Venerdì, 13 Giugno, 2025

Disumanizzazione, parte quinta.

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Disumanizzazione, parte quinta.

A volte provo davvero un senso d’impotenza che genera frustrazione e scoramento.
Mi verrebbe istintivo dividere tutto ciò con cui vengo a contatto in bello e brutto.
In buono oppure in cattivo.
In giusto o sbagliato.
In bianco e nero.
Se mi fermo un secondo a pensare però capisco che il mio universo non ha questi confini così nettamente demarcati.
Per cui anche se inizialmente divengo preda del furore e della rabbia prendo poi consapevolezza della moltitudine di sfumature che compongono il mio mondo.
Una serie infinita di gradazione di colori che sfumano lentamente l’uno nell’altro.
Penso anche però che spesso bisogni anche prendere posizioni nette e definite.
Certi confini non vanno superati.
Mai.
In una certa parte del mondo in questo momento viene perpetrato uno STERMINIO, come ho già detto un GENOCIDIO.
A sostegno di tale abominio ho sentito accampare ogni genere di giustificazione.
Come quella ad esempio:
“Purtroppo le morti civili sono inevitabili in un contesto come quello della Striscia”.
Oppure come quella per cui viene affermato che ha bombardato in Siria ed in Ucraina anche la Russia…
Ma siamo ammattiti?
Ripeto, ma siamo diventati matti?
Sul serio si può appoggiare e giustificare un GENOCIDIO perché inevitabile oppure perché tanto vengono perpetrati atti simili anche da qualcun altro in qualche altro posto?
Ciò che ho provato leggendo tali commenti è stata rabbia, repulsione e poi orrore, schifo, per tanta insensibilità, per tanta superficialità.
Solo se si è vuoti dentro si possono pronunciare certe parole.
Inoltre è proprio a disposizione d’animo e di pensiero come quelle che portano a simili enunciazioni che sono possibile e permessi tali abomini.
Non voglio attribuire a nessuno una simile povertà di principi “umani”, né tantomeno a chi si è espresso con quelle parole.
Ma sta di fatto che spesso non solo non è umano ed è privo di anima chi è artefice di tali atti abominevoli, ma spesso lo è anche chi appoggia e giustifica tali atti esecrabili.
Come affermava il poeta e filosofo svizzero Henri-Frédéric Amiel a metà del XIX secolo, probabilmente l’anima non è presente sin dalla nascita in ogni uomo. Essa si forma là dove vi è una particolare predisposizione dell’essere umano improntata alla sua evoluzione e crescita.
L’anima è un “guadagno” di cui non tutti gli esseri umani possono godere alla loro dipartita.
Sono le esperienze formative della vita, la crescita della coscienza, la coltivazione di sani principi e la cura della propria spiritualità che permettono nel momento della propria morte di poter affermare di aver conquistato un’anima eterna.
Quindi non tutti gli uomini hanno un’anima e non tutti gli uomini sono “umani”.



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Martedì, 3 Giugno, 2025

Simboli di vita.

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Simboli di vita

L’universo, il nostro universo è un’immersione in simboli.
Simboli che danno Speranza.
Simboli di rettitudine. Di Beltà. Di appagamento e concupiscenza.

- Ogni albeggiare ti aggrappi ad essi viandante. -

E poi, vi son anche quelli di oppressione. Di crudele astinenza.

- O quelli che ti fan credere la vita beata e poi soffocanti ti spengono. -

E in effetti errante vagabondo nella tua Mente null’altro è presente.
Solo un’illusoria metafora di simboli insignificanti…





Pubblicato in “Pallina ed i Sarvanot - Il Sacro Casto” edizioni etabeta 2025.

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Venerdì, 30 Maggio, 2025

La Febbre dello Spirito.

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La Febbre dello Spirito.

Una mano per dare.
Un’altra per levare.
In pegno spesso l’Anima bisogna regalare.
A nessuno è concesso di poter beneficiare e senza dono pagare.
Bene e gioia siano anticipo di danno e sofferenza.
Si sappia sempre comunque che in ogni abisso, il più buio e profondo,
nasconde in sé stesso lo stesso seme della più vivida luce.




Pubblicato in “Pallina ed i Sarvanot - Il Sacro Casto” edizioni etabeta 2025.

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Giovedì, 29 Maggio, 2025

L’oscurità dell’anima.

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L’oscurità dell’anima.

E’ la fine, fine di tutto.
Il cielo è caduto sulla madre Terra, da cui fu generato.
Le stelle, i pianeti son caduti nell’inferno, son discesi a morire.
Non vi è più però un grembo ad attendere l’Uomo.
Solo oscurità, nera, scura oscurità a render ciechi gli animi.



Pubblicato in “Il Mondo di mezzo.” edizioni etabeta 2024.

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Mercoledì, 28 Maggio, 2025

Pallina ed i Sarvanot - Il Sacro Casto.

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Pallina ed i Sarvanot - Il Sacro Casto.

E’ Finalmente uscito.
Ecco l’immagine di copertina, per introdurci in un nuovo viaggio…

Se si crede nei Sogni, nella Magia, nei Mondi Magici o solo nella possibilità che possano esistere luoghi davvero fantastici, allora si devono sfogliare queste pagine.
Se poi non si possa fare a meno di pensare che i Gatti siano dotati di peculiarità e caratteristiche tali da farli esistere anche in altri Mondi, come resistere alla tentazione di aprire questo libro ed immergersi in tale universo?

Tutto può essere solo un gioco, un volo pindarico.
Ma se tutto questo fosse vero?
Negato persino a noi stessi.
Ma invece reale?
Allora non si resista un solo secondo in più.
Si chiudano gli occhi, ci si addormenti e si SOGNI.

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Acquistabile per ora su etabeta, tra qualche giorno su tutte le principali piattaforme online e soprattutto in libreria!

Mercoledì, 21 Maggio, 2025

Democrazia.

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Democrazia.

