Sabato, 18 Ottobre, 2025
Ho riscoperto questa mattina questa poesia.
L’immagine di mio nonno è magicamente riapparsa alla mente.
L’ultimo caffè.
Non poter dormire,
pe’ vecchi, brutto segno
di morte vicina:
vuol dire
che il congegno
vitale si scombina.
Solo
sul tetto
della vecchia casa dirimpetto
esala un fumajolo
a spire
nell’alba
umidiccia e scialba
un lieve fumo.
Là dirimpetto
abita un buon vecchietto
che certo è in cucina
per il suo caffè.
(Vicina
la morte
a chi non può dormire.)
Curvo sul fuoco
soffia il vecchietto forte;
poi la bianca tazza
solita
prepara: tre pezzetti
di zucchero, che amaro
gli sa sempre il caffè.
Schizza faville il fuoco.
(Vecchietto caro,
tu forse non m ’aspetti.
Tra poco
pur verrai con me.)
Su la vasta piazza
dorme ancor l ’ombra bassa;
qualche mattiniero
nero
vi passa.
Languida qualche stella
dal cielo occhieggia ancora.
Salutan la novella
squallida aurora
da presso e da lontano
i galli. Eccolo: dietro
il vetro
del balcon, pian piano
ora
sorseggia il buon vecchietto
caldo il suo caffè.
Prima che tragga il sorso,
vi soffia; chiude gli occhi:
chi sa che mai ricorda!
Forse gli sciocchi
sogni di questa notte.
Venivano
da bianche tombe
lontane
tante colombe
a frotte.
Di sotto il guanciale
sgusciava una serpetta
che gli dava un morso
sul cuore
senza fargli male.
Ancora, ancora un sorso,
vecchietto, non dar retta.
Perché ti guardi attorno?
Silenzio. Batton l ’ore.
Le cinque. Chi t ’aspetta?
È giorno, vedi? è giorno
già chiaro.
Finisci il tuo caffè.
(Poi, vecchietto caro,
fa’ cuore,
te ne verrai con me.)
- Luigi Pirandello
Sabato, 27 Settembre, 2025
L’Eletto.
Il Demonio ha posto davanti ai loro occhi uno specchio.
Un falso specchio.
Per specchiare fattezze di una bellezza profonda ed incredibile.
Per riflettere pensieri puri, sublimi e gloriosi.
Ma il cui esito è genitore di morte, devastazione e distruzione.
“Oh guardate! Guardate quanto oro, incenso e mirra vi circondano.”
Invece vi sono pestilenza, malattia, fame e sofferenza.
“Oh godete! Godete della passione, dell’abbondanza e dell’appagatezza!”
Invece solo carni trafitte dai ferri, stenti e privazioni son presenti.
Specchio sublime, specchio dorato, specchio concupiscente.
Ti specchi ancora vero?
Ti specchi ancora mentre avanzi a piedi scalzi.
Avanzi col fango alle caviglie e nel fango escrementi, sangue e ossa.
E come ti vedi circondato di oro, monete e gioielli, vero?
Mentre per un solo secondo volgi lo sguardo altrove, oltre lo specchio.
Per vedere solo la miseria, la volgarità e la privazione che t’avvolgono.
https://t.me/LaMacinaDelleParole
Sabato, 20 Settembre, 2025
La Luna.
Oggi son triste.
Mi son lasciato cullare dell’assenza di pensiero.
E questo mi ha condotto lontano. Lontano.
Lontano dove non si odon gli screzi.
Lontano ove non si odon i rumori molesti degli uomini.
Lontano dove il pensiero del grembo materno t’avvolge.
Poi ho fatto ritorno. Mentre sentivo protervo il fiato del corvo.
Un peso grande quanto grande può esser la Luna.
Un peso gravido di avida voglia di bere.
E così son stato trascinato via dai flutti.
Flutti che hanno agitato il mio Spirito.
