Sabato, 8 Marzo, 2025

Transumanesimo.

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Transumanesimo.

L’etimologia della parola “Transumanesimo” deriva dalla combinazione di due termini, “Trans” e “umanesimo”, ciascuno con una storia linguistica e concettuale ben definita.
“Trans” è di derivazione latina ed assume il significato di “oltre”, “attraverso” oppure “al di là”. Questo prefisso è spesso usato per indicare un superamento, un passaggio o un’estensione oltre un limite esistente.
“Umanesimo”, sempre di derivazione latina, significa “proprio dell’uomo”, “umano” appunto.
L’umanesimo tradizionale è un movimento culturale e filosofico che si sviluppò in Europa durante il Rinascimento, incentrato sul valore e sul potenziale dell’essere umano, sulla centralità della ragione, della cultura e della ricerca scientifica. In questo contesto si ebbe un’enfatizzazione della dignità umana, della creatività e della conoscenza, tutti strumenti per migliorare la condizione umana.
Quindi “Transumanesimo” assume il significato di “oltre l’uomo”, “al di là dell’uomo”, come fosse una sua “naturale” evoluzione. E molti potrebbero pensare di assimilarlo al pensiero di Friedrich Nietzsche del “superuomo”, anche se proprio così non è.
Potremmo pensarla come una concezione positiva?
E’ proprio così?
Per meglio comprendere dove si vuole andare a parare vediamo come nasce questo neologismo.
La parola “Transumanesimo” (in inglese “Transhumanism” ) è stata coniata negli anni ‘50 dal biologo britannico Julian Huxley, fratello dello scrittore Aldous Huxley.
Julian Huxley utilizzò il termine per descrivere una visione futura in cui gli esseri umani avrebbero potuto superare i loro limiti biologici e culturali attraverso l’uso della tecnologia, della scienza e della razionalità.
E quest’ultimo pensiero è stato preso ed estremizzato in molte filosofie moderne che invece di vedere l’uomo come al centro del suo universo, lo asserviscono a voleri e bisogni dettati da una concezione molto “oligarchica”. In cui saranno presenti pochi eletti (eletti in senso divino), emancipati dalla condizione umana e da tutti i suoi limiti, mortalità compresa, ed una moltitudine di umanità, vista come incapace ed immatura per poter provvedere alle proprie esigenze se non debitamente indirizzata, in parte uomo ed in parte macchina, guidata e diretta con l’unica finalità di servire e provvedere ai bisogni di un’umanità “superiore”.
In questo nuovo contesto la parola “transumanesimo” coniata dal biologo Julian Huxley assume una connotazione più simile ad uno scenario distopico più proprio delle visioni mostrate nei romanzi del fratello Aldous Huxley.
E su tale universo privo di umanità ho costruito il mio romanzo “Il Penultimo Uomo.
Un romanzo solo all’apparenza lontano dalla vita della nostra società, bisognerebbe osservare bene la deriva che hanno preso molte pratiche mediche e riflettere.
Compresa la ricerca scientifica voluta ed indirizzata da alcuni personaggi estremamente facoltosi che preda di deliri di onnipotenza vorrebbero plasmare il nostro mondo a nostro discapito.
E senza interpellarci.
Ma di questo parlerò ancora.

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