La parola “Democrazia” è una di quelle parole che fanno parte della neo-lingua creata dalla propaganda dei detentori del potere del mondo occidentale in cui un termine viene privato del suo significato originale per essere così soppiantato da un significato “nuovo”.
Se ne può considerare un esempio significativo nella nuova definizione che è stata data alla parola “vaccino” per supportare una nuova cura sperimentale che altrimenti sarebbe risultata indigesta alla popolazione se propagandata con il suo reale significato.
Ma non è l’unico esempio che si potrebbe fare. La maggior parte dei quotidiani italiani sono espertissimi nella definizione di concetti fatti passare per altro utilizzando parole diverse.
Come l’attuale genocidio che si sta perpetrando in Palestina.
La parola genocidio non viene quasi mai menzionata, sostituita da termini aleatori e generici come “autodifesa”, “guerra al terrorismo”, “ripristino dell’ordine” e si potrebbe andare avanti.
Ma mai conviene utilizzare la parola che meglio rappresenterebbe ciò che sta accadendo, appunto genocidio.
Ma torniamo al nostro argomento principale, la democrazia.
Qualsiasi organo d’informazione dell’attuale regime (termine che di sicuro ben identifica lo stato politico attuale), affermerebbe con sicurezza che viviamo in uno stato democratico.
Ma se constatiamo la realtà dei fatti tenderei ad escludere questa asserzione.
Premetto che l’attuale gestione dello stato in cui viviamo potrebbe apparire sicuramente migliore della stragrande maggioranza dei regimi dispotici e totalitari che spesso in passato ma anche ora nel mondo hanno governato molti paesi. Ma non di meno sarebbe imprudente e sicuramente ingenuo affermare che davvero si viva in uno stato democratico. O per lo meno nel significato pieno sempre attribuito storicamente alla parola democrazia.
Ho avuto particolare contezza di questo pensiero in una discussione avvenuta con mio padre qualche giorno fa.
Si discuteva circa il fatto che nel mondo occidentale la stragrande maggioranza delle notizie rilevanti e contrarie all’unico pensiero dominante del cosiddetto mainstream, fossero, metodicamente e con solerzia, omesse, nascoste o radicalmente modificate.
Esattamente come se vigesse un sistema orwelliano in stile “1984”.
La concezione relativa al mondo dell’informazione nel pensiero di mio papà era ancora quella sviluppata comunemente nella popolazione dal dopoguerra sino agli anni ‘90. Cioè un sistema composto da giornali e televisioni legato strettamente all’ambito politico della nazione, in cui i referenti del giornalismo erano i politici ed i partiti che si riteneva costituissero l’ossatura di governo del paese.
Oggi ritengo che la situazione sia radicalmente mutata.
Alcuni istituti di indirizzo di controllo globale, entità internazionali e persino facoltosi personaggi, godendo della disponibilità di enormi capitali e risorse, hanno pian pianino eroso ogni ambito di indipendenza di pensiero, se vi era mai stato, nei vari organi d’informazione.
La cosa gravissima è che questo sia avvenuto anche in contesti anche molto distanti.
Per cui è avvenuta una progressiva “colonizzazione” sia in ambito dell’informazione, sia in ambito politico e persino giudiziario.
Avendone avuto libera facoltà e determinazione hanno cooptato le nuove generazioni di politici di qualsiasi formazione, sia di governo che di opposizione e poi, con lo scopo di controllare i vari movimenti, hanno dato inizio al teatrino delle finte contrapposizioni, quando invece veniva portata avanti, da parte di tutti gli schieramenti, la stessa identica agenda.
Con gli stessi propositi hanno proceduto ad acquisire ogni gruppo editoriale che avesse una qualche rilevanza in ambito nazionale, effettuato nominalmente da soggetti differenti ma facenti capo alle stesse strutture ideologiche.
Fintanto ché, grazie sopratutto al condizionamento, alla propaganda, al ricatto ed alla corruzione, ogni posizione divergente e contrapposta è stata appiattita ed assoggettata ad agende coerenti e comuni, il famoso pensiero unico di memoria orwelliana, eliminando di fatto qualsiasi contrapposizione e possibilità di determinazione autonoma e critica non solo nei confronti del regime auto instauratosi ma elidendo di fatto la crescita e lo sviluppo delle coscienze.
Quindi la “nova democratia”, ha perso qualsiasi riferimento reale al significato intrinseco del termine.
Puramente dal punto di vista formale nulla è cambiato.
Ma se sono state sostituite al vertice tutte le figure apicali ed amministrative del vivere civile, sia all’interno degli apparati dello stato, sia nelle compagini dei partiti politici e della pubblica informazione e persino nelle strutture della magistratura, allora il tutto sarà gestito ed amministrato in maniera univocamente funzionale alla nuova ideologia, in cui tutti i principi democratici sono inapplicati ed elusi sfacciatamente e con arroganza, pur affermando a gran voce la presenza di uno stato democratico.
Il nuovo sistema allora avrà assunto la forma di un sistema più simile ad uno stato oligarchico o plutocratico, in cui pochi soggetti enormemente ricchi, gruppi economici multinazionali e monopolistici e gruppi di interesse facenti capo a nazioni straniere, dirigeranno le redini del destino di una popolazione divenuta per lo più passiva, succube, assopita e domesticata.
Quindi una democrazia vestita da democrazia, ma la cui ossatura che la sostiene non è affatto democratica.

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Venerdì, 16 Maggio, 2025

Il Mondo di mezzo. Antefatto.

Il Mondo di mezzo.

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Vorrei riportare un capitolo del mio libro “Il Mondo di Mezzo.” allo scopo di far riflettere circa le cose in cui crediamo. Un credo a volte molto diverso da quello che abbiamo sempre comunemente immaginato.
Un Mondo sì sorprendente, ma così pieno di armonia e sincronicità.

Antefatto.

……….Di nullo valore l’apparir del Sole.
……….D’incantate facezie parea la vita.
……….Come d’altro canto appare vago l’approssimar del desio.
……….Incestuoso il Tempo con i suoi figli traditi.