Flutti che han fornito il cibo da altri tanto agognato.
Consunto. Mi sento consunto e svuotato oggi.
Oggi che vorrei far dono ad altri delle mie mille luci.
Oggi che però son soggiogato da pesanti catene.
DI prossima pubblicazione In “Quantum - L’ultimo dei Maghi”.
https://t.me/LaMacinaDelleParole
Martedì, 3 Giugno, 2025

Simboli di vita
L’universo, il nostro universo è un’immersione in simboli.
Simboli che danno Speranza.
Simboli di rettitudine. Di Beltà. Di appagamento e concupiscenza.
- Ogni albeggiare ti aggrappi ad essi viandante. -
E poi, vi son anche quelli di oppressione. Di crudele astinenza.
- O quelli che ti fan credere la vita beata e poi soffocanti ti spengono. -
E in effetti errante vagabondo nella tua Mente null’altro è presente.
Solo un’illusoria metafora di simboli insignificanti…
Pubblicato in “Pallina ed i Sarvanot - Il Sacro Casto” edizioni etabeta 2025.
https://t.me/LaMacinaDelleParole
Venerdì, 30 Maggio, 2025

La Febbre dello Spirito.
Una mano per dare.
Un’altra per levare.
In pegno spesso l’Anima bisogna regalare.
A nessuno è concesso di poter beneficiare e senza dono pagare.
Bene e gioia siano anticipo di danno e sofferenza.
Si sappia sempre comunque che in ogni abisso, il più buio e profondo,
nasconde in sé stesso lo stesso seme della più vivida luce.
Pubblicato in “Pallina ed i Sarvanot - Il Sacro Casto” edizioni etabeta 2025.
https://t.me/LaMacinaDelleParole
Giovedì, 29 Maggio, 2025

L’oscurità dell’anima.
E’ la fine, fine di tutto.
Il cielo è caduto sulla madre Terra, da cui fu generato.
Le stelle, i pianeti son caduti nell’inferno, son discesi a morire.
Non vi è più però un grembo ad attendere l’Uomo.
Solo oscurità, nera, scura oscurità a render ciechi gli animi.
Pubblicato in “Il Mondo di mezzo.” edizioni etabeta 2024.
https://t.me/LaMacinaDelleParole
Mercoledì, 30 Aprile, 2025
Senz’Anima.
Quanta arroganza nella mente fiera.
Arrogante e di sé stessa piena.
A dirimer e giudicar le trame.
Pensando dall’alto come un Dio sulle povere anime.
Senza pietà alcuna, comprensione o desiderio.
Divenuto noce, solo, senza più gheriglio.
E poi altero quando oramai è troppo tardi,
a vagar per la notte, solo mortale e senza più nulla di così Speciale.
Pubblicato in: “Pallina ed i Sarvanot - L’Alleanza.”
https://t.me/LaMacinaDelleParole
Giovedì, 20 Marzo, 2025
Il Bambino con lo Specchio.
Infante nato alla vita a rimirar l’oceano.
Ma non ti è stato donato l’ardore alla vita.
E nemmeno l’ardere del fuoco a riscaldar gl’inverni.
Quanta ineluttabile bellezza persa e naufragata tra i flutti.
“Son come Narciso ad osservare la mia immagine. In essa annego.”
E nulla vi è fuori ad attendere i tuoi passi.
Mentre ti chini ancora una volta ad osservare, ormai spento, la tua
immagine riflessa.
Come fossi ciò che fosti un tempo: Il Bambino con lo Specchio.
.
.
Pubblicata in “Il Penultimo Uomo.” edizioni Etabeta 2022
.
.
https://t.me/LaMacinaDelleParole
Venerdì, 28 Febbraio, 2025
Via, via, via.
Una strada lunga, asfaltata, di ghiaccio.
Ghiaccio sciolto tra i miasmi di un’afa torrida.
Due pensieri a galleggiar nel limbo,
che si riflettono come zanzare sullo stagno.
