Giovedì, 20 Marzo, 2025

Il Bambino con lo Specchio.

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Il Bambino con lo Specchio.

Infante nato alla vita a rimirar l’oceano.
Ma non ti è stato donato l’ardore alla vita.
E nemmeno l’ardere del fuoco a riscaldar gl’inverni.
Quanta ineluttabile bellezza persa e naufragata tra i flutti.
“Son come Narciso ad osservare la mia immagine. In essa annego.”
E nulla vi è fuori ad attendere i tuoi passi.
Mentre ti chini ancora una volta ad osservare, ormai spento, la tua
immagine riflessa.
Come fossi ciò che fosti un tempo: Il Bambino con lo Specchio.
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Pubblicata in “Il Penultimo Uomo.” edizioni Etabeta 2022
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Sabato, 8 Marzo, 2025

Transumanesimo.

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Transumanesimo.

L’etimologia della parola “Transumanesimo” deriva dalla combinazione di due termini, “Trans” e “umanesimo”, ciascuno con una storia linguistica e concettuale ben definita.
“Trans” è di derivazione latina ed assume il significato di “oltre”, “attraverso” oppure “al di là”. Questo prefisso è spesso usato per indicare un superamento, un passaggio o un’estensione oltre un limite esistente.
“Umanesimo”, sempre di derivazione latina, significa “proprio dell’uomo”, “umano” appunto.
L’umanesimo tradizionale è un movimento culturale e filosofico che si sviluppò in Europa durante il Rinascimento, incentrato sul valore e sul potenziale dell’essere umano, sulla centralità della ragione, della cultura e della ricerca scientifica. In questo contesto si ebbe un’enfatizzazione della dignità umana, della creatività e della conoscenza, tutti strumenti per migliorare la condizione umana.
Quindi “Transumanesimo” assume il significato di “oltre l’uomo”, “al di là dell’uomo”, come fosse una sua “naturale” evoluzione. E molti potrebbero pensare di assimilarlo al pensiero di Friedrich Nietzsche del “superuomo”, anche se proprio così non è.
Potremmo pensarla come una concezione positiva?
E’ proprio così?
Per meglio comprendere dove si vuole andare a parare vediamo come nasce questo neologismo.
La parola “Transumanesimo” (in inglese “Transhumanism” ) è stata coniata negli anni ‘50 dal biologo britannico Julian Huxley, fratello dello scrittore Aldous Huxley.
Julian Huxley utilizzò il termine per descrivere una visione futura in cui gli esseri umani avrebbero potuto superare i loro limiti biologici e culturali attraverso l’uso della tecnologia, della scienza e della razionalità.
E quest’ultimo pensiero è stato preso ed estremizzato in molte filosofie moderne che invece di vedere l’uomo come al centro del suo universo, lo asserviscono a voleri e bisogni dettati da una concezione molto “oligarchica”. In cui saranno presenti pochi eletti (eletti in senso divino), emancipati dalla condizione umana e da tutti i suoi limiti, mortalità compresa, ed una moltitudine di umanità, vista come incapace ed immatura per poter provvedere alle proprie esigenze se non debitamente indirizzata, in parte uomo ed in parte macchina, guidata e diretta con l’unica finalità di servire e provvedere ai bisogni di un’umanità “superiore”.
In questo nuovo contesto la parola “transumanesimo” coniata dal biologo Julian Huxley assume una connotazione più simile ad uno scenario distopico più proprio delle visioni mostrate nei romanzi del fratello Aldous Huxley.
E su tale universo privo di umanità ho costruito il mio romanzo “Il Penultimo Uomo.
Un romanzo solo all’apparenza lontano dalla vita della nostra società, bisognerebbe osservare bene la deriva che hanno preso molte pratiche mediche e riflettere.
Compresa la ricerca scientifica voluta ed indirizzata da alcuni personaggi estremamente facoltosi che preda di deliri di onnipotenza vorrebbero plasmare il nostro mondo a nostro discapito.
E senza interpellarci.
Ma di questo parlerò ancora.

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Venerdì, 7 Marzo, 2025

Reincarnazione e Sciamanesimo.

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Reincarnazione e Sciamanesimo.

Ho avuto recentemente più di una discussione costruttiva circa la visione della vita che coinvolge l’esistenza su questo pianeta.
Nel mondo vi sono tantissime visioni, differenti o coincidenti in molti aspetti.
Spesso incredibilmente in posti del mondo lontanissimi tra loro sia sotto il profilo della distanza geografica che quella temporale vi sono state visioni che sembrano identiche.
Non ho idea se vi siano stati periodi che hanno accomunato tutte queste culture.
Secondo la concezione attualmente imperante molte di queste tradizioni non sono mai venute in contatto l’una con l’altra.
Ma si sa, è capitato molto spesso negli ultimi anni che la scienza così detta ufficiale è servita solo da paravento per nascondere altre verità.
Oppure è vero ed esiste una sorta di inconscio collettivo che accomuna modelli e concezioni dell’uomo a cui la nostra mente attinge, come amava affermare Carl Gustav Jung. Una incredibile sincronicità a livello subconscio. Visione affascinante e che in molta parte ho fatto mia.
Vi è un insieme di concezioni spirituali dell’anima che hanno in comune il ciclo della rinascita. In cui la morte è semplicemente una pausa tra una reincarnazione e la successiva che avviene con modalità e finalità a volte differenti.
Guardando indietro ad osservare la molteplicità di queste visioni, di sicuro quella più diffusa e che da sempre ha attirato la curiosità della cultura occidentale, è quella costituita dall’universo induista.
Nell’Induismo, il processo di ascesa verso la perfezione e la fine del ciclo vita-morte (samsara) è un viaggio spirituale profondo che culmina con il raggiungimento del moksha, ovvero la liberazione dal ciclo delle reincarnazioni. Questo obiettivo supremo rappresenta l’unione dell’anima individuale (atman) con il divino universale (Brahman), una condizione di pace, saggezza e beatitudine eterna.
L’essere umano raggiunge il moksha attraverso un percorso, di vita in vita, che deve soddisfare alcune regole precise che a seconda della scuola filosofica induista di appartenenza sono interpretate differentemente. Ma alla base di tutte vi è il concetto di una progressiva emancipazione, vista come un percorso evolutivo che porta all’unione con Brahman, il divino. Una volta raggiunto il moksha, l’anima si libera dal ciclo di nascita e morte e si unisce al Brahman.