Nel Mondo di Sopra, Olaf, il demiurgo, quella sera aveva finito veramente tardi di lavorare.
Con fatica, arrancando intorno all’edificio, tirava in basso una ad una tutte le serrande alzate.
Arrivato ansimando all’ultima, finalmente, fece per alzare il piede di porco usato per l’operazione, quando, inciampando per la stanchezza, cadde al suolo sopra la grata di areazione delle cantine sottostanti ed a causa del peso eccessivo che si portava appresso nella sua flaccida e corposa persona, non gli riuscì proprio di arrestare il capitombolo che ebbe come conseguenza l’essere infilzato del suo capo da una delle estremità acuminate dell’arnese che teneva in mano.
Ora, per quanto cruento e truce possa sembrare la rottura delle sue ossa craniche con l’inevitabile fuoriuscita di buona parte del materiale cerebrale, non si potrebbe mai minimamente immaginare l’incredibile cascata di conseguenze che avrebbe portato tale fatto in una serie infinita di Mondi sottostanti.
Nel primo Mondo, quello fatto di polvere, sabbia, rifiuti e scarti del Mondo sovrastante, il sangue che colava copioso dallo squarcio della ferita aperta nel capo di Olaf, il demiurgo, inondò come manna rigeneratrice su un sottobosco di muffe, funghi, batteri ed altre minute creature quali si possono trovare nei terreni o negli impianti fognari. Tale effluvio portatore di vita come un tocco magico destò una vita brulicante fatta di miliardi di esseri viventi; un vero intero Mondo inatteso, come fosse un pianeta intero data la varietà e moltitudine di forme organiche.
Insieme a queste arrivarono talmente tante altre creature che a pensarci si fa persin fatica.
Ragni, mosche, larve, millepiedi, acari, pesciolini d’argento, blatte, formiche e vermi. Dalle forme più variegate, dai grigi di mille tonalità, dalle più proprie caratteristiche morfologiche adattate a quei territori aspri e crudi.
E questo fu solo il primo Mondo ad essere ridestato.
Sempre il sangue, impregnando i sottostanti cumuli di terra, diede vita ad una serie di altre numerosissime forme viventi.
Mondi privi d’aria e soffocanti per gli abitanti del regno di sopra, ma essenziali ai suoi nuovi inquilini.
Così da una vita persa, quella di Olaf, il demiurgo, ebbero origine talmente tanti esseri che sarebbe impossibili enunciarli tutti.
Ma non solo a questo si fermò la furia generatrice del nostro malcapitato personaggio.
Persino una quantità di Mondi di mezzo venne all’istante creata.
Olaf, il demiurgo, nella sua frenesia ispiratrice di vita, aveva generato un terremoto di genesi vitali che mai si sarebbe potuto prevedere.
Gli eventi vibrazionali seguenti misero in risonanza infiniti universi paralleli creati dalla sua oramai putrescente mente; in un lampo cosmi nuovi videro la luce.
Come quello delle creature Beretrici.
Tali insignificanti esseri fecero brulicare di attività milioni e milioni di pianeti sparsi in un universo vastissimo, molti direbbero addirittura infinito, fatto di almeno mille miliardi di miliardi di galassie.
La loro esistenza ebbe origine in un attimo preciso di quel cosmo, che poi fu definito l’Attimo Zero, simultaneamente su qualche centinaio di mondi orbitanti intorno ad altrettante stelle.
Erano esseri monocordi, che vibravano all’unisono insieme al cosmo che li ospitava.
Ognuno dotato di una propria coscienza e di una propria identità, tutti insieme concorrevano alla “Grande Marcia” che li vedeva diffondersi e moltiplicarsi in ogni dove in maniera inarrestabile e continua.
Occorsero solo nemmeno un miliardo di anni perché il loro intero universo divenisse saturo della loro presenza, ma imperterriti non cessarono il processo di espansione, sino a che, tale universo, ormai incapace di contenerli ed anticipare la loro espansione cedette ed esplose in un immane boato.
Fu il preludio di un’incessante procreazione di altri universi dalle più svariate, strambe e singolari caratteristiche.
Di sicuro quello che ebbe il suo momento di esistenza più significativo fu quello dei Bruchi Neri.
Si è ben inteso non buchi neri, ma Bruchi Neri.
Queste erano creature talmente piccine che anche un milione potevano stare sulla punta di uno spillo.
Il processo che decretò la loro nascita ebbe luogo circa mille miliardi di anni dopo la nascita del loro universo.
E la loro evoluzione e persistenza in tale cosmo forse si può considerare in non più di un millisecondo.
Ma erano creature portentose ed intelligentissime.
Capaci persino di dilatare la loro esistenza su e giù per il tempo ed alla fine risultò potessero esistere in uno spazio senza tempo che però li annichilò in un battibaleno a causa di una burrascosa tempesta temporale.
A sua volta tale evento ne generò altri che a loro volta diedero origine ad altri universi.
Ma a noi ne interessa uno in particolare che per la nostra stessa esistenza e stato esistenziale.
La creazione dell’universo Mombu.
Tale universo è ancora oggi ben presente.
Ha un’estensione infinita ed a ben vedere è un cosmo abbastanza consueto, molto simile al nostro, dove le leggi fisiche che lo governano sono abbastanza simili.
Senonché, sebbene lo scorrere del tempo ricalchi molto da vicino il nostro, i principi di causa ed effetto sono invertiti.
Mi spiegherò bene per intenderci come si deve.
In tal contesto si potrebbe considerare la mia intenzione di assestare un calcione come si conviene ad un grosso deretano.
Ovviamente ciò comporterebbe nel nostro universo una sensazione spiacevole e dolorosa per il povero malcapitato oggetto di tali mie attenzioni.
Ebbene nel cosmo Mombu se io potessi ritenermi responsabile di tale evento increscioso assisterei alla reazione di tormento della mia vittima ancor prima che la mia intenzione si palesasse e solo successivamente potrei prendere coscienza del rotear della mia gamba verso tal sedere.
Si può quindi ben immaginare la confusione generata da simile bailamme, per cui accade che mai si possa venir a capo di nulla.
E tutte le creature qui presenti hanno il loro bel da fare per condurre un’esistenza degna di questo nome, si pensi che mai un impudente è stato punito per ciò che ha commesso, dal momento che il danno cagionato sempre è avvenuto prima del misfatto.
Un casino come si deve davvero.
In fisica tale flusso di eventi viene definito come entropia invertita.
In quel luogo, al contrario di quanto avviene qui da noi, ogni cosa tende alla minima entropia.
Il risultato è il massimo disordine. Oppure il massimo ordine a dire il vero, dipende tutto dal punto di vista che si preferisce adottare.
Comunque, ciò che a noi interessa è il fatto che anche in tale universo fossero presenti oggetti stellari particolari, delle singolarità speciali, i buchi neri.
Essendo un universo talmente vasto da essere infinito, presentava un numero infinito di buchi neri, e siccome gli eventi si svolgevano secondo il principio invertito di causa ed effetto, alla sua origine tali buchi neri erano già tutti belli e pronti.
