
Il tutto è Creato?
Da chi?
Da sé medesimi?
Da un Creatore?
Da una simulazione?
Piccolo anticipo, l’Antefatto, estratto da quello che sarà “Il Mondo di mezzo”.
Nel Mondo di Sopra, Olaf, il demiurgo, quella sera aveva finito veramente tardi di lavorare.
Con fatica, arrancando intorno all’edificio, tirava in basso una ad una tutte le serrande alzate.
Arrivato ansimando all’ultima, finalmente, fece per alzare il piede di porco usato per l’operazione, quando, inciampando per la stanchezza, cadde al suolo sopra la grata di areazione delle cantine sottostanti, ed a causa del peso eccessivo che si portava appresso nella sua flaccida e corposa persona, non gli riuscì proprio di arrestare il capitombolo, che ebbe come conseguenza l’essere infilzato del suo capo da una delle estremità acuminate dell’arnese che teneva in mano.
Ora, per quanto cruento e truce possa sembrare la rottura delle sue ossa craniche con l’inevitabile fuoriuscita di buona parte del materiale cerebrale, non si potrebbe mai minimamente immaginare l’incredibile cascata di conseguenze che avrebbe portato tale fatto in una serie infinita di Mondi sottostanti.
Nel primo Mondo, quello fatto di polvere, sabbia, rifiuti e scarti del Mondo sovrastante, il sangue che colava copioso dallo squarcio della ferita aperta nel capo di Olaf, il demiurgo, inondò come manna rigeneratrice su un sottobosco di muffe, funghi, batteri ed altre minute creature quali si possono trovare nei terreni o negli impianti fognari. Tale effluvio portatore di vita come un tocco magico destò una vita brulicante fatta di miliardi di esseri viventi; un vero intero Mondo inatteso, come fosse un pianeta intero data la varietà e moltitudine di forme organiche.
Insieme a queste arrivarono, talmente tante altre creature che a pensarci si fa persin fatica.
Ragni, mosche, larve, millepiedi, acari, pesciolini d’argento, blatte, formiche e vermi. Dalle forme più variegate, dai grigi di mille tonalità, dalle più proprie caratteristiche morfologiche adattate a quei territori aspri e crudi.
E questo fu solo il primo Mondo ad essere ridestato.
Sempre il sangue, impregnando i sottostanti cumuli di terra, diede vita ad una serie di altre infinite forme viventi.
Mondi privi d’aria e soffocanti per gli abitanti del regno di sopra, ma essenziali ai suoi nuovi inquilini.
Così da una vita persa, quella di Olaf, il demiurgo, ebbero origine talmente tanti esseri che sarebbe impossibili enunciarli tutti.
Ma non solo a questo si fermò la furia generatrice del nostro malcapitato personaggio.
Persino una quantità di Mondi di mezzo venne all’istante creata.
Olaf, il demiurgo, nella sua frenesia ispiratrice di vita, aveva generato un terremoto di genesi vitali che mai si sarebbe potuto prevedere.
Gli eventi vibrazionali seguenti misero in risonanza infiniti universi paralleli creati dalla sua oramai putrescente mente; in un lampo cosmi nuovi videro la luce.
Come quello delle creature Beretrici.
Tali insignificanti esseri fecero brulicare di attività milioni e milioni di pianeti sparsi in un universo vastissimo, molti direbbero addirittura infinito, fatto di almeno mille miliardi di miliardi di galassie.
La loro esistenza ebbe origine in un attimo di quel cosmo, che poi fu definito l’Attimo Zero, simultaneamente su qualche centinaio di mondi orbitanti intorno ad altrettante stelle.
Erano esseri monocordi, che vibravano all’unisono insieme al cosmo che li ospitava.
Ognuno dotato di una propria coscienza e di una propria identità, tutti insieme concorrevano alla “Grande Marcia” che li vedeva diffondersi e moltiplicarsi in ogni dove in maniera inarrestabile e continua.
Occorsero solo nemmeno un miliardo di anni perché il loro intero universo divenisse saturo della loro presenza, ma imperterriti non cessarono il processo di espansione, sino a che, tale universo, ormai incapace di contenerli ed anticipare la loro espansione cedette ed esplose in un’immane boato.