Mi vorrei però concentrare su un altro tipo di concezione cosmologica.
La stessa che tratto come una sorta di filo conduttore nel mio ultimo libro: “Il Mondo di Mezzo.” edizioni Etabeta 2023.
Quella di alcune tradizioni che sono accomunate dal credere che il ciclo della vita, della morte e della reincarnazione si regga invece su un grande inganno.
Alcune culture sciamaniche, infatti, hanno visioni alternative rispetto alla concezione induista della reincarnazione, spesso più ciclica e impersonale. In particolare, alcune di queste tradizioni descrivono la morte come un processo in cui gli esseri umani vengono manipolati o ingannati da entità superiori o forze cosmiche.
Vediamo alcune.
Sciamanesimo Tunguso-Manciù (Siberia)(1).
Le popolazioni tunguse, tra cui i Buriati e i Evenki , praticano forme di sciamanesimo che includono credenze complesse sulla morte e sul destino dell’anima. Secondo alcune tradizioni, al momento della morte, l’anima può essere attirata verso una “luce” o un “richiamo”, che rappresenta un inganno orchestrato da spiriti o entità superiori. Questi spiriti utilizzerebbero l’energia vitale delle anime per mantenere il ciclo cosmico.
Lo sciamano, in questo contesto, ha il ruolo di guidare l’anima defunta attraverso il mondo spirituale, proteggendola da tali inganni.
Sciamanesimo Coreano (Mudang)(2).
Nello sciamanesimo coreano, praticato dalle Mudang (sciamane), esiste la credenza che alcune anime possano essere intrappolate o ingannate dopo la morte. Gli spiriti disincarnati possono essere attratti da false luci o promesse, finendo per diventare fonti di energia per entità più potenti.
Le Mudang svolgono rituali per liberare queste anime e aiutarle a raggiungere il loro destino finale, evitando di essere catturate in cicli illusori.
Sciamanesimo Ainu (Giappone settentrionale)(3).
Gli Ainu, un popolo indigeno del Giappone settentrionale, hanno una visione animistica del mondo in cui gli spiriti giocano un ruolo centrale. Secondo alcune narrazioni, gli spiriti dei defunti possono essere ingannati da forze superiori che li attirano verso luoghi luminosi o seducenti, solo per essere riassorbiti nel ciclo naturale.
Gli sciamani Ainu, chiamati Kamui, operano per proteggere le anime dalla manipolazione e garantire loro un passaggio sicuro.
Sciamanesimo Navajo (Nativo Americano)(4).
I Navajo , un popolo nativo americano, hanno una visione spirituale complessa che include la credenza in entità malevole o ingannevoli. Secondo alcune tradizioni, al momento della morte, l’anima può essere attirata da false luci o illusioni create da spiriti oscuri, che cercano di catturare l’energia vitale dell’individuo.
Gli sciamani Navajo, noti come Hataałii, conducono rituali per purificare e proteggere l’anima, guidandola verso un destino positivo.
Sciamanesimo Sami (Lapponia)(5).
I Sami , un popolo indigeno della Lapponia (regione artica tra Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia), praticano forme di sciamanesimo legate alla natura e agli spiriti. Nelle loro tradizioni, esistono racconti di spiriti che ingannano le anime dei defunti, attirandole verso falsi paradisi o luoghi di luce per sfruttarne l’energia.
Gli sciamani Sami, chiamati Noaidi, utilizzano tamburi rituali e viaggi astrali per proteggere le anime e guidarle verso il mondo spirituale corretto.
Sciamanesimo Andino (Perù e Bolivia)(6).
Nelle tradizioni andine, come quelle degli Quechua e degli Aymara , esiste la credenza che alcune anime possano essere ingannate da spiriti maligni o entità cosmiche dopo la morte. Questi spiriti creano illusioni per attirare le anime verso luoghi che sembrano sicuri ma che, in realtà, le intrappolano in cicli di sofferenza o servitù.
Gli sciamani andini, chiamati Paqo, lavorano per liberare queste anime e ricondurle al loro destino spirituale.
Sciamanesimo Celtico (Europa antica)(7).
Anche se meno documentato rispetto ad altre tradizioni, lo sciamanesimo celtico presenta elementi simili. Secondo alcune interpretazioni delle leggende celtiche, le anime dei defunti possono essere attirate da false luci o da creature magiche, come le fate o i sidhe, che le conducono in regni illusori.
Gli sciamani celtici, spesso associati ai druidi, avevano il compito di proteggere le anime e guidarle verso il mondo ultraterreno.