In ognuno di essi era presente oltretutto un intero universo ed il caso volle che uno di tali buchi neri contenesse proprio il nostro stesso universo!
Si capisce bene quindi quanto sia stato importante quanto accaduto al povero Olaf, il demiurgo.
Nell’evento tragico della sua fine era già contenuto la nostra rivendicazione di esistenza.
Olaf, il demiurgo, era stato per noi l’artefice primo, il sommo Creatore a cui ogni singolo atomo dell’universo in cui viviamo deve a lui la sua presenza.
Ebbene, si potrà pensare, ma in fondo cosa importa?
Perché tale fatto riveste una così somma importanza?
In fin dei conti da che mondo e mondo tutto è in perenne creazione ed annichilimento.
In ogni attimo di tempo ed anche in ogni attimo di assenza di tempo vengono generati infiniti universi.
Uno in più o in meno può fare la differenza?
Per noi stessi sicuramente sì.
Per noi medesimi, tutto ciò che ha portato alla nostra presenza è di somma ed infinita importanza.
E non solo questo.
Anche la qualità e dignità dell’esistenza che conduciamo è importantissima!
Ben si capirà quindi quanto possa essere stato fastidioso che alcuni fatti accadessero, in un modo che è assai difficile da comprendere, a scapito di altri che sebbene accaduti non si sono mai concretizzati nella nuova successione dei fatti.
Capisco benissimo che si possa essere ingenerata una certa confusione.
Sarà bene quindi illustrare per benino tutta quanta la questione.
Al di sopra del nostro piano di esistenza ne esistono molteplici altri.
In essi vivono tutta una serie di entità dotate chi più chi meno di propria volontà e discernimento.
Essendo poste su un piano dell’esistenza al di sopra del nostro, sono a noi superiori in variegati ed incomprensibili modi.
In ogni piano vi sono entità maligne o benevole, ma la stragrande maggioranza sono verso di noi totalmente indifferenti e la nostra misera vita è considerata semplicemente né più né meno paragonabile a quella di un granello di polvere.
Ne consegue che se noi fossimo funzionali ad un qualche interesse che li riguardasse, verremmo usati per la soddisfazione ed il raggiungimento di tale scopo come fossimo foglie morte nel vento.
Mano a mano che si sale di livello, indifferenza e disinteresse per noi aumentano e considerazioni morali come bene e male sfumano sino a scomparire.
Tali entità sono da sempre state confuse e considerate da noi come divinità, dotate di valori che sono invece esclusivamente umani.
Ed ogni qualvolta che sono intervenute nel nostro processo evolutivo la conseguenza è stata sempre caos, disastri e dolore.
Se le cose fossero andate per l’universo e per noi piccoli ed insignificanti (per la grandezza del cosmo) esseri umani come avrebbero dovuto andare, ci avrebbe accolto un futuro radioso di espansione nella nostra galassia e poi in tutto l’universo. Un meraviglioso svolgersi di eventi, una crescita della nostra Anima, del nostro Spirito e, insieme a noi, di ogni altra creatura più o meno senziente in ogni stella del firmamento.
Ma in tale portentoso cammino risiedevano troppo equilibrio, armonia, benessere, creatività e bellezza.
Energie che troppo male si conciliavano con le esigenze nelle sfere di esistenza superiori alla nostra.
In cui principi e finalità a noi imperscrutabili esigevano un tributo di sangue immenso per noi, insignificante per loro.
E condizione indispensabile all’esistenza per ogni tipo di creatura ed entità di qualsiasi livello è poter disporre di una fonte cospicua di energia con cui sostentarsi.
Quindi non appena tali entità furono consapevoli della realizzazione di quanto da noi creato ed edificato, e dell’enorme opportunità che noi costituivamo dal punto di vista energetico, si adoperarono affinché la catena di eventi che aveva portato sino a quel punto tornasse indietro su sé stessa per poi alterarsi e modificarsi, adattandosi così alle loro esigenze.
Era indispensabile noi divenissimo funzionali alla soddisfazione delle loro necessità. In soldoni potessero trarre da noi il cibo di cui loro abbisognavano.
Tale processo a ritroso passò quindi per la nascita della singolarità che aveva generato il nostro universo uscendo dal buco nero nel cosmo dell’universo Mombu. Da lì si risalì a tutta la catena di eventi che aveva generato gli infiniti universi dopo la burrascosa tempesta temporale dell’universo dei Bruchi Neri.
Poi si ritornò indietro di mille miliardi di miliardi di anni e più su per tutti gli universi strambi e particolari generati dal boato dell’universo reso saturo dall’infinito procrearsi delle creature Beretrici.
Da qui ancora si risalì attraverso gli eventi vibrazionali seguiti alla risonanza di infiniti universi paralleli creati dalla putrescente mente di Olaf, il demiurgo.
Quindi si percorse ancora a ritroso ogni singolo evento generatore di vita nei mondi al di sotto delle grate in cui precipitando a terra con il cranio fracassato Olaf, il demiurgo, perse la vita.
E qui, il quel preciso istante in cui il piede di porco penetrò come fosse burro la testa del malcapitato, venne eseguita un’azione del tutto insignificante e di poco conto.
Un atto talmente inosservabile che mai nessuno avrebbe potuto con sicurezza affermare fosse mai accaduto.
Un gesto di così di scarso effetto che smosse nell’aria solo alcuni piccolissimi ed invisibili atomi intorno al sangue che copioso fuoriusciva dalla testa e che andava ad inondare di vita i mondi sottostanti.
Ma tale esiguo, dappoco, irrisorio, marginale, trascurabile atto si ripercosse come un’onda di una influenza devastante in ogni universo, cosmo, realtà e piano dell’esistenza appena generato.
Tutto quanto sino al nostro universo, di nuovo, dove gli eventi che ebbero a generarsi dissolsero come fumo un futuro pieno e già realizzato. Generandone uno del tutto nuovo e di sicuro, per le superiori entità, magari poco dissimile, ma per noi angosciante e devastante.
E che futuro ci era stato scippato?
Come dicevo un futuro pieno, appagante e luminoso avevamo già realizzato.
Dopo centinaia di lunghi millenni di evoluzione avevamo raggiunto con fatica l’apice umano della nostra crescita fisica, tecnologica e soprattutto spirituale.
Fu un percorso arduo, costellato di sconfitte e di vittorie su noi stessi e sugli elementi del mondo esterno che con pazienza ci forgiarono.
Alla fine avevamo raggiunto un tale equilibrio dentro noi stessi e il resto del creato che iniziammo una lenta espansione nell’universo.
Incontrammo specie di altri mondi che come noi avevano subito processi di crescita simili e con loro instaurammo sodalizi di mutuo progresso e beneficio.
L’intera nostra galassia pullulò della nostra vita e di quella delle altre creature che ci accompagnarono e dopo miliardi di anni addirittura ci spostammo di galassia in galassia.
