Mercoledì, 29 Gennaio, 2025

Incastrati.

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Incastrati.

Incastrati in una vita di cui non sono definiti i contorni.
Questo potrebbe apparire ad un osservtore esterno se si soffermasse ad ammirare la nostra vita, la vita di tutti.
Ho sentito spesso fare affermazioni del tipo: “Siamo presenti in una realtà che è una matrix…”
Matrix? Quale matrix?
Come se l’intero nostro mondo fosse una rappresentazione teatrale diretta chissà da quali soggetti.
Degli dei?
Degli alieni con tali e sofisticati mezzi tecnologici da averci immersi in un mondo totalmente costruito?
O cos’altro?
La verità è che non conosciamo nulla della nostra esistenza.
Ne abbiamo solo una piccola, parziale e distorta rappresentazione generata dalla nostra mente.
Ed il punto è proprio questo.
E la nostra mente ad aver costruito il mondo nel quale crediamo di essere l’attore principale.
E’ solo un artificio.
Tutto ciò che crediamo di sentire, toccare, vedere, percepire, odorare, gustare, intuire, in verità è appunto solo una credenza.
Ma è persino peggio di così.
Per quanto tempo durante l’arco della giornata siamo coscienti di noi stessi?
Quanti attimi abbiamo consapevolezza che in quell’attimo esistiamo e stiamo pensando?
Dieci ore?
Due ore?
Quaranta minuti?
Tre minuti?
Dieci secondi?
A volte credo persino nemmeno un frammento di secondo.
E allora?
Bhe allora uno scenario come quello che rappresento appunto nel libro “Il Mondo di mezzo.” potrebbe apparire del tutto realistico…