Fu il preludio di un’incessante procreazione di universi dalle più svariate, strambe e singolari caratteristiche.
Di sicuro quello che ebbe il suo momento di esistenza più significativo fu quello dei Bruchi Neri.
Si è ben inteso non buchi neri, ma Bruchi Neri.
Queste erano creature talmente piccine che anche un milione potevano stare sulla punta di uno spillo.
Il processo che decretò la loro nascita ebbe luogo circa mille miliardi di anni dopo la nascita del loro universo.
E la loro evoluzione e persistenza in tale cosmo forse si può considerare in non più di un millisecondo.
Ma erano creature portentose ed intelligentissime.
Capaci persino di dilatare la loro esistenza su e giù per il tempo ed alla fine risultò potessero esistere in uno spazio senza tempo che però li annichilò in un battibaleno a causa di una burrascosa tempesta temporale.
A sua volta tale evento ne generò altri che a loro volta diedero origine ad altri universi.
Ma a noi ne interessa uno in particolare che per la nostra stessa esistenza e stato esistenziale.
La creazione dell’universo Mombu.
Tale universo è ancora oggi ben presente.
Ha un’estensione infinita ed a ben vedere è un cosmo abbastanza consueto, molto simile al nostro, dove le leggi fisiche che lo governano sono abbastanza simili.
Senonché, sebbene lo scorrere del tempo ricalchi molto da vicino il nostro, i principi di causa ed effetto sono invertiti.
Mi spiegherò bene per intenderci come si deve.
In tal contesto si potrebbe considerare la mia intenzione di assestare un calcione come si conviene ad un grosso deretano.
Ovviamente ciò comporterebbe nel nostro universo una sensazione spiacevole e dolorosa per il povero malcapitato oggetto di tali mie attenzioni.
Ebbene nel cosmo Mombu se io potessi ritenermi responsabile di tale evento increscioso assisterei alla reazione di tormento della mia vittima ancor prima che la mia intenzione si palesasse e solo successivamente potrei prendere coscienza del rotear della mia gamba verso tal sedere.
Si può quindi ben immaginare la confusione generata da simile bailamme, per cui accade che mai si possa venir a capo di nulla.
E tutte le creature qui presenti hanno il loro bel da fare per condurre un’esistenza degna di questo nome, si pensi che mai un impudente è stato punito per ciò che ha commesso, dal momento che il danno cagionato sempre è avvenuto prima del misfatto.
Un casino come si deve davvero.
In fisica tale flusso di eventi viene definito come entropia invertita.
In quel luogo, al contrario di quanto avviene qui da noi, ogni cosa tende alla minima entropia.
Il risultato è il massimo disordine. Oppure il massimo ordine a dire il vero, dipende tutto dal punto di vista che si preferisce adottare.
Comunque, ciò che a noi interessa è il fatto che anche in tale universo fossero presenti oggetti stellari particolari, delle singolarità speciali, i buchi neri.
Essendo un universo talmente vasto da essere infinito, presentava un numero infinito di buchi neri, e siccome gli eventi si svolgevano secondo il principio invertito di causa ed effetto, alla sua origine tali buchi neri erano già tutti belli e pronti.
In ognuno di essi era presente oltretutto un intero universo ed il caso volle che uno di tali buchi neri contenesse proprio il nostro stesso universo!
Si capisce bene quindi quanto sia stato importante quanto accaduto al povero Olaf, il demiurgo.
Nell’evento tragico della sua fine era già contenuto la nostra rivendicazione di esistenza.
Olaf, il demiurgo, era stato per noi l’artefice primo, il sommo Creatore a cui ogni singolo atomo dell’universo in cui viviamo deve a lui la sua presenza.
Ebbene, si potrà pensare, ma in fondo cosa importa?
Perché tale fatto riveste una così somma importanza?
In fin dei conti da che mondo e mondo tutto è in perenne creazione ed annichilimento.
In ogni attimo di tempo ed anche in ogni attimo di assenza di tempo vengono generati infiniti universi.
Uno in più o in meno può fare la differenza?
Per noi stessi sicuramente sì.
Per noi medesimi, tutto ciò che ha portato alla nostra presenza è di somma ed infinita importanza.
E non solo questo.
Anche la qualità e dignità dell’esistenza che conduciamo è importantissima!