Tutta questa pace, crescita e benessere accompagnava come un tutt’uno anima e corpo.
E così il nostro Spirito ebbe modo di crescere di mondo in mondo e la nostra essenza, l’Anima, acquisire quell’esperienzialità per cui era stata scissa dall’Uno Creatore. Ebbe così modo di rispecchiarsi in esso ed in esso ritornare.
Un cammino sublime ed appagante.
Troppo a dire il vero per quelle entità dei piani superiori che avevano ben altre finalità che quelle della concretizzazione dei nostri bisogni…
Quindi esse agirono. E quel lieve smuovere di atomi nel mondo di Olaf, il demiurgo, ebbe sul nostro universo conseguenze inimmaginabili.
La nostra stessa evoluzione ne fu stravolta. Invece di subire un lento e progressivo cammino di crescita, ebbe brusche ed improvvise impennate che in poche migliaia di anni la portarono al punto che oggi noi conosciamo.
E come avvenne questo drastico meccanismo di crescita?
Non in modo naturale.
Infatti la catena di eventi che partì dal mondo di Olaf, il demiurgo, fece anche in modo che circa tredicimila anni fa si trovasse sul nostro mondo anche un’altra specie di creature dotate di intelligenza, di cui quasi la totalità di noi mai avrebbe sospettato l’esistenza. Esse, come fossero Dei creatori modificarono l’essenza stessa dell’uomo, attraverso manipolazioni del nostro corredo cromosomico e del nostro spirito.
Ma il loro scopo non fu quello di farci saltare centinaia di migliaia di anni evolutivi o quello di renderci migliori od efficienti.
Tutt’altro.
Nei loro piani vi era semplicemente l’intento di plasmare una specie fiera e promettente come la nostra per renderla mansueta, docile, servizievole e servile.
Il loro scopo fu quello di domesticarci ed asservirci ai loro bisogni.
Alla fine però sfuggimmo da quella condizione, di schiavi ed animali domestici quali eravamo divenuti, perché troppo numerosi.
Come conigli ci moltiplicammo per il mondo senza freni e senza quasi ostacoli grazie all’intelligenza che avevamo sviluppato anche grazie alle loro manipolazioni.
Ma non per questo fummo liberi e fuori dal loro controllo.
In modi che nemmeno possiamo supporre condizionarono e determinarono la nostra storia ed il nostro percorso su questo mondo.
Non esitarono ad utilizzare alcun mezzo, fosse cruento, creasse sofferenza, stenti e dolore. Per noi nutrirono mai alcuna empatia, anzi spesso mostrarono nei nostri confronti un sadico piacere nell’essere cagione di tanta sofferenza, reputandoci infimi ed inferiori. Semplicemente dovevamo essere asserviti ai loro intenti anche nelle condizioni più estreme ed inumane.
Avevano tollerato ci diffondessimo per il mondo senza troppe restrizioni e ci moltiplicassimo così tanto perché avevano bisogno raggiungessimo un certo grado di sviluppo tecnologico e scientifico, cosa possibile solo con una certa massa critica.
Negli ultimi decenni avevano aumentato i loro contributi diretti in tali discipline, ormai erano molto vicini a ciò che a loro serviva.
Ed erano quindi state fate scelte opportune.
In realtà noi esseri umani non eravamo mai stati a loro indispensabili assolutamente.
Questi esseri erano stati esiliati dal loro mondo per divergenze radicali con gli altri della loro specie, fatto che li aveva portati ad un confronto diretto anche cruento.
Gli era stato consentito pure di spostarsi con relativa facilità all’interno di questo sistema stellare, ma gli strumenti tecnologici di cui erano stati forniti non avevano una durata eterna e come era ovvio richiedevano manutenzione.
E con il tempo molti dispositivi non furono più utilizzabili.
Inoltre erano dotati di una caratteristica per noi invidiabile. Ogni loro vita infatti poteva durare persino diverse migliaia di anni, anche in assenza della loro tecnologia.
Invece per lo sviluppo delle caratteristiche umane avevano alla fine deciso che le nostre vite non avrebbero potuto superare il centinaio di anni. Inizialmente non era stato sempre così, ma poi timorosi che potessimo rivoltarci contro di loro, a volte era persino accaduto, limitarono di molto la durata della nostra esistenza.
Molti di noi con gli anni acquisirono quelle competenze e quelle abilità, anche contro i loro desideri, che erano proprie di quella specie, questo fatto li fece infuriare a tal punto che per poco non fu decretata la nostra estinzione.
Ora, proprio oggi, avevamo raggiunto quello sviluppo tecnico per permettere di ripristinare molti dei loro dispositivi e della loro tecnologia, ed in fondo quindi non eravamo più così necessari. Per lo meno non nel numero attuale…
Quindi quel grande futuro pronto ad accoglierci, già realizzato nel ramo di realtà che sarebbe a noi spettato, fu semplicemente cancellato.
E noi miseri esseri umani ci ritrovammo nella condizione di essere parassitati nell’anima e nella nostra vita.
Nell’anima ad opera di quelle entità supreme dei livelli superiori che per il raggiungimento dei loro scopi per lo più incomprensibili avevano cambiato la catena della creazione di così tanti universi.
Nella conduzione della nostra esistenza invece da quegli esseri alieni che ancora vivono tra noi e che così condizionano le nostre vite ancora nel mondo odierno.
A quello che ci è dato sapere la nostra anima è quindi utilizzata proprio come fosse una sorta di batteria dalle entità dei piani superiori che, grazie alle emozioni che vengono sprigionate all’interno del nostro spirito, di norma quasi esclusivamente quelle negative, si approvvigionano di energia vitale.
E pure le nostre esistenze materiali sono esclusivamente funzionali agli intenti di una specie per noi matrigna che però non sa che a sua volta è solo uno strumento atto a generare quel contesto indispensabile ai livelli di esistenza superiori per parassitarci.
Non era questo di certo il nostro radioso futuro.
Ora purtroppo lo è divenuto.
In questo oceano di dolore però, vi è una piccola increspatura di minuscola positività. Almeno per tutti noi che siamo qui presenti in questo momento.
Difatti le nostre singole individualità presenti ora in questo nuovo scenario, in quello che avrebbe dovuto essere un radioso futuro non sarebbero mai esistite.
Vi sarebbero state altre vite, altre esistenze, ma non le nostre di oggi.
Quel cordoglio che proviamo per tutte quelle anime che avrebbero vissuto in quell’universo che più non è, è in effetti cancellato dalla consapevolezza che tutto ciò ha permesso a noi singolarmente di esistere.
Forse una vita non appagante e piena come quella dei nostri contraltari, ma pur sempre una nostra vita che forse possiamo cercare di affrancare dalla schiavitù che ci sovrasta.
Di conseguenza un unico fatto è qui certo ora.
Noi siamo qui, in questo mondo ed in questo stesso momento, e qui conduciamo le nostre vite.
In questo piccolo ed insignificante Mondo di mezzo.