Offuscata la mente dall’umido grigiore,
mentre abbaglia questa luce accecante.
Percorro miraggi su miraggi.
Pensieri sconnessi e senza meta.
Come senza meta i miei propositi,
trascinati da un passo e un altro passo,
avanti senza intenzione alcuna.
Sfrecciano al mio fianco innumerevoli e svogliati.
.
.
.
Pubblicata in “Cronospazio” edizioni Etabeta 2023
.
.
.
https://t.me/LaMacinaDelleParole
Venerdì, 21 Febbraio, 2025
La grande Adunanza.
Venite a me Creature, venite da ogni dove.
Venite a lenir i dolori, le pene ed i travagli.
Venite unite e libere, a dispetto degli Spettri e della Morte.
Venite e godete della vita e dell’esistenza, dell’Amore profuso a piene mani.
https://t.me/LaMacinaDelleParole
Di prossima pubblicazione su “Pallina ed i Sarvanot - Il Sacro Casto” ultimo capitolo della saga.
Domenica, 16 Febbraio, 2025
I Padroni della Terra.
Intere messi seminate, ora pronte al raccolto.
Un raccolto copioso, ad attendere di essere mietuto.
Miliardi di d’oro spighe sotto il cocente sole.
Ondeggiare pigre al vento, cullate dalla brezza mattutina.
Oh che godere a falciare il succoso nettare.
Oh che premio pieno che trabocca i calici assetati.
Ingorde le gole che trangugiano il fecondo sangue.
Avide le bocche a dilaniar le carni.
[url]https://t.me/LaMacinaDelleParole[/url]
Di prossima pubblicazione su “Pallina ed i Sarvanot - Il Sacro Casto” ultimo capitolo della saga.
Martedì, 11 Febbraio, 2025

Stanno uccidendo i Sogni (lo spettatore).
Cammino,
cammino in silenzio tra la gente, per non disturbare i loro pensieri.
A fianco di molti ho costruito la mia vita. Gli altri il tempo, ha fatto ombre.
Sempre più silenzioso avanzo e vedo ogni cosa perdere colore. Vedo gli altri, perdere colore.
Come da una tela imbrattata dall’acqua, i rivoli di colore si perdono.
Li vedo scolorire piano piano e divenire sempre più silenziosi…
Mentre fuori, il mondo mantiene le sue vivaci luci,
mentre in alto un falco si libra in volo,
io, solo, mi lacero gli occhi.
Non vedi lo scorrere del tempo?
Come tutto appare trepido di luce mentre corri?
Oppure ti richiudi e ti fai triste la sera all’incipiente notte?
Veleggi tra le note orchestrate che ti penetrano e poi ti trasportano.
Lontano tra le braccia di un tempo che tu, hai creato.
Lo stesso ritmo, pian piano ti trascina via.
E ti fa avanzare lentamente tra le mie braccia,
imbrigliandoti a me con infinita compiacenza.
E allora come un giovane cavaliere in sella ad una moto, corri.
Corri verso un tempo, che è allo stesso tempo, preda e cacciatore.
Poi la musica prosegue, divenendo a un tratto la stessa, ma grigia, uguale.
E tu con ogni briciolo della tua forza, non vuoi allontanarti via da essa.
Non vuoi cambiare la melodia.
Non vuoi ucciderla.
Non vuoi stravolgerla.
Ma infine la riavvolgi ed una nuova crei.
E ancora alla fine anche tu perdi colore e divieni grigio.
Come gli altri.
Come vuole diventare il mondo nuovo.
Solo che ora, anche tu, lo vuoi.
https://t.me/LaMacinaDelleParole
Lunedì, 10 Febbraio, 2025
Addio.
Vedi oh mio capitano,
io vedo la nave che mi porta via da qui.
E’ come se vedessi con gli occhi miei,
la morte, lontano, che ha paura di dire sì.