Come appare chiaramente la visione induista non è certamente l’unica a trattare del ciclo della reincarnazione delle vite.
Quello che ho potuto evincere, dopo aver conosciuto l’esistenza di queste culture differenti, è che se deve esistere un processo che ci vede rinascere in un nuovo corpo dopo la morte, questo non è per forza di cose finalizzato ad un nostro benessere evolutivo.
Partendo proprio dal presupposto che non vi possono essere certezze, ma semplicemente invece modi di vedere l’esistenza che meglio risuonano con il nostro pensiero ed il nostro modo di essere, non bisognerebbe dare tutto per scontato o già acquisito con certezza.
Se è vero che tutto potrebbe essere un grande inganno finalizzato a perseguire gli interessi di altre entità di altri piani dimensionali, probabilmente converrebbe a noi piccoli esseri umani, disporci, nei confronti del cosmo che ci circonda, in modalità differenti.
Si pensi ad un attimo ad una mandria che liberamente percorre quotidianamente i pascoli di montagna. Mandria composta mucche e giovani bovini. Una qualsiasi di quelle mucche avrebbe mai l’ardire di pensare di far parte solo di un gruppo di bestie destinate al macello? Oppure più facilmente crederebbe di condurre un’esistenza libera, pascolando liberamente tra verdi prati insieme ai suoi simili ed ai piccoli insieme a loro? Magari si accorgerebbe solo del grande inganno in prossimità del macello che li condurrà alla loro morte…
Del resto abbiamo avuto da sempre la presunzione da essere al vertice dell’evoluzione, al vertice della piramide alimentare…
Ma è proprio vero?
Si è davvero sicuri sia così?
Potremmo quindi essere considerati né più né meno che come batterie, fornitrici di energia e di cibo verso esseri altro – dimensionali. Che si nutrono di noi; la nostra stessa esistenza sarebbe semplicemente subordinata alle loro esigenze. La morte non sarebbe altro che un modo per rinnovare questa loro fonte energetica. Nel momento del nostro trapasso verremmo condotti con l’inganno verso una luce, attirati come fossimo falene, per essere imprigionati in piccole ampolle di vetro per poi essere nuovamente reintrodotti nel ciclo della vita.
Vi sarebbe poi un tipo particolare e specifico di energia atta ai bisogni di queste entità.
Si è partiti dalla considerazione che dolore e sofferenza sono diffusi nel mondo molto più del piacere, della felicità e dell’appagamento. Questo sbilanciamento innaturale, perché altrimenti questi due poli contrapposti dovrebbe trovare equa diffusione, dimostrerebbe proprio la presenza di tali entità. Che si nutrono del nostro sbilanciamento energetico. Fossimo in equilibrio non saremmo soggetti a tale forma di vampirismo.

E allora?
Dove voglio arrivare?
Non posso avere certezze. Almeno di questo sono sicuro.
Non ho idea cosa ci aspetti veramente là fuori, al termine della nostra esistenza.
Un’altra cosa so ancora però.
Sarebbe bello aver vissuto un’esistenza degna di essere vissuta. In cui essere stati felici, appagati e dove si abbia contributo in ogni modo alla stessa felicità ed allo stesso benessere per chi si ha avuto intorno. Molti direbbero di aver vissuto una vita d’amore. Per sé stessi e gli altri.
Solo una simile vita avrebbe comunque un senso.
Nell’ipotesi che non vi fosse null’altro dopo di noi, né cicli di rinascita e morte e nemmeno un’esistenza eterna, si ha idea in questo caso come sarebbe stata davvero l’unica forma di esistenza con un senso compiuto? Aver contribuito al benessere dell’universo.
Nel caso invece avesse consistenza un’esistenza dopo il nostro corpo fisico, si sarebbe in ogni modo vissuti in maniera altrettanto degna. Sia vi fosse un’unica esperienza di vita che molteplici.
Oltretutto in quella visione che ci vede succedere di vita in vita solo per essere nutrimento attraverso la nostra sofferenza e quella altrui, ci sottrarremo a tale destino succube e doloroso.

Quindi l’Amore come unica via d’uscita.

Bibliografia.
(1) - Eliade, Mircea. Sciamanismo e tecniche dell’estasi . Bollati Boringhieri, 2006.
- Hultkrantz, Åke. The Religions of the American Indians . University of California Press, 1979.
(2) - Kendall, Laurel. Shamans, Nostalgias, and the IMF: South Korean Popular Religion in Motion . University of Hawaii Press, 2009
- Lee, Jung Young. Korean Shamanistic Rituals . Mouton Publishers, 1981.
(3) - Batchelor, John. The Ainu and Their Folklore . The Religious Tract Society, 1901.
- Siddle, Richard. Race, Resistance, and the Ainu of Japan . Routledge, 1996.
(4) - Reichard, Gladys A. Navaho Religion: A Study of Symbolism . Princeton University Press, 1990.
- Wyman, Leland C. The Ghostway: A Navajo Ceremonial . Smithsonian Institution Press, 1983.
(5) - Rydving, Håkan. The End of Drum-Time: Religious Change among the Sami, 1685–1721 . Uppsala University, 1993.
- Bäckman, Louise, and Åke Hultkrantz. Studies in Lapp Shamanism . Almqvist & Wiksell, 1981.
(6) - Allen, Catherine J. The Hold Life Has: Coca and Cultural Identity in an Andean Community . Smithsonian Institution Press, 2002.
- Urton, Gary. At the Crossroads of the Earth and the Sky: An Andean Cosmology . University of Texas Press, 1981.
(7) - Green, Miranda. Dictionary of Celtic Myth and Legend . Thames & Hudson, 1992.
- Ross, Anne. Pagan Celtic Britain: Studies in Iconography and Tradition . Academy Chicago Publishers, 1996.

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Giovedì, 6 Marzo, 2025

Accordatura a 432Hz. Atto Uno.

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Accordatura a 432Hz. Atto Uno.