Ben si capirà quindi quanto possa essere stato fastidioso che alcuni fatti accadessero, in un modo che è assai difficile da comprendere, a scapito di altri che sebbene accaduti non si sono mai concretizzati nella nuova successione dei fatti.
Capisco benissimo che si possa essere ingenerata una certa confusione.
Sarà bene quindi illustrare per benino tutta quanta la questione.
Al di sopra del nostro piano di esistenza ne esistono molteplici altri.
In essi vivono tutta una serie di entità dotate chi più chi meno di propria volontà e discernimento.
Essendo poste su un piano dell’esistenza al di sopra del nostro, sono a noi superiori in variegati ed incomprensibili modi.
In ogni piano vi sono entità maligne o benevole, ma la stragrande maggioranza sono verso di noi totalmente indifferenti e la nostra misera vita è considerata semplicemente ne più che meno paragonabile a quella di un granello di polvere.
Ne consegue che se noi fossimo funzionali ad un qualche interesse che li riguardasse, verremmo usati per la soddisfazione ed il raggiungimento di tale scopo come fossimo foglie morte nel vento.
Mano a mano che si sale di livello, indifferenza e disinteresse per noi aumentano e considerazioni morali come bene e male sfumano sino a scomparire.
Tali entità sono da sempre state confuse e considerate da noi come divinità, dotate di valori esclusivamente umani.
Ogni volta invece che sono intervenute nel nostro processo evolutivo la conseguenza è stata sempre caos, disastri e dolore.
Se le cose fossero andate per l’universo e per noi piccoli ed insignificanti (per la grandezza del cosmo) esseri umani come avrebbero dovuto andare, ci avrebbe accolto un futuro radioso di espansione nella nostra galassia e poi in tutto l’universo. Un meraviglioso svolgersi di eventi, una crescita della nostra Anima, del nostro Spirito e, insieme a noi, di ogni altra creatura più o meno senziente in ogni stella del firmamento.
Ma in tale portentoso cammino risiedevano troppo equilibrio, armonia, benessere, creatività e bellezza.
Energie che troppo male si conciliavano con le esigenze nelle sfere di esistenza superiori alla nostra.
In cui principi e finalità a noi imperscrutabili esigevano un tributo di sangue immenso per noi, insignificante per loro.
E condizione indispensabile all’esistenza per ogni tipo di creatura ed entità di qualsiasi livello è poter disporre di una fonte cospicua di energia con cui sostentarsi.
Quindi non appena tali entità furono consapevoli della realizzazione di quanto da noi creato ed edificato, e dell’enorme opportunità che noi costituivamo dal punto di vista energetico, si adoperarono affinché la catena di eventi che aveva portato sino a quel punto tornasse indietro su sé stessa per poi alterarsi e modificarsi, adattandosi così alle loro esigenze.
Era indispensabile noi divenissimo funzionali alla soddisfazione delle loro necessità. In soldoni potessero trarre da noi il cibo di cui loro abbisognavano.
Tale processo a ritroso passò quindi per la nascita della singolarità che aveva generato il nostro universo uscendo dal buco nero nel cosmo dell’universo Mombu. Da lì si risalì a tutta la catena di eventi che aveva generato gli infiniti universi dopo la burrascosa tempesta temporale dell’universo dei Bruchi Neri.
Poi si ritornò indietro di mille miliardi di miliardi di anni e più su per tutti gli universi strambi e particolari generati dal boato dell’universo reso saturo dall’infinito procrearsi delle creature Beretrici.
Da qui ancora si risalì attraverso gli eventi vibrazionali seguiti alla risonanza di infiniti universi paralleli creati dalla putrescente mente di Olaf, il Demiurgo.
Quindi si percorse ancora a ritroso ogni singolo evento generatore di vita nei mondi al di sotto delle grate in cui precipitando a terra con il cranio fracassato Olaf, il demiurgo, perse la vita.
E qui, il quel preciso istante in cui il piede di porco penetrò come fosse burro la testa del malcapitato, venne eseguita un’azione del tutto insignificante e di poco conto.
Un atto talmente inosservabile che mai nessuno avrebbe potuto con sicurezza affermare fosse mai accaduto.
