.
Questa cosa è sempre stata giustificata dalla fragilità dei materiali sui quali tali opere erano state scritte.
Quasi tutto lo scibile di conoscenza arrivato sino ad oggi ci è pervenuto grazie alla copia e riscrittura effettuata da monaci cristiani in vari monasteri che ha permesso giungessero sino a noi le opere dell’antica Grecia di Platone, Socrate, Anassimandro, e poi ancora dopo del periodo romano di Plutarco, Andronico, Nevio, Seneca, Cicerone e così via.
Un’altra giustificazione importante è stata quella della distruzione avvenuta in varie epoche storiche delle immense biblioteche della classicità, come quella più famosa di Alessandria di Egitto.
Questa cosa mi è sempre apparsa come quantomeno strana, poiché invece molti reperti storici, risalenti ad epoche assai più remote ci sono comunque giunti, magari in frammenti o molto logorati e fragili.
Però ho sempre ritenuto probabile che fosse stato operato un rimaneggiamento dei testi classici da parte della comunità ecclesiastica cristiana assoggettando le varie opere a quel tipo di mentalità, di convenienza e credo religioso piuttosto che ad operare una trascrizione letterale di quanto era stato scritto. Distruggendo od occultando opportunamente di conseguenza tutto quanto non si conformasse a tali canoni.
La prospettiva di Fomenko getta tutto però in una nuova prospettiva.
In tale visione si ritiene che questo grande reset storico sia avvenuto trai i primi anni del 1700 ed i primi del 1800. E’ poi proseguito ancora per diverso tempo operando un ulteriore fine pulizia sin oltre il 1850.
Che vi siano stati rimaneggiamenti, occultamenti e riscritture è comunque evidente, operazioni sopratutto coincidenti con la fine di grandi eventi di conflitto armato.
A partire dal XVI-XVII secolo d.C., si cominciò ad assumere una definita cronologia della storia antica, quella poi chiamata “cronologia scaligeriana”.
Fu grazie al lavoro di G. Scaligero e subito dopo a quello di D. Petavio, che la storia assunse lo svolgimento che oggi attribuiamo come definito, ma che in verità avvenne con una metodologia molto condizionata dalla visione rinascimentale predominante in tale periodo storico.
Ma quindi che avvenne secondo la teoria di Fomenko?
Lo snodo cruciale che ha determinato lo stravolgimento storico dell’uomo avvenne nel 1776.
In tale anno venne scritta ad opera di Thomas Jefferson, la Dichiarazione d’Indipendenza Americana.
Il 4 luglio 1776, il Congresso degli Stati Uniti approvò la Dichiarazione di Indipendenza.
Se si pone l’attenzione all’altro lato dello stemma degli Stati Uniti d’America, si vedrà la famosa piramide su cui è posato l’occhio che tutto vede e in basso a scritta “Novus Ordo Seclorum” che in questa nuova visione di riscrittura della storia assume il significato di Nuovo Ordinamento dei Secoli.
Secondo la nuova riscrittura degli avvenimenti storici tale anno decretò la fine definitiva di un impero, quello dell’Orda o meglio quello associato all’Impero della Grande Tartaria, contro cui si schierò quello del nuovo ordine mondiale di allora, capeggiato dalla famiglia russa dei Romanov.
Fu preciso e puntiglioso compito di tali vincitori cancellare completamente la memoria del vecchio impero sin nei suoi più remoti possedimenti, relegando all’oblio ogni fatto, ogni avvenimento facente parte del vecchio impero.
Questo comportò la totale riscrittura non solo degli avvenimenti, ma anche di ogni testo che facesse a questi riferimento, riscrivendo un’intera cultura ed ogni più minuto particolare.
Confesso che tale visione ha aspetti intriganti e di sicuro alcuni di questi sono veri e propri fatti, sopratutto quelli relativi alla datazione in relazione alle eclissi ed alle collocazioni zodiacali sulla volta celeste dei vari avvenimenti.
Inoltre vi sono vari studi portati avanti da alcuni ricercatori che prospettano sicuramente una diversa collocazione temporale storica di molte popolazioni.
Mi riferisco in particolar modo alle ricerche svolte da Sara Gamberoni, la cui tesi di laurea verteva proprio su alcuni aspetti inspiegabili secondo la cronologia storica tradizionale.
Vi sono sostanzialmente due colonne cardine per la datazione di un sito archeologico.
Uno è quello relativo alla stratificazione, l’altro è quello alla datazione al radiocarbonio dei reperti o del materiale proveniente da tale sito.
Partiamo dal primo.
E’ comunemente accettato che nel corso dei secoli si abbiano stratificazioni diverse del terreno pertinenti ad epoche diverse.
Per cui in un sito ben definito lo strato stratigrafico relativo a quel sito è uniforme a tutta quanta la sua estensione in un determinato periodo storico. Tale strato viene definito come piano di calpestio, proprio per stare a significare che è relativo a quella porzione di terreno soggetta ad essere calpestata ed utilizzata dalla popolazione lì residente.