Premetto che non ho mai compreso appieno le motivazioni di coloro che hanno sempre affermato la bontà dell’accordatura strumentale effettuata con il LA a 432Hz.
Tutto sommato avere il LA a 432Hz oppure a 440Hz, come ufficialmente adottato oggi, non mi sembrava tutta quella gran cosa che invece i fautori di questa accordatura alternativa andavano affermando. La discrepanza è davvero minima, e l’orecchio umano, soprattutto con il sopraggiungere degli anni, non riesce ad apprezzare differenze così sottili.
Ma mi sono dovuto ricredere in buona parte.
Nonostante questo mio pregiudizio un piccolo tarlo continuava a masticarmi il cervello, così decisi di approfondire l’argomento e discutendo con una IA sin quasi dalle prime battute avevo compreso dove sarei andato a parare (ebbene sì, a volte discuto con queste IA, è un po’ come confrontarsi con sé stessi, anche se mi è capitato più di una volta che le informazioni fornite non corrispondessero alla realtà delle cose. Quindi parto sempre con un approccio che comporta un certo grado di diffidenza).
Vorrei partire da alcune considerazioni.
Le note musicali espresse come frequenze basate su rapporti di numeri interi riflettono direttamente le leggi fisiche delle onde sonore e l’armonia naturale.
Mi spiego meglio, quando due note hanno frequenze in rapporto tra loro espresso da numeri interi semplici (ad esempio, 1/2​, 2/3​, 3/4​), esse creano una consonanza percepita come piacevole dall’orecchio umano.
Questo accade per diversi motivi:
risonanza: Le armoniche delle note si allineano meglio quando i rapporti sono interi. Ad esempio: un perfetto quinto (2/3​) ha armoniche comuni con la nota fondamentale, un perfetto quarto (3/4​) crea un allineamento simile. Le armoniche sono costituite da tutte quelle frequenze che vengono prodotte come multipli della frequenza fondamentale. Quando viene percossa la corda di un pianoforte ad esempio essa produce la sua frequenza fondamentale e poi anche tutte quelle frequenze multipli di essa.
Battimenti minimi: I battimenti sono fluttuazioni nel volume causate dall’interferenza tra due onde sonore. Quando i rapporti tra le frequenze sono interi, i battimenti tendono a essere minimi o assenti, riducendo la sensazione di tensione o dissonanza. Quando due note con frequenze in rapporto intero vengono suonate insieme, le loro armoniche si sovrappongono in modo regolare, riducendo le interferenze indesiderate. Ad esempio: se una nota ha una frequenza di 256Hz, le sue armoniche saranno 512Hz, 768Hz, ecc. Una nota in rapporto 2/3​ (384Hz) avrà armoniche che si sovrappongono con alcune delle armoniche della nota base (ad esempio, 768Hz). Questa sovrapposizione regolare crea una sensazione di stabilità e consonanza.
Stabilità delle relazioni tra note: nel temperamento giustamente intonato (è possibile generare frequenze intere scegliendo un riferimento appropriato, ad esempio DO = 256Hz), le note sono costruite su rapporti interi, il che garantisce una maggiore stabilità armonica. Al contrario, nel sistema temperato equabile moderno, i rapporti tra le note sono approssimati e possono introdurre piccole dissonanze percepite inconsciamente. Queste dissonanze derivano principalmente da due fattori. Il primo è l’errore temperato, infatti i rapporti tra le note non sono esatti (ad esempio, un quinto temperato è leggermente minore di 2/3​). Queste discrepanze, sebbene piccole, possono accumularsi in contesti musicali complessi. Il secondo è causato dalle armoniche non allineate delle note che non si allineano perfettamente, introducendo lievi interferenze.
Stanti le considerazioni di cui sopra l’accordatura del LA a 440Hz non soddisfa la condizione migliori di ascolto umano.
Lo possiamo evincere esaminando le frequenze derivate dall’accordatura a 440Hz considerando l’ottava cromatica corrispondente al gruppo di dodici tasti presenti nella parte centrale del pianoforte:
Do: 261.62Hz
Do diesis o Re bemolle: 277.18Hz
Re: 293.66Hz
Re diesis o Mi bemolle: 311.12Hz
Mi: 329,62Hz
Fa: 349,22Hz
Fa diesis o Sol bemolle: 369,99Hz
Sol: 391,99Hz
Sol diesis o La bemolle: 415,30Hz
La: 440Hz
La diesis o Si bemolle: 466,16Hz
Si: 493,88Hz

L’accordatura migliore nell’intorno di quella a 440Hz risulta essere invece proprio quella a 432Hz, difatti:
Do: 256.00Hz
Do diesis o Re bemolle: 270.09Hz
Re: 288.00Hz
Re diesis o Mi bemolle: 307,18Hz
Mi: 324,00Hz
Fa: 345,60Hz
Fa diesis o Sol bemolle: 368,25Hz
Sol: 384,00Hz
Sol diesis o La bemolle: 403,17Hz
La: 432,00Hz
La diesis o Si bemolle: 453,46Hz
Si: 486,00Hz

Tuttavia, nemmeno 432Hz garantisce che tutte le note abbiano frequenze intere. L’unica soluzione per ottenere frequenze intere per tutte le note è abbandonare il temperamento equabile e passare a sistemi alternativi, come il temperamento giustamente intonato che è è un sistema di accordatura in cui gli intervalli tra le note sono basati su rapporti matematici semplici , espressi come frazioni di numeri interi (ad esempio, 2/3​ per il quinto, 3/4​ per il quarto, 4/5​ per la terza maggiore). Questo garantisce una massima consonanza e purezza armonica, poiché le armoniche delle note si allineano perfettamente. Tuttavia, questo sistema non consente l’uso fluido di tutte le tonalità, poiché gli intervalli cambiano leggermente a seconda della tonalità di riferimento.
Ma di sicuro quella a 432Hz rappresenterebbe un’accordatura migliore di quella a 440Hz.
Si potrebbe comunque obbiettare che le differenze non siano così apprezzabili per l’orecchio umano, per cui si tratti solo di sofismi alla fine.
Però vorrei far considerare che un conto è l’emissione di una nota singola od al più di due o tre, ma quando si cominciano ad effettuare sovrapposizioni, oltretutto da strumenti anche diversi con decine di note suonate anche contemporaneamente in un orchestra (in cui i fenomeni di risonanza ed abbattimento si fanno più sentire), magari a livello della coscienza tali differenze sono poco percettibili, ma a livello inconscio si creano percezioni di fastidio e poca armonia come evidenziato anche da diversi studi.
Ho quindi dovuto rivalutare la mia concezione sull’accordatura del LA a 432Hz.