Un gesto di così di scarso effetto che smosse nell’aria solo alcuni piccolissimi ed invisibili atomi intorno al sangue che copioso fuoriusciva dalla testa e che andava ad inondare di vita i mondi sottostanti.
Ma tale esiguo, dappoco, irrisorio, marginale, trascurabile atto si ripercosse come un’onda di una influenza devastante in ogni universo, cosmo, realtà e piano dell’esistenza appena generato.
Tutto quanto sino al nostro universo, di nuovo, dove gli eventi che ebbero a generarsi dissolsero come fumo un futuro pieno e già realizzato. Generandone uno del tutto nuovo e di sicuro, per le superiori entità, magari poco dissimile, ma per noi angosciante e devastante.
E che futuro ci era stato scippato?
Come dicevo un futuro pieno, appagante e luminoso avevamo già realizzato.
Dopo centinaia di lunghi millenni di evoluzione avevamo raggiunto con fatica l’apice umano della nostra crescita fisica, tecnologica e sopratutto spirituale.
Fu un percorso arduo, costellato di sconfitte e di vittorie su noi stessi e sugli elementi del mondo esterno che con pazienza ci forgiarono.
Alla fine avevano raggiunto un tale equilibrio dentro noi stessi e il resto del creato che iniziammo una lenta espansione nell’universo.
Incontrammo specie di altri mondi che come noi avevano subito processi di crescita simili e con loro instaurammo sodalizi di muto progresso e beneficio.
L’intera nostra galassia pullulò della nostra vita e di quella delle altre creature che ci accompagnarono e dopo miliardi di anni addirittura ci spostammo di galassia in galassia.
Tutta questa pace, crescita e benessere accompagnava come un tutt’uno anima e corpo.
E così il nostro spirito ebbe modo di crescere di mondo in mondo e la nostra essenza, l’anima, acquisire quell’esperienzialità per cui era stata scissa dall’uno Creatore. Ebbe così modo di rispecchiarsi in esso ed in esso ritornare.
Un cammino sublime ed appagante.
Troppo a dire il vero per quelle entità dei piani superiori che avevano ben altre finalità che quelle della concretizzazione dei nostri bisogni…
Quindi esse agirono. E quel lieve smuovere di atomi nel mondo di Olaf, il demiurgo, ebbe sul nostro universo conseguenze inimmaginabili.
La nostra stessa evoluzione ne fu stravolta. Invece di subire un lento e progressivo cammino di crescita, ebbe brusche ed improvvise impennate che in poche migliaia di anni la portarono al punto che oggi noi conosciamo.
E come avvenne questo drastico meccanismo di crescita?
Non in modo naturale.
Infatti la catena di eventi che partì dal mondo di Olaf, il demiurgo, fece anche in modo che circa tredicimila anni fa si trovasse sul nostro mondo anche un’altra specie di creature dotate di intelligenza, di cui quasi la totalità di noi mai avrebbe sospettato l’esistenza. Esse, come fossero Dei creatori modificarono l’essenza stessa dell’uomo, attraverso manipolazioni del nostro corredo cromosomico e del nostro spirito.
Ma il loro scopo non fu quello di farci saltare centinaia di migliaia di anni evolutivi o quello di renderci migliori od efficienti.
Tutt’altro.
Nei loro piani vi era semplicemente l’intento di plasmare una specie fiera e promettente come la nostra per renderla mansueta, docile, servizievole e servile.
Il loro scopo fu quello di domesticarci.
Alla fine però sfuggimmo da quella condizione, di schiavi ed animali domestici quali eravamo divenuti, perché troppo numerosi.
Come conigli ci moltiplicammo per il mondo senza freni e senza quasi ostacoli grazie all’intelligenza che avevamo sviluppato anche grazie alle loro manipolazioni.
Ma non per questo fummo liberi e fuori dal loro controllo.
In modi che nemmeno possiamo supporre condizionarono e determinarono la nostra storia ed il nostro percorso su questo mondo.
Non esitarono ad utilizzare alcun mezzo, fosse cruento, creasse sofferenza, stenti e dolore. Per noi nutrirono mai alcuna empatia, anzi spesso mostrarono nei nostri confronti un sadico piacere nell’essere cagione di tanta sofferenza, reputandoci infimi ed inferiori. Semplicemente dovevamo essere asserviti ai loro intenti anche nelle condizioni più estreme ed inumane.