Di conseguenza se prendiamo ad esempio alcune regioni italiane adriatiche mi aspetterei esistesse che so, un primo strato di calpestio relativo all’epoca etrusca, poi uno ad un’epoca successiva romana, poi ancora uno medioevale e poi ancora uno rinascimentale e così via sino ai nostri giorni.
Quello che però la Gamberoni ha rilevato nel territorio della città di Ferrara nello studio per la sua tesi di laurea è stato estremamente contraddittorio ed incongruente.
Difatti dall’esame dei vari piani di calpestio è emerso che quello etrusco fosse contemporaneo a quello romano e medioevale.
Ora può essere plausibile che due piani collocati temporalmente abbastanza vicini abbiano la medesima collocazione spaziale, ma risulta del tutto ingiustificabile come ad esempio quello etrusco possa coesistere con quello medioevale.
Invece in una prospettiva come quella definita dal ricercatore matematico Fomenko il tutto assume una perfetta collocazione.
L’altra colonna portante dicevamo è costituita dalla datazione al radiocarbonio.
La teoria su cui si basa è abbastanza semplice.
Il carbonio ha un peso atomico pari a 12. Questo perché costituito da un nucleo con 6 protoni e 6 neutroni.
Dell’atomo del carbonio esistono altre composizioni, alcune delle quali radioattive, chiamate isotopi del carbonio. Quella che a noi interessa è quella denominato C14 perché costituita da 6 protoni ed 8 neutroni.
Tali atomi vengono per lo più formati a causa dell’iterazione in alta atmosfera del carbonio comune con i raggi cosmici che trasportano neutroni. Accade di conseguenza che alcuni neutroni scontrandosi con l’anidride carbonica od anche singoli atomi di carbonio vengano inglobati all’interno del nucleo formando appunto tale isotopo del carbonio, il C14.
Tale isotopo risulta però instabile, cioè con il tempo tende a tornare alla sua forma originale emettendo nel frattempo radiazioni e quindi perdendo i due neutroni in più. Perché tale fenomeno accada occorre un tempo molto preciso.
Se quindi prendiamo un campione d’aria questo conterrà un certo numero di atomi di carbonio 14, trascorso un tempo determinato ne conterrà una certa quantità inferiore, trascorso ancora un po’ di tempo ne conterrà ancora meno e così via sino a che tutto il C14 sarà convertito in carbonio normale.
Se si riflette sulla cosa questo potrebbe essere un metodo perfetto per determinare l’età o di un campione d’aria o di un materiale che abbia intrappolato al suo interno un campione d’aria al momento della sua formazione, come ad esempio un vaso di terracotta o porcellana.
E così è stato fatto per determinare con una discreta precisione la datazione di molti reperti archeologici.
E proprio qui sta il problema principale.
Sebbene sulla carta questo possa essere in linea teorica un ottimo metodo per stabilire l’età di un reperto archeologico, nella pratica si scontra con una realtà ben diversa.
Innanzitutto perché non può essere stabilita con assoluta certezza la quantità di carbonio, e quindi la sua percentuale di C14, nell’aria in un determinato periodo storico.
Basti pensare proprio al periodo attuale in cui le unità per centimetro cubico di carbonio sono superiori a quelle di una decina di anni fa per la presenza maggiore di anidride carbonica.
Ma non esiste solo questo fattore. Tali percentuali in rapporto al resto dell’atmosfera possono cambiare per mille fattori diversi.
Un’eruzione vulcanica ad esempio. Oppure tali variazioni possono essere avvenute a seguito di un periodo di siccità estrema a cui sono seguiti estesi incendi che hanno portato il carbonio immagazzinato nelle piante in atmosfera.
Ma vi sono anche altre ragioni.
E allora come mai tale strumento viene così utilizzato ancora oggi?
E sopratutto, perché si ritiene che confermi proprio le datazioni presunte?
La risposta sta proprio nella domanda.
Questo meccanismo si può definire autoreferenziale.
Quasi sempre quando vi è bisogno della conferma di una datazione di un reperto, l’archeologo che invia i campioni ai vari laboratori per le analisi, li accompagna con una datazione presunta. Viene fatto questo perché in assenza di tale riferimento nella stragrande maggioranza dei casi si possono generare degli estremi di date o troppo antiche o troppo recenti, avere un riferimento fa scartare appunto i due estremi inferiore e superiore rendendo, si dice, più attendibile quindi la datazione.
In questo modo però non si fa altro che confermare un dato già in partenza presunto!
Nella realtà è già stato dimostrato più volte quanto tale sistema sia stato inattendibile. E molto spesso ha persino confermato date molto più vicine alle datazioni di Fomenko, come quelle avvenute sulla sacra Sindone che la collocherebbero intorno al 1100, in perfetta sintonia con la presunta morte del Cristo che in tale cronologia sarebbe avvenuta nell’anno 1185 ed il cui nome reale sarebbe stato quello di Andronico I Comneno a cui corrisponderebbero nella datazione ufficiale i nomi di moltissimi personaggi di primo piano, mai esistiti secondo Fomenko, appartenenti a periodi lontanissimi tra loro come ad esempio Giulio Cesare.