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Venerdì, 28 Febbraio, 2025

Via, via, via.

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Via, via, via.

Una strada lunga, asfaltata, di ghiaccio.
Ghiaccio sciolto tra i miasmi di un’afa torrida.

Due pensieri a galleggiar nel limbo,
che si riflettono come zanzare sullo stagno.
Offuscata la mente dall’umido grigiore,
mentre abbaglia questa luce accecante.

Percorro miraggi su miraggi.
Pensieri sconnessi e senza meta.
Come senza meta i miei propositi,
trascinati da un passo e un altro passo,
avanti senza intenzione alcuna.
Sfrecciano al mio fianco innumerevoli e svogliati.

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Pubblicata in “Cronospazio” edizioni Etabeta 2023
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Venerdì, 21 Febbraio, 2025

La grande Adunanza.

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La grande Adunanza.

Venite a me Creature, venite da ogni dove.
Venite a lenir i dolori, le pene ed i travagli.
Venite unite e libere, a dispetto degli Spettri e della Morte.
Venite e godete della vita e dell’esistenza, dell’Amore profuso a piene mani.

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Di prossima pubblicazione su “Pallina ed i Sarvanot - Il Sacro Casto” ultimo capitolo della saga.

Domenica, 16 Febbraio, 2025

I Padroni della Terra.

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I Padroni della Terra.

Intere messi seminate, ora pronte al raccolto.
Un raccolto copioso, ad attendere di essere mietuto.
Miliardi di d’oro spighe sotto il cocente sole.
Ondeggiare pigre al vento, cullate dalla brezza mattutina.
Oh che godere a falciare il succoso nettare.
Oh che premio pieno che trabocca i calici assetati.
Ingorde le gole che trangugiano il fecondo sangue.
Avide le bocche a dilaniar le carni.

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Di prossima pubblicazione su “Pallina ed i Sarvanot - Il Sacro Casto” ultimo capitolo della saga.

Martedì, 11 Febbraio, 2025

Stanno uccidendo i Sogni (lo spettatore).

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Stanno uccidendo i Sogni (lo spettatore).

Cammino,
cammino in silenzio tra la gente, per non disturbare i loro pensieri.
A fianco di molti ho costruito la mia vita. Gli altri il tempo, ha fatto ombre.
Sempre più silenzioso avanzo e vedo ogni cosa perdere colore. Vedo gli altri, perdere colore.
Come da una tela imbrattata dall’acqua, i rivoli di colore si perdono.
Li vedo scolorire piano piano e divenire sempre più silenziosi…
Mentre fuori, il mondo mantiene le sue vivaci luci,
mentre in alto un falco si libra in volo,
io, solo, mi lacero gli occhi.
Non vedi lo scorrere del tempo?
Come tutto appare trepido di luce mentre corri?
Oppure ti richiudi e ti fai triste la sera all’incipiente notte?
Veleggi tra le note orchestrate che ti penetrano e poi ti trasportano.
Lontano tra le braccia di un tempo che tu, hai creato.
Lo stesso ritmo, pian piano ti trascina via.
E ti fa avanzare lentamente tra le mie braccia,
imbrigliandoti a me con infinita compiacenza.
E allora come un giovane cavaliere in sella ad una moto, corri.
Corri verso un tempo, che è allo stesso tempo, preda e cacciatore.
Poi la musica prosegue, divenendo a un tratto la stessa, ma grigia, uguale.
E tu con ogni briciolo della tua forza, non vuoi allontanarti via da essa.
Non vuoi cambiare la melodia.
Non vuoi ucciderla.
Non vuoi stravolgerla.
Ma infine la riavvolgi ed una nuova crei.
E ancora alla fine anche tu perdi colore e divieni grigio.
Come gli altri.
Come vuole diventare il mondo nuovo.
Solo che ora, anche tu, lo vuoi.

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Lunedì, 10 Febbraio, 2025

Addio.

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Addio.

Vedi oh mio capitano,
io vedo la nave che mi porta via da qui.

E’ come se vedessi con gli occhi miei,
la morte, lontano, che ha paura di dire sì.

E forse è un miraggio,
o forse solo un sogno,
ma non so che m’ importa di me.

E sento le urla disperate del gabbiano,
che è venuto, proprio qui,
a morir nel mare.

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Pubblicata in “Cronospazio” edizioni Etabeta 2023
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Domenica, 9 Febbraio, 2025

L’Universo.

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L’Universo.

L’universo, il nostro universo è un’immersione in simboli.
Simboli che danno Speranza.
Simboli di rettitudine. Di Beltà. Di appagamento e concupiscenza.

- Ogni albeggiare ti aggrappi ad essi viandante. -

E poi, vi son anche quelli di oppressione. Di crudele astinenza.

- O quelli che ti fan credere la vita beata e poi soffocanti ti spengono. -

E in effetti errante vagabondo nella tua Mente null’altro è presente.
Solo un’illusoria metafora di simboli insignificanti.

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Venerdì, 7 Febbraio, 2025

Disumanizzazione parte terza.

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Disumanizzazione parte terza.