E forse è un miraggio,
o forse solo un sogno,
ma non so che m’ importa di me.
E sento le urla disperate del gabbiano,
che è venuto, proprio qui,
a morir nel mare.
.
.
.
Pubblicata in “Cronospazio” edizioni Etabeta 2023
.
.
https://t.me/LaMacinaDelleParole
Domenica, 9 Febbraio, 2025
L’Universo.
L’universo, il nostro universo è un’immersione in simboli.
Simboli che danno Speranza.
Simboli di rettitudine. Di Beltà. Di appagamento e concupiscenza.
- Ogni albeggiare ti aggrappi ad essi viandante. -
E poi, vi son anche quelli di oppressione. Di crudele astinenza.
- O quelli che ti fan credere la vita beata e poi soffocanti ti spengono. -
E in effetti errante vagabondo nella tua Mente null’altro è presente.
Solo un’illusoria metafora di simboli insignificanti.
https://t.me/LaMacinaDelleParole
Lunedì, 27 Gennaio, 2025
Nel Mondo di sopra.
Di nullo valore l’apparir del Sole.
D’incantate facezie parea la vita.
Come d’altro canto appare vago l’approssimar del desio.
Incestuoso il Tempo con i suoi figli traditi.
https://t.me/LaMacinaDelleParole
Sabato, 25 Gennaio, 2025
L’Oblio non può essere eterno.
Non ti scordar di chi eri.
Di quando nacqui, di quando poi crescesti.
Non dimenticare dei primi segni, del Mondo giovane.
Non allontanare ancor dalla tua mente le prime voci, dense di parole.
Non ti scordar di chi primo impresse nella tua mente i primi Sogni…
https://t.me/LaMacinaDelleParole
Mercoledì, 11 Dicembre, 2024
Il Colore Porpora.
Lacrime amare, dal sapore del fiele avvelenato dalla rabbia e dal rancore.
Si è sempre disposti a pagare un pegno assai alto.
Per “sommi ideali”, vien detto.
Per “coprire di gloria e d’alloro i capi degli eroi”, si urla.
Per “rendere onore a questo od a quell’altro dio”, viene sussurrato.
Per “affrancare gli animi e gli Spiriti”, si bisbiglia a denti stretti.
Ma non vi posson essere acque pure per lavare gli orrori.
Ma non vi son profumi ad addolcire l’aria putrida.
Ma non si possono scavare buche così profonde da seppellire tutti i corpi.
Ma non vi può esser alcun pensiero sublime a cancellar ricordi atroci.
https://t.me/LaMacinaDelleParole
Di prossima pubblicazione su “Pallina ed i Sarvanot - Il Sacro Casto” ultimo capitolo della saga.
Sabato, 7 Dicembre, 2024
Il Tintinnare.
Il tintinnante tintinnio di mille campanelle, ondeggianti e genuflesse alla lieve brezza mattutina,
mi coglie inaspettato e quasi sorpreso del canto orchestrato che liete annunciano.
“E’ arrivato!”
Forse inatteso mai avrebbe dovuto apparire al mio sentire, ma quel fraterno scampanare si era come assopito di anno in anno, soffocato e zittito dall’incedere del mio cammino.
Così, ora, si fece strada nuovamente, in modi prima incerti e timorosi e poi via via sempre più sicuri ed audaci, sino a ché d’improvviso fu un tinnire, ovunque, intorno.
Gaudioso e sin pieno di maraviglia il mio animo si protese al lieto imberbe giorno.
Ed il riecheggiar tonante di campanule trillanti m’avvolse proprio come fossi infante.
https://t.me/LaMacinaDelleParole
Venerdì, 6 Dicembre, 2024

Un sogno che non è un sogno.
Ho fatto un sogno dentro lo specchio,
mentre pensavo di stare a guardare indietro,
le mie orme cancellate nella sabbia.
E mi sono accorto che non ricordo,
che non ho più memoria.
Aiutami ora o Dio del Tempo e del Vento.