Come stanno quindi le cose?
Beh, secondo me è estremamente difficile poterlo affermare con precisione.
Di sicuro che la storia non sia quella che abbiamo studiato sui libri di storia mi pare evidente.
Però non riesco a concordare appieno con le teorie descritte da Fomenko e da molti altri ricercatori come Sara Gamberoni. Per svariati motivi.
Uno di questi riguarda proprio la presunta cancellazione e riscrittura di tutti i documenti e le opere antecedenti al 1776.
Oltreché essere stata un’operazione mastodontica, avrebbe comportato la minuziosa ricerca di ogni documento esistente all’epoca.
E’ evidente che la mole di opere e scritti dovesse essere incommensurabilmente inferiore al nostro patrimonio attuale, ma di sicuro costituiva comunque una quantità non trascurabile e minima.
Andare alla ricerca di ogni trattato, ogni cronaca, ogni romanzo, ogni poema, lavoro teatrale, eccetera nelle librerie o biblioteche di ogni signore, nobile, o chiunque altro avesse costituito la classe più forbita e colta dell’epoca, lo credo davvero poco plausibile.
Sarebbero comunque sopravvissuti numerosissimi testi, anche originali, che sarebbero dovuti comunque arrivare sino a noi.
Inoltre a dimostrazione di questo si consideri come è avvenuta, nel corso dei secoli, la divulgazione delle opere letterarie o più in generale dei testi in forma scritta.
Sino al millequattrocento le opere venivano trascritte quasi esclusivamente a mano tramite i copiatori.
Nel secolo successivo grazie all’introduzione dei caratteri mobili di Gutenberg invece si ha uno stravolgimento ed un’esplosione della diffusione del libro.
Non è esistito un solo modo di esecuzione per la stampa, ma si sono succeduti metodi e utilizzo di macchinari anche completamente differenti che hanno dato origine ad una diversa moltitudine di implementazioni.
Inoltre, indipendentemente dal metodo di realizzazione delle opere, anche i supporti erano molto diversi.
La carta, che ha avuto origini cinesi, in Europa subì vari processi di produzione con materiali diversi.
Sino al tredicesimo secolo la produzione fu appannaggio esclusivo della popolazione araba, tale commercio subì una drastica riduzione quando improvvisamente i fabbricanti italiani di Fabriano iniziarono la sua realizzazione con metodi innovativi e completamente diversi.
Nei vari secoli quindi si ebbero a stampare testi sia utilizzando materiali che metodiche a volte sostanzialmente differenti.
Pensare ad una manipolazione storica che coinvolga la comunque discreta mole di libri prodotti e stampati senza creare un’evidente e macroscopica contraffazione risulterebbe praticamente impossibile.
Bisognerebbe cioè credere che nel 1700 fosse possibile riscrivere un libro utilizzando le stesse tecniche, gli stessi materiali e gli stessi dispositivi utilizzati nella stesura prima dell’opera.
Vi è inoltre un’altra questione non di poco conto.
L’esecuzione di un reset di quella portata presupporrebbe un altro incredibile fatto.
Nell’immenso grande impero della Tartaria, che aveva persino possedimenti nell’America settentrionale, tra cui l’Alaska, sarebbe stata in uso una lingua di diretta derivazione slava, ancora oggi in uso in Turchia e in alcune regioni della Mongolia.
Quando i Romanov succedettero alla dinastia precedente nella battaglia di Pugachev vennero introdotte tutta una serie di lingue diverse a giustificazione di una storia completamente diversa da quella che in realtà avrebbe dovuto essere.
Nacquero così le entità linguistiche che conosciamo oggi, latino compreso.
Questa cosa a mio modo di vedere risulterebbe ancora più ostica da accettare.
Dar luogo a diversi gruppi linguistici dal nulla con la contestuale nascita di diverse lingue tutte con una loro diversa conformazione ed un diverso vocabolario, con infinite altre strutture che le sottendono risulterebbe un’opera di ben difficile realizzazione e secondo me quasi impossibile da implementare.
Quindi cosa rimane?
Lo ripeto sono convintissimo di una feroce manipolazione e ristrutturazione dei fatti storici.
Come sono altresì convinto che molte delle argomentazioni alla base delle teorie di Fomenko poggino su fondamenti solidi, come gli studi effettuati sulle eclissi e le osservazioni astronomiche.
Quello che invece mi lascia perplesso è la ricostruzione degli avvenimenti sopratutto relativi al grande reset effettuato.
Sarebbe auspicabile quindi si effettuasse da parte di tutto il mondo accademico una revisione sostanziale e particolareggiata di tutta la concezione dell’attuale cronologia storica, ma non credo che nel momento attuale di ostracismo, manipolazione della realtà, profonda censura ed imperante scientismo questo sia minimamente possibile.

il-ladro-del-tempo-2.jpg