Vi sono aspetti così negativi della disumanizzazione che non possono essere ignorati. Aspetti che coinvolgono ciascuno di noi e che, se ignorati, ci avranno così modificato nello Spirito da farci perdere la nostra stessa Anima.
Mi voglio riferire in particolar modo all’indifferenza ed alla rassegnazione.
Accade così che accadimenti o dichiarazioni che dovrebbero suscitare in ognuno di noi sdegno, raccapriccio e rabbia ed infine ribellione, siano lasciati scivolare sulla nostra pelle e come risultato ci lascino quasi del tutto indifferenti.
Purtroppo oggi abbiamo una casta giornalistica per lo più venduta, schiava di interessi dei potenti o dei facoltosi, completamente asservita agli interessi dei grandi gruppi industriali ed economici. Che prende e distorce i fatti, li piega a narrazioni precostituite od addirittura li minimizza o tacendone li nasconde.
Per non parlare della classe politica totalmente adagiata sulle medesime posizioni, anch’essa schiava, comprata o ricattata.
Vi possono essere prese di posizioni contrapposte, ma finalizzate unicamente a convincere che vi siano poli in lotta tra loro quando che invece perseguono i medesimo obiettivi.
Quante e quante volte si è assistito a proclami ed enunciazioni poi completamente ritrattati e negati una volta conquistate le posizioni di potere.
Oltretutto posti come siamo in un recinto in cui ci vengono impediti i movimenti in ambito economico, monetario, sociale e culturale. Completamente succubi di una così detta comunità europea che persegue fini che non sono assolutamente quelli del benessere dei popoli, ma solo quelli dei “padroni del vapore”. Per non parlare poi del nostro ruolo che ci rende di fatto una colonia statunitense.
Queste sono le nostre condizioni di partenza.
Condizioni che però non giustificano il nostro essere imberbi e passivi nell’accettazione di ogni orrore.
Con un moto di soddisfazione ho accolto il risultato delle recenti votazioni negli stati uniti. Non perché nutrissi un qualche tipo di simpatia per il vincitore, anzi tutt’altro.
Ma le reazioni di panico e disperazione che avevano attraversato l’universo dell’informazione così detta main stream e della politica, avevano suscito in me una soddisfazione profonda.
Questo era stato un evento talmente dirompente che avrebbe potuto scombussolare le finalità liberticide repressive del pensiero così attive con la precedente amministrazione ai vertici della casa bianca.
E’ così infatti è stato, per lo meno in ambito della libertà di espressione. Tutta l’impalcatura costruita per impedire che chi avesse avuto una visione del pensiero diversa da quella ufficiale e propagandata venisse censurato, nascosto e represso, in un colpo è crollata.
Ma vi rendete conto?
Si è accettato che esistessero figure che potessero sentenziare sulla bontà delle cose che venivano dette, i cosiddetti professionisti dell’informazione e poi i famigerati “fact checker”.
Che non hanno fatto altro che umiliare la realtà, distorcerla, censurarla e negarla.
Sui principali social media era VIETATO nominare certi argomenti o citare certe parole ed in parte lo è tutt’ora. Pena censura, sospensione ed infine espulsione.
Per non parlare di tutti gli sforzi che sono stati fatti, per lo più nel mondo occidentale, per reprimere negli ultimi anni le libertà individuali, imponendo di fatto trattamenti sanitari obbligatori, coprifuochi e limitazioni di movimento ed addirittura di libera manifestazione!
E vogliamo anche citare di sfuggita tutta la pomposa propaganda ed i provvedimenti presi su questo assurdo, finto, ipocrita “green”?
Si può comprendere quindi il mio giubilo?
Ma sono stato sempre consapevole che il nuovo inquilino della casa bianca rappresentasse solo l’altra faccia del male.
Forse un male meno inverecondo e attuato meno pesantemente, ma pur sempre un male.
Ed oggi ha manifestato tutto il suo orrore ed il suo volto orribile con le ultime dichiarazioni del nuovo presidente.
Nel mondo oggi stanno avvenendo enormi atrocità. Non voglio essere melodrammatico. Nella storia dell’uomo si sono sempre purtroppo verificate. E nonostante oggi ci proclamiamo più evoluti e civili, di evoluto e civile non abbiamo una bene amata cippa.
In questo ultimo periodo siamo stati testimoni di un vero e proprio GENOCIDIO. Realizzato con ogni mezzo atto ad uccidere, mutilare e devastare una popolazione inerme composta per lo più da bambini.
Un GENOCIDIO giustificato da motivazioni che non ho nemmeno idea siano reali per tutta una serie di cose accadute che lasciano per lo meno perplessi.
Ma che stiamo scherzando?
Esiste comunque una motivazione valida per potere perpetrare un GENOCIDIO?
Si può dare liceità di attuazione di un abominio simile con una qualunque giustificazione?
Io rabbrividisco solo a questo concetto.
Un popolo che è stato oggetto di simili atrocità nel passato ora esegue le stesse azioni su un altro popolo inerme.
Sotto lo sguardo silenzioso e complice di giornali, tv, media, politici di un parte e dell’altra.
TUTTI complici con il loro silenzio per quanto sta accadendo.
Nell’ipocrisia più conclamata da parte di tutte le cariche più alte dello stato, TUTTE a loro volta complici di tali atti, nel fornire mezzi e sostegno.
E soprattutto silenzio.
Ed ora, l’altra faccia del male, appena insediata sul trono statunitense cosa propone?
Propone né più che meno che una DEPORTAZIONE di un intero “sfortunato” popolo.
Definito davvero incredibilmente così: “sfortunato”.
SFORTUNATO?
Ripeto SFORTUNATO?
Non oggetto di vessazioni, privazioni, morti, mutilazioni, torture.
No.
SFORTUNATO.
Per poter fare cosa poi?
Costruire una nuova terra, con alberghi, resort, campi da golf su un mare immacolato.
Un mare ed una terra intrisi di sangue rosso.
Sangue di innocenti e vorrei ricordarlo, di bambini.
Nel silenzio imbarazzato di un mondo occidentale falso e ipocrita che che in quella parte ripugno.

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Mercoledì, 5 Febbraio, 2025

Disumanizzazione parte seconda.

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Disumanizzazione parte seconda.