Ora che la terra vola via da me.
Io che sento freddo e sempre più freddo dentro di me.
Sogno un sogno dentro ad un sogno.
Sogno un uomo dentro ad un sogno.
Un sogno che non ho fatto mai.
Sogno un sogno, un finto sogno.
Piange un uomo dentro ad un sogno.
Un uomo che non ho amato mai.
https://t.me/LaMacinaDelleParole
Giovedì, 5 Dicembre, 2024
20 o 30 mila.
Cominciammo in tanti, in 20 o 30 mila
poi andammo avanti, si sa il tempo uccide.
Lenti e inesorabili, avanzammo a stento
prima di voltarci e di piegarci a terra.
Procedemmo in molti, ed 1 ad 1
prigionieri od uccisi, “e sia lo spazio!” ci racchiuse.
Plasmati e lavorati, su giochi ed archi
non fummo che poca coscienza e fumo di conoscenza.
Incedemmo in sparuti gruppi, in cerchio (0)
liberati e solo sopravvissuti, “e sia lo spazio…” si curvò.
A lavorare chi su anima, chi su pane
persi e ci perdemmo, lasciando libero lo spirito, il più bello.
Rimanemmo una manciata tutti uguali, tutti diversi,
e fermi lì a guardare, si sa il tempo consuma.
Veloci e logorati, precipitammo in verso
e ci voltammo insieme e ci voltò la terra.
Pubblicata in “Cronospazio” edizioni Etabeta 2023
Martedì, 3 Dicembre, 2024
Suum numen extinctum est in nocte sine stellas.
Lo portò nella brace ardente il nero giorno,
mentre i quattro rei sovrani dell’apocalisse
annunziavano frementi la sua morte
con lo sbattere stridente dei cavalli alati.
Uno solo con la spada fiammeggiante
tagliò l’unico fil superstite e lo costrinse nel nero mar
come predisser i tre fratelli corvi sul ramo
e la morte oscura che serban in cuor.
E il fiume roteante per la gioconda via
trascina con se i flutti e le anime al vento,
come foglie di un autunno, ormai povero di mieter vite umane.
E pure i quattro, si ferman timorosi davanti al sol.
Fu ben lungi assai lontano dall’appassir la vita,
ma pur lo stesso il rapace l’arrestò volando.
Le acque fluttuaron nelle tenebre oscure,
mentre il nume appassiva alla candida sera.
Sabato, 30 Novembre, 2024
Ferri.
Hanno messo cancelli davanti al naso. Alla bocca.
Hanno cintato i nostri centri, le nostre città, le nostre case.
Hanno eretto muri tra noi ed i nostri cari. Nei nostri cuori.
Hanno assediato le nostre menti, i nostri pensieri.
Persino i nostri ricordi.
Non si possono più udire le parole vibrate dalle labbra.
Serrate tra i denti le parole vengono scalciate e represse.
Tonanti e roboanti pensieri soffocati ed affievoliti.
Persino il respiro è negato. Soffocato ed ingurgitato.
Prigionieri nelle nostre cantine. Nelle profondità delle case.
Incatenati tra brune e tetre pareti, e nelle sedie accasciati.
Con sguardi corvi a scrutar dalle appannate finestre.
Con sguardi persi, grigi, pesanti, con la sapienza annullata.
Non vi è più calor negli abbracci. Strappati, paurosi e negati.
Han proibito i baci, carnosi, colmi di passione e sfiorati.
Han detto che mischiar il fango di mano in mano sia cosa brutta,
come arrecar offesa.
A recar messaggi d’amore non vi è più neppur la bramosa pelle.
Ed infine è vietato portar parola ai pensieri. Pure a quelli puri.
E’ fatto severo divieto di volger lo sguardo laddove nevica.
Allo stesso modo dispiegar la mente alla luce e alla ragione.
Non vi è più animo.
Non vi è più Dio.
Solo oblunata mente.