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Lunedì, 12 Maggio, 2025

La riscrizione della Storia.

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La riscrizione della Storia.

Winston Smith e uno dei personaggi protagonisti in “1984” di George Orwell.
Suo preciso compito è quello di alterare articoli di giornali, fotografie e registrazioni per farle conformare alla “verità” ufficiale. Che ovviamente può essere rimaneggiata anche più volte a seconda delle diverse esigenze contingenti.
Questa è l’immagine che mi si è stagliata in mente leggendo il commento di un mio amico ad un post precedente, nel quale si soffermava sulla necessità di attingere alle fonti originali per conoscere da vicino i fatti come in verità si sono svolti.
Premetto che questa è sempre stata anche la mia precisa opinione.
Lo studio della Storiografia in ambito storico mi ha sempre affascinato in effetti.
Ma. Ma esiste un ma non di poco conto oramai.
Abbiamo raggiunto un tale livello della tecnica, che oggi risulta abbastanza semplice, disponendo degli strumenti e delle risorse più opportune, manipolare ed alterare direttamente le fonti stesse.
“L’alterazione del passato per controllare il futuro”, come amava dire sempre Orwell sopratutto appunto nel suo romanzo sopra citato, è sempre stata compiuta da chi di volta in volta assurgeva a posizioni di potere.
Questo poteva avvenire in modalità molto differenti.
Bruciare i libri ad esempio è sempre stato uno strumento privilegiato atto allo scopo. Se addirittura la distanza temporale dagli eventi non era molta si poteva ricorrere allo strumento dell’assassinio per eliminare la memoria storica diretta degli accadimenti. Senza testimoni non più in vita tutto si poteva relegare all’ambito della diversità d’opinione.
Ad ingarbugliare le cose, a volte accade persino che le manipolazioni avvengano del tutto involontariamente oppure “a fin di bene”.
Nei periodi storici in cui il sapere veniva tramandato attraverso testi, su carta o pergamena poteva avvenire che durante la copia dal testo originale, ormai consunto e magari quasi distrutto, venissero omesse intere parti perché non più recuperabili, oppure modificate perché “suscettibili” da un punto di vista etico per le concezioni filosofiche e le diverse sensibilità religiose di coloro che si occupavano delle trascrizioni.
Faccio ora un esempio molto controverso.
Nel 325 d. C., a Nicea, venne indetto ad opera di Costantino I il primo concilio della storia cristiana.
Il cristianesimo non era ancora stato adottato come religione dello stato imperiale, e Costantino volle cercare di accentrare nella figura dell’Imperatore la figura di riferimento religioso.
In quegli anni una moltitudine di credi era presente all’interno del vasto impero (cosa dovuta prevalentemente all’aver inglobato all’interno della società romana culture provenienti da ogni dove nei territori precedentemente conquistati) e non vi era ancora stata una predominanza netta di una religione su un’altra.
Costantino prima del concilio probabilmente non era nemmeno un cristiano come non lo era nemmeno la madre come invece comunemente è stato tramandato (quasi sicuramente faceva parte della congregazione dedita al culto di Mitra) ed a cui si attribuisce la spinta che portò poi a elevare la religione cristiana a culto di stato.
Vi sono vari riferimenti incrociati che fanno ritenere che al concilio parteciparono personaggi interpreti e depositari di moltissimi credo religiosi differenti dal cristianesimo; quella sede fu deputata alla ricerca di un culto che potesse essere comunemente accettato da gran parte della popolazione civile, come una sorta di summa delle varie confessioni.
La figura dell’Imperatore ne avrebbe incarnato la guida spirituale. L’unione del sacro e dell’amministrazione dello stato. In modo molto simile alle rappresentazioni dei vari faraoni che avevano governato l’Egitto per centinaia di anni.
La nuova religione che uscì dal concilio dopo quasi un paio d’anni (e sotto una spinta determinante da parte di Costantino che arrivò a minacciare i partecipanti al concilio perché si stavano protraendo troppo le contrapposizioni) vide il prevalere di molte di quelle che vennero poi tramandate come tradizioni cristiane legate a visioni mitraiche. Vennero scelti alcuni vangeli propri dei primi cristiani, pesantemente rimaneggiati e relegati all’oblio gli altri.
A seguito di queste determinazioni, Costantino decise che bisognasse fare piazza pulita di tutto ciò che non era stato incluso in ciò che il concilio aveva stabilito. Venne applicata una severa disciplina per rimuovere ogni testo o riferimento presenti nei culti che sino a quel momento avevano convissuto insieme.
Ma non solo. Si stabilì infatti venissero distrutti senza eccezione tutti gli atti ed i documenti che erano stati redatti nella conduzione del concilio stesso.
Quanto affermato sopra in verità è molto controverso.
Difatti molte interpretazioni storiche danno come più plausibile semplicemente la perdita od il deperimento di tale documentazione.
Condivido solo in parte quest’ultima giustificazione.
Atti e documenti di concili ed altra documentazione anche immediatamente seguenti al primo ci sono giunti anche integralmente.
Ma comunque siano andate le cose poco importa. Quello che deve fare riflettere è comunque quanto ottenuto, voluto o meno. Gran parte delle dottrine e dei diversi vangeli, oltre a quelli stabiliti, sono per lo più scomparsi del tutto o rinvenuti successivamente solo in minima parte.
Per tornare a tempi più recenti si osservi una questione che sta suscitando tutt’ora scontri feroci di visioni contrapposte. L’argomento del se siamo o meno mai andati sulla Luna, o quantomeno della falsificazione del primo sbarco umano lunare con la missione Apollo 11. Molte delle tesi dibattute dall’una e dall’altra parte sarebbero state facilmente smontate dall’esame approfondito dei nastri e delle diapositive originali in cui era stata filmata e fotografata tale missione.
La cosa davvero, ma davvero incredibile è che di tali nastri non vi sia più alcuna traccia.
La giustificazione ufficiale della NASA?
I nastri siccome costosi erano stati “riciclati” per nuovi utilizzi.
Ma dai! Si può davvero dare credito ad un’affermazione del genere?
Ma come, la prova principe, la testimonianza di un evento così importante che avrebbe segnato per sempre il futuro dell’umanità come lo sbarco dell’uomo sulla Luna, sarebbe stata semplicemente distrutta per poter riutilizzare tali nastri?
No, non riesco proprio a credere a tale motivazione.
Non si può in nessun modo accettare una tale perdita, patrimonio di tutti gli uomini, oltretutto con una motivazione così risibile e assurda.
Tutto questo per mostrare che anche in passato, come effettivamente si siano svolti determinati fatti, spesso sia risultato molto difficile da determinare con sicurezza.
La Storia da sempre è stata manipolata, persino nelle sue fonti primarie.
E oggi?
Oggi è tutto veramente ancora più aleatorio ed indeterminato.
Con le attuali tecniche siamo in grado di falsificare e manipolare registrazioni, trasmesse anche in tempo reale, audio e video.
Possiamo ricreare o riscrivere interi documenti.
Sia con programmi specifici, sia usando l’Intelligenza Artificiale. Oggi risulta già spesso molto difficile poter distinguere un documento falso da quello originale.
Ed in futuro lo sarà ancora di più.
E possiamo già assistere quotidianamente alla metodica falsificazione di eventi del passato e del presente.
E’ vero, sopratutto per la Storia recente esistono ancora testimonianze dirette e facilmente reperibili.
Ma accade anche che un evento del tutto falsificato, nonostante la prova documentale ancora facilmente disponibile a dimostrazione del contrario, a furia di essere detto e ripetuto con continuità esasperante, assume i connotati di fatto realmente accaduto.
Un esempio?
Il concetto che siano state le forze alleate ad aprire e svelare al mondo gli orrori dei campi di concentramento al finire della seconda guerra mondiale. Quando invece, in realtà, molto prima erano stati liberati dalle forze dell’Unione Sovietica.
Un fatto storico ancora incontestabile per fortuna.
Ma per quanto, vista questa martellante propaganda che vorrebbe imporre alle persone una visione completamente diversa dello stesso evento?
Per lo meno fino a quando le persone, che ancora ricordiamo questo pezzettino di Storia, saranno vive per poterlo testimoniare.
E più in generale, vuoi per pigrizia, per indottrinamento o condizionamento siamo in un certo qual modo anche noi colpevoli.
Per questo si dovrebbero discutere per bene queste tematiche da parte di tutti e cercare di imporre scelte atte a preservare, se pur un minimo, il patrimonio storico ancora presente e presuntivamente inalterato.

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Venerdì, 9 Maggio, 2025

Ministerium Veritatis.

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Ministerium Veritatis.