Avevano tollerato ci diffondessimo per il mondo senza troppe restrizioni e ci moltiplicassimo così tanto perché avevano bisogno raggiungessimo un certo grado di sviluppo tecnologico e scientifico, cosa possibile solo con una certa massa critica.
Negli ultimi decenni avevano aumentato i loro contributi diretti in tali discipline, ormai erano molto vicini a ciò che a loro serviva.
Ed erano quindi state fate scelte opportune.
In realtà noi esseri umani non eravamo mai stati a loro indispensabili assolutamente.
Questi esseri erano stati esiliati dal loro mondo per divergenze radicali con gli altri della loro specie, fatto che li aveva portati ad un confronto diretto anche cruento.
Gli era stato consentito pure di spostarsi con relativa facilità all’interno di questo sistema stellare, ma gli strumenti tecnologici di cui erano stati forniti non avevano una durata eterna e come era ovvio richiedevano manutenzione.
E con il tempo molti dispositivi non furono più utilizzabili.
Inoltre erano dotati di una caratteristica per noi invidiabile. Ogni loro vita infatti poteva durare persino diverse migliaia di anni, anche in assenza della loro tecnologia.
Invece per lo sviluppo delle caratteristiche umane avevano alla fine deciso che le nostre vite non avrebbero potuto superare il centinaio di anni. Inizialmente non era stato sempre così, ma poi timorosi che potessimo rivoltarci contro di loro, a volte era persino accaduto, limitarono di molto la durata della nostra esistenza.
Molti di noi con gli anni acquisirono quelle competenze e quelle abilità, anche contro i loro desideri, che erano loro proprie, questo fatto li fece infuriare a tal punto che per poco non fu decretata la nostra estinzione.
Ora avevamo raggiunto quello sviluppo tecnico per permettere di ripristinare molti dei loro dispositivi, ed in fondo quindi non eravamo più così necessari. Per lo meno non nel numero attuale…
Quindi quel grande futuro pronto ad accoglierci, già realizzato nel ramo di realtà che sarebbe a noi spettato, fu semplicemente cancellato.
E noi miseri esseri umani ci ritrovammo nella condizione di essere parassitati nell’anima e nella nostra vita.
Nell’anima ad opera di quelle entità supreme che per il raggiungimento dei loro scopi per lo più incomprensibili avevano cambiato la catena della creazione di così tanti universi.
Nella conduzione della nostra esistenza da quegli esseri alieni che ancora vivono tra noi e che così condizionano le nostre vite ancora nel mondo odierno.
A quello che ci è dato sapere la nostra anima è utilizzata proprio come fosse una sorta di batteria dalle entità dei piani superiori che, grazie alle emozioni che vengono sprigionate all’interno del nostro spirito, quasi esclusivamente quelle negative, si approvvigionano di energia vitale.
E pure le nostre esistenze materiali sono esclusivamente funzionali agli intenti di una specie per noi matrigna che però non sa che a sua volta è solo uno strumento atto generare quel contesto indispensabile ai livelli di esistenza superiori per parassitarci.
Non era questo di certo il nostro radioso futuro.
Ora purtroppo lo è divenuto.
In questo oceano di dolore però, vi è una piccola increspatura di minuscola positività. Almeno per tutti noi che siamo qui presenti in questo momento.
Difatti le nostre singole individualità presenti ora in questo nuovo scenario, in quello che avrebbe dovuto essere un radioso futuro non sarebbero mai esistite.
Vi sarebbero state altre vite, altre esistenze, ma non le nostre di oggi.
Quel cordoglio che proviamo per tutte quelle anime che avrebbero vissuto in quell’universo che più non è, è in effetti cancellato dalla consapevolezza che tutto ciò ha permesso a noi singolarmente di esistere.
Forse una vita non appagante e piena come quella dei nostri contraltari, ma pur sempre una nostra vita che forse possiamo cercare di affrancare dalla schiavitù che ci sovrasta.
Di conseguenza un unico fatto è qui certo ora.
Noi siamo qui, in questo mondo ed in questo stesso momento, e qui conduciamo le nostre vite.
In questo piccolo ed insignificante Mondo di mezzo.