Sento il bisogno di fare alcune precisazioni su ciò che intendo come disumanizzazione.
“Svuotamento della vita umana da ogni spiritualità e senso morale e quindi da ogni dignità.”
Questo è il significato del termine secondo il dizionario Oxford Languages.
In effetti, è ciò che si avvicina maggiormente a processi in atto nel nostro mondo contemporaneo: un mondo nuovo, proteso verso la sostituzione del nostro spirito con feticci algoritmici (vedasi l’intelligenza artificiale) ed impianti elettronici e biomeccanici (vedasi la voce transumanesimo).
Il tutto però sagacemente orchestrato dai più “sani” principi neo-liberisti e neo-capitalisti.
In somma sintesi finalizzato all’ottenimento di un essere quasi umano totalmente mansueto, asservito e domesticato, un ibrido uomo-macchina le cui facoltà intellettive superiori sono “indirizzate” da una intelligenza artificiale esterna alla coscienza che è in grado persino di controllarne il corpo.
Per interessi terzi atti ad accentrare immensi ed impensabili capitali nelle mani di pochissimi soggetti. Che ovviamente sapranno magnanimamente amministrare e dirigere l’umanità tutta in vece sua e per il suo stesso bene.
Mi si potrà fortemente criticare per questa visione, nella mente dei più proiettata verso un futuro lontano ed improbabile.
Ma sarebbe davvero un futuro così remoto ed irrealistico?
Ricordiamoci che i processi possono avvenire anche per piccoli passi impercettibili, abituandoci gradualmente ad idee estreme fino a rendercele familiari, talmente tanto da darle ormai per scontate quando saranno già parte integrante della nostra realtà.
Quindi non bisogna fare crescere le coscienze, soprattutto non emanciparle. E’ indispensabile farle rimanere in recinti ben sorvegliati, dove i pensieri siano debitamente indirizzati e facciano parte di un unico movimento, sì magari siano permesse anche alcune sfumature ma nulla di più.
Ne ho avuta ulteriore contezza proprio oggi.
Il palcoscenico è un negozio de la Feltrinelli. Sì negozio, non libreria. L’attore principale è costituito dalla responsabile dell’attività, un’attempata signora.
Lo svolgimento del dramma avviene nella più piena cordialità e gentilezza.
Faccio il mio ingresso con il proposito di proporre alcune mie opere letterarie in conto vendita presso di loro per poter farmi un pochino di pubblicità e permettere al pubblico di conoscermi meglio.
Ottengo un diniego, gentile e garbato, che lì per lì non mi fatto riflettere molto, capita spesso ed è una cosa del tutto normale.
E’ stato invece il prendere coscienza delle motivazioni che mi ha lasciato interdetto, smarrito e con una grande tristezza nel cuore: “Non prendiamo in giacenza opere di autori. Proponiamo ai clienti le opere che più sono pubblicizzate e che hanno una più ampia tiratura commerciale, quelle delle case editrici più affermate, degli autori più conosciuti. Se poi proprio qualcuno ci fa espressa richiesta di un altro testo che qui non abbiamo allora lo possiamo anche ordinare.”
Ripeto la cosa sul momento mi è parsa del tutto normale e quindi non ho trovato nulla con cui controbattere o di cui disquisire.
Arrivato sulla soglia ho avuto un’improvvisa presa di coscienza sul senso delle parole che erano appena state espresse.
Parole che non sono state esattamente quelle, ma il cui significato del detto e del non detto era proprio quello.
Si capisce quello che intendo?
Se uno scritto è supportato da un apparato promozionale perché esprime valori o disvalori accettati e condivisi dai grandi soggetti editoriali o da coloro che vogliono indirizzare il pensiero collettivo e spingere su certe concezioni esistenziali allora viene proposto al pubblico; altrimenti deve essere annichilito e celato.
Nemmeno ho intenzione di nascondermi dietro ad un dito. Posso assicurare che esprimo questa rimostranza non perché offeso o vilipeso. Oppure perché ferito nell’orgoglio di scrittore e narratore. E nemmeno per vanità ferita.
Esprimo invece questo rammarico con tristezza e con la consapevolezza di osservare la peregrina direzione che l’umanità sta prendendo.
Posso anche comprendere le motivazioni contingenti che hanno spinto la responsabile di quell’attività ad esprimere quelle parole. Di sicuro ha la necessità di dover far quadrare i conti. Nel negozio vi erano dei dipendenti a cui di sicuro è corrisposto uno stipendio. E tra affitto, utenze e mille spese e una marea di tasse non si potrà concedere il lusso di azzardare proposte poco commerciali.
Lo posso ben capire.
Tuttavia, conservo un vivido ricordo delle librerie in cui una volta entravo. Colme, anzi, stracolme di volumi pigiati gli uni sopra agli altri su una miriade di scaffali. In cui non si riusciva nemmeno a stabilire una suddivisione precisa per genere o autore e spesso si trovavano strane commistioni di categorie diverse. Ed io alla ricerca di qualcosa che mi intrigasse mi facevo passare tra le mani un volume dopo l’altro.
E spesso, molto spesso, portavo a casa un tesoro sconosciuto che alla sua lettura mi apriva orizzonti nemmeno mai immaginati. E quante volte sono stato colpito da pensieri nuovi ed inaspettati. E che mi hanno mostrato mondi che poi mi hanno formato e cresciuto.
E ora?
Ora in questi “negozi” vi è un unico colore. Anzi un unica tonalità di grigio. Magari ancora con qualche sprazzo inaspettato di colore, ma ove per la maggior parte vi è uniformità di pensiero.
Si deve venir bene educati e domesticati.
Vi è un’ampia varietà tra cui poter scegliere.
Però solo fra ciò che è approvato e consentito.
Per l’amor del cielo, tra opere di sicuro eccelse e lodevoli.
Ma solo tra quelle.
Dove magari un nuovo ed impossibile pensiero, e fosse per di più rivoluzionario, non è né ammesso e né consentito.