Ho maturato un pensiero negli ultimi decenni che si è sempre fatto più chiaro di anno in anno.
Che esista un processo manipolativo della coscienza e della conoscenza per scopi che non conosco e che nemmeno devano importare in senso stretto.
Il fatto dirimente consiste invece nell’acquisire questa consapevolezza.
Consapevolezza che alla fine porta a ritenere che nulla deva essere dato per vero e per scontato.
E’ stato un percorso che mi ha portato ad eradicare conoscenze che ritenevo alle fondamenta del mio mondo.
Questa mia peregrinazione è stata sobillata da un post letto quest’oggi, in cui venivano spiegate da parte di un “pensatore” le varie opinioni che avevano le persone di strumenti come google nella ricerca di informazioni, in cui alla fine si arrivava alla considerazione che le informazioni disponibili non sempre possono risultare attendibili o veritiere.
Giustissima considerazione persino condivisibile.
Ma era assente un’ulteriore riflessione. Riflessione che oggi, con il mio vissuto, non posso fare a meno di fare emergere.
Che moltissimi informazioni non siano in verità attentamente manipolate, cambiate, ribaltata od addirittura omesse.
In tale analisi infatti non viene viene considerata la parte progettuale relativa alle intenzioni di chi gestisce tali strumenti.
Moltissimi dei risultati google sono attivamente manipolati in modo preconcetto, oppure intenzionalmente diretti a celare alcune parti e persino al relegare nell’oblio fatti dirimenti.
Lo stesso problema si può in modo evidente notare nella tanto blasonata piattaforma wikipedia.
Questa un tempo la consideravo come un’opportunità di trasmissione di conoscenza senza pari e vedevo in essa potenzialità incredibili.
Ora ho maturato un’opinione nettamente differente.
E’ infatti divenuta uno strumento gestito da gruppi di individui con il fine di distorcere le informazioni se non falsificarle, condurre narrazioni artefatte e tentare persino di cambiare la Storia stessa.
L’ho notato soprattutto in relazione ad alcune biografie di personaggi tutt’ora viventi, in cui la credibilità di queste persone viene fatta a pezzi, vengono introdotte informazioni errate, cose importanti vengono omesse e vengono dipinti come individui inaffidabili, inattendibili se non addirittura menzogneri.
Tale piattaforma è divenuta ora chiaramente uno strumento orwelliano pronto ad innalzare nuove verità, in cui si propugnano come incontestabili ad esempio alcuni dogmi come scientifici quando in realtà di scientifico non hanno proprio nulla.
Si è arrivati a distorcere talmente tanto la realtà e talmente tanto in alcuni ambiti che è divenuto veramente improbo discernere il vero dal falso.
E la cosa bellissima è che si faccia passare tutto questo come unica affermazione della verità e considerare tutto il resto come fake.
Così lo sono divenuti quasi tutti gli strumenti informatici e le piattaforme web che utilizziamo quotidianamente.
Il fatto osceno è costituito da quanta poca consapevolezza ci sia intorno a questo tema che inevitabilmente potrebbe condizionare il futuro stesso dell’umanità.

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Martedì, 6 Maggio, 2025

Disumanizzazione parte quarta.

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Non riesco, non riesco proprio a tacere.
La mia impotenza, percuote ogni corda del mio animo in maniera dilaniante.
La complicità da perfetti collaborazionisti perpetrata dai più diffusi quotidiani mi provoca un voltastomaco terribile.
E’ vero, tutte le maggiori testate sono in caduta libera come vendite e credibilità, ma non di meno ciò che quei pseudo giornalisti riescono a scrivere per giustificare un genocidio infame, feroce, senza alcuna pietà e così demoniaco, mi repelle e mi ripugna, mi disgusta, mi nausea e mi suscita un ribrezzo senza limiti.
Non riesco nemmeno a scrivere i nomi di tali testate tanto in me suscitano sentimenti di repellenza.
Come si può così ignorare quello che sta accadendo nelle terre palestinesi?
Come si può giustificare l’ignominia che una parte del mondo occidentale che si definisce così evoluto, democratico e civilizzato, attivamente e con logica feroce e fredda sta perpetrando con tali atroci crimini?
E un genocidio, non ci sono altri termini per definire cosa sta avvenendo, è semplicemente e null’altro di questo. Un GENOCIDIO.
Un genocidio non ha giustificazioni.
Un genocidio non può e non deve essere chiamato in altro modo.
Vi è una parte della popolazione umana che di umano non ha nulla e probabilmente non ha mai avuto nulla.
Mi viene persino da pensare che tali atroci atti non siano commessi nemmeno da esseri umani.
Un essere umano non può accettare che si possano compiere tali atti di sterminio nei confronti di altri esseri umani.
Sì lo so, in passato atrocità simili sono state perpetrate nei confronti di innumerevoli popolazioni, dai catari, ai nativi americani, agli armeni.
Ed ora sono commessi persino da coloro che più di ottant’anni fa hanno subito una simile sciagura.
Un aspetto così atroce probabilmente fa parte dell’animo umano.
Non lo so.
Una parte di me rifiuta però questa considerazione.
Ritenendo che solo un qualcosa di esterno all’uomo possa far emergere tali crimini d’odio verso la specie umana.
Ecco che allora prende forma nella mia mente l’ipotesi dell’esistenza che possano esserci progetti demoniaci od addirittura alieni all’uomo stesso, che vogliono vedere l’uomo umiliato ed annientato.
Come, come altrimenti spiegare l’indifferenza e l’accettazione o addirittura la giustificazione per ciò che sta avvenendo?

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Mercoledì, 30 Aprile, 2025

Senz’Anima.

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Senz’Anima.

Quanta arroganza nella mente fiera.
Arrogante e di sé stessa piena.
A dirimer e giudicar le trame.
Pensando dall’alto come un Dio sulle povere anime.
Senza pietà alcuna, comprensione o desiderio.
Divenuto noce, solo, senza più gheriglio.
E poi altero quando oramai è troppo tardi,
a vagar per la notte, solo mortale e senza più nulla di così Speciale.

Pubblicato in: “Pallina ed i Sarvanot - L’Alleanza.”

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Venerdì, 18 Aprile, 2025

Punto.Zero l’arrivo… o meglio una partenza…

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Punto.Zero l’arrivo… o meglio una partenza…

Finalmente sono arrivati, averli sotto mano è tutta un’altra cosa.
Voglio condividere alcuni pensieri espressi per un incontro proprio su questa opera a molte mani.

Punto.Zero

Confesso che non mi sarei proprio aspettato un’opera così compiuta.
Proprio a cominciare dalla copertina.
Veramente proprio ben riuscita.
Ognuno di noi ha contribuito in variegati modi.
Vi sono stati attori come Robert e Francesca che si sono gettati in fatiche non di poco conto. Quindi a loro un davvero sentito grazie.
E poi il resto di noi che comunque ha contribuito ad edificare un lavoro secondo me estremamente articolato e variegato, dove visioni anche differenti sono confluite in un unicum organico e decisamente armonioso.
In comune vi è però un sentire delle cose comune, acquisito grazie ad un’esperienza formativa che l’esistenza ha impresso dentro ognuna delle nostre vite, vite anche molto diverse.
Questa nuova consapevolezza ha seguito strade e tempi diversi in ognuno di noi, autori di questo colletaneo.
C’è chi ha iniziato decenni fa a percorrere una strada nuova che lentamente è maturata sino ad oggi e chi solo da pochi anni ha intrapreso questo percorso.
Ciò che accomuna comunque questi diversi cammini è la certezza che non sia più possibile tornare indietro.
Quando si esce dalla caverna in cui si è condotta quasi tutta la propria esistenza e si vede la realtà del mondo, ebbene questa non può più essere celata alle nostre menti.
Questa presa di consapevolezza è per sua stessa natura irreversibile.
Il mettere tutto e sempre costantemente in discussione è divenuta oramai la nostra stessa forma mentis.
Nulla potrà mai più essere dato per scontato.
Tutto il detto, tutto l’acquisito, tutto il flusso della nostra conoscenza ora assume una luce nuova.
Ho sempre avuto una natura mentale agnostica, dove il gnos (la conoscenza), è sempre stato sospeso e mai dato per scontato.
Ma ora vivo questo agnosticismo con ben più profondità e consapevolezza.
Una volta era un intento, ora è divenuto la consuetudine con la quale assimilo le nuove conoscenze.
Nella piccola parte di mia pertinenza in questa collaborazione collettiva ho cercato secondo le mie forme di dare consistenza ai miei pensieri.
E l’ho fatto con gli strumenti che ho imparato ad utilizzare.
E’ un piccolo racconto che mostra il nuovo mondo disvelato ad occhi nuovi.
Lo stesso mondo in effetti che era sempre stato, ma un mondo non più occultato ai propri occhi.
Occhi nuovi per vedere lo stesso mondo parrebbe da intendere.
Ed è proprio così ed è esattamente come accaduto a me stesso.
In cui continuo a vivere nelle stesse modalità del passato, ma la mia nuova relazione con ciò che mi circonda è incommensurabilmente cambiata.
Oggi ho occhi nuovi per vedere una realtà che si è dispiegata in sfaccettature che mai avrei ritenuto nemmeno lontanamente possibili.
La consapevolezza circa il fatto che le cose mai sono state come mi è stato sempre raccontato ha innescato il processo che mi ha permesso di creare un nuovo tipo di relazioni con le cose e le persone che mi circondano.
Oserei dire più autentico e sincero.
In cui ho avuto la possibilità di comprendere quanto in verità la stessa realtà che mi circonda sia solo una emanazione della mia coscienza.
Vedo ciò che i miei occhi vogliono vedere.
Creo le relazioni che il mio inconscio profondo vuole esplicare.
Tutto il dolore e la sofferenza che sono la fuori in realtà sono solo dentro di me.
Ed allora perché volere un mondo simile quando invece potrei creare un mondo d’amore?