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Giovedì, 30 Gennaio, 2025

Disumanizzazione.

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Disumanizzazione.

Mi è tornato alla mente proprio oggi.
Mentre parlavo.
Avevo già pensato di discorrerne…
Sempre a proposito di Mondi…
Della freddezza, del gelo, del distacco dall’essere umano.
Qualche settimana or sono, dopo anni, ho rimesso piede in un supermercato “ipercoop”.
L’impatto immediato ricevuto è stato quasi di shock non appena varcate le soglie dei tornelli.
Mi ha colto una freddezza e un senso di distacco e non umanità.
Come fossero luoghi lontani da ogni senso dell’essere umano.
Grandi spazi, in cui le merci (incredibilmente) apparivano lontane. Nonostante vi fossero una quantità incredibile di merci, tutto appariva come posto ad enormi distanze
Luci fredde erano disposte in modo da dare proprio la sensazione di un luogo gelido e perduto. Atte a rendere isolato ogni frequentatore, perso in un viaggio interiore fatto di solitudine ed angoscia. Sì una delle sensazioni indotte era proprio questa, un’inquietudine che spingeva alla fuga.
Freddo, impersonale, estremamente ben organizzato dove i prodotti erano disposti ben impilati ed ordinati. Né una sbavatura, né un pelo fuori posto. Ogni cosa collocata bene in ordine là dove era stato progettato dovesse essere. Tanto da impedire quasi di riuscire a trovare quelle cose cercate.
Distaccato, ogni cosa era presentata per poter essere colta, ma quasi a voler comunque mantenere le distanze. E mi accorsi forse per tenere sé stessi staccati dalla propria coscienza.
Lontano, lontano da ogni possibilità di poter ristabilire un equilibrio naturale. L’apice è stato raggiunto infatti al momento del pagamento, alle casse. Quasi tutte totalmente automatizzate; le poche dove ancora era presente una cassiera, la poverina era stata posta all’interno di una gabbia in plexiglas e per evitare ogni anche accidentale contatto umano, in caso di pagamento in contanti (ancora magnanimamente concesso), questo era eseguito attraverso una cassa automatica (e poi perché disdegnare il vantaggio di pagare meno il personale togliendo l’indennità di cassa altrimenti obbligatoria?).
Deserto, nonostante vi fossero molti clienti ognuno alla ricerca del proprio qualcosa. A vagare quasi come zombie in una landa spoglia e sterile. Zombie alla ricerca della propria vittima, completamente ignari degli altri come loro.
Impersonale, ogni cosa era organizzata per mantenere lontananza tra i presenti, quasi ci si potesse contaminare se troppo vicini (memoria di un recentissimo passato orribile in cui le coscienze sono state compresse ed annichilite).
E proprio da questa ultima considerazione hanno avuto origine i pensieri seguenti.
Un disegno, un disegno orchestrato a far perdere la parte di noi che ci rende umani.
Tanti bei manichini ubbidienti chiusi ognuno nel proprio guscio, guscio atto ad impedire si possa anche inavvertitamente entrare in contatto con un altro come noi.
Manichini che a scatti si muovono, ciechi ed ancora ubbidienti, ignari del mondo fuori alla loro bolla.
Ignari della bellezza della realtà del mondo, ormai precluso perché completamente disumanizzati.

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Mercoledì, 29 Gennaio, 2025

Incastrati.

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Incastrati.

Incastrati in una vita di cui non sono definiti i contorni.
Questo potrebbe apparire ad un osservtore esterno se si soffermasse ad ammirare la nostra vita, la vita di tutti.
Ho sentito spesso fare affermazioni del tipo: “Siamo presenti in una realtà che è una matrix…”
Matrix? Quale matrix?
Come se l’intero nostro mondo fosse una rappresentazione teatrale diretta chissà da quali soggetti.
Degli dei?
Degli alieni con tali e sofisticati mezzi tecnologici da averci immersi in un mondo totalmente costruito?
O cos’altro?
La verità è che non conosciamo nulla della nostra esistenza.
Ne abbiamo solo una piccola, parziale e distorta rappresentazione generata dalla nostra mente.
Ed il punto è proprio questo.
E la nostra mente ad aver costruito il mondo nel quale crediamo di essere l’attore principale.
E’ solo un artificio.
Tutto ciò che crediamo di sentire, toccare, vedere, percepire, odorare, gustare, intuire, in verità è appunto solo una credenza.
Ma è persino peggio di così.
Per quanto tempo durante l’arco della giornata siamo coscienti di noi stessi?
Quanti attimi abbiamo consapevolezza che in quell’attimo esistiamo e stiamo pensando?
Dieci ore?
Due ore?
Quaranta minuti?
Tre minuti?
Dieci secondi?
A volte credo persino nemmeno un frammento di secondo.
E allora?
Bhe allora uno scenario come quello che rappresento appunto nel libro “Il Mondo di mezzo.” potrebbe apparire del tutto realistico…

Lunedì, 27 Gennaio, 2025

Nel Mondo di sopra.

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Nel Mondo di sopra.

Di nullo valore l’apparir del Sole.
D’incantate facezie parea la vita.
Come d’altro canto appare vago l’approssimar del desio.
Incestuoso il Tempo con i suoi figli traditi.

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Sabato, 25 Gennaio, 2025

L’Oblio non può essere eterno.

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L’Oblio non può essere eterno.

Non ti scordar di chi eri.

Di quando nacqui, di quando poi crescesti.

Non dimenticare dei primi segni, del Mondo giovane.

Non allontanare ancor dalla tua mente le prime voci, dense di parole.

Non ti scordar di chi primo impresse nella tua mente i primi Sogni…

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