Tale opera è disponibile presso le principali piattaforma on-line e pure (ancora meglio) in libreria.

su youcanprint

su Store Mondadori

su Feltrinelli

su libreriauniversitaria.it

su libreria Rizzoli

su Amazon

https://www.dragavid … 025/04/08/puntozero/

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Martedì, 8 Aprile, 2025

Punto.Zero

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E’ uscito finalmente “Punto.Zero”.
Un collettaneo, nato dalla collaborazione di nove autori (ed io sono uno di questi) che a vario titolo, secondo le proprie propensioni ed attitudini hanno realizzato un’opera a più mani che tratta della “nuova prospettiva dell’uomo”. Mostrando un mondo nuovo, “disvelato”, in cui le vecchie credenze, le vecchie certezze e i vecchi paradigmi sono resi nudi, smascherati e messi a disposizione di tutti.
O quantomeno a libera fruizione di chi ha occhi nuovi per vedere un vecchio mondo, pregno di menzogne e preconcetti in cui tutto, ma proprio tutto è stato distorto ed asservito ad una narrazione di convenienza.
In cui dis-valori come il neo-liberismo, l’egoismo, l’accumulo di capitali oltre ogni ragionevole ragionevolezza, la prepotenza, l’arroganza, la protervia, il dominio assoluto, hanno assunto una dimensione ed una diffusione ammantata di parole senza significato.
Impalcatura realizzata grazie all’edificazione di una neo-lingua in cui le stesse, identiche “vecchie parole”, hanno assunto significati nuovi coniati all’occorrenza per rivestire “vecchi concetti” negativi di un’aurea nuova ed immacolata.
Per cui termini come resilienza, vaccino, pace, inclusione, guerra al terrorismo, resistenza, disinformazione, costrizione, sicurezza, libertà, hanno assunto significati completamente differenti da quelli solo di poco tempo prima, addivenendo ad essere a volte il loro esatto opposto.
Distorcendo i fatti contemporanei e la storia passata. Censurando ferocemente ogni possibile dissenso.
Attuando una piena conformazione ad un unico pensiero precostituito.
Nascondendo, mentendo, comprando, ricattando, …
Relegando a mala informazione ogni tipo di visione differente.
Tutto questo dinnanzi ad un’umanità asservita, stordita, compiacente, domesticata e prona.
Questo processo però, del tutto involontariamente, ha generato una resistenza inaspettata, inizialmente confinata a pochi individui e poi cresciuta.
Questa resistenza e si badi bene non resilienza, ha affondato radici profonde e come una pestilenza del pensiero è penetrata nelle menti seminando il germe della diffidenza e del pensiero critico.
Per cui molti oramai sono divenuti immuni da questa martellante propaganda, mettendo in discussione ogni concetto, ogni informazione, ogni fatto dato per certo ed acquisito.
Persino nei confronti della scienzah (sì quella con l’acca) si è condotta una battaglia della ragione e dello spirito.
Proprio questi ultimi anni sono un chiaro esempio di questo concetto.
Con il vessillo in resta della scienzah si è cercato di appiattire le menti, relegando la ragion critica a mero complottismo.
Per cui si sono diffuse scempiaggini come il falso green e il riscaldamento climatico dovuto a sole ragioni antropiche.
Ma la cosa davvero fantastica di questo effetto che mai si avrebbe voluto indurre è che una volta che le menti si sono aperte ad una visione critica del mondo, nulla le pur far regredire allo stato precedente.
Per cui dal quel momento ogni cosa sarà rivista secondo i nuovi paradigmi e nulla potrà più essere inoculato passivamente come dato ovvio e acquisito.
Questo libro, realizzato da individui, ognuno con una propria percezione di questo nuovo mondo presenta un cammino realizzato con strumenti così diversi ma così compenetranti da creare mille spunti da cui partire per iniziare a definire una nuova intima realtà.
Vuole essere uno sprone ad iniziare un nuovo e più aperto cammino interiore, non più schiavo dei vecchi, abusati e strumentalizzati preconcetti.
Quindi se la cosa stuzzica la vostra mente non esitate a sfogliarlo e leggere le pagine che lo compongono.

Tale opera è disponibile presso le principali piattaforma on-line e pure (ancora meglio) in libreria.

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Giovedì, 20 Marzo, 2025

Il Bambino con lo Specchio.

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Il Bambino con lo Specchio.

Infante nato alla vita a rimirar l’oceano.
Ma non ti è stato donato l’ardore alla vita.
E nemmeno l’ardere del fuoco a riscaldar gl’inverni.
Quanta ineluttabile bellezza persa e naufragata tra i flutti.
“Son come Narciso ad osservare la mia immagine. In essa annego.”
E nulla vi è fuori ad attendere i tuoi passi.
Mentre ti chini ancora una volta ad osservare, ormai spento, la tua
immagine riflessa.
Come fossi ciò che fosti un tempo: Il Bambino con lo Specchio.
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Pubblicata in “Il Penultimo Uomo.” edizioni Etabeta 2022
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Sabato, 8 Marzo, 2025

Transumanesimo.

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Transumanesimo.

L’etimologia della parola “Transumanesimo” deriva dalla combinazione di due termini, “Trans” e “umanesimo”, ciascuno con una storia linguistica e concettuale ben definita.
“Trans” è di derivazione latina ed assume il significato di “oltre”, “attraverso” oppure “al di là”. Questo prefisso è spesso usato per indicare un superamento, un passaggio o un’estensione oltre un limite esistente.
“Umanesimo”, sempre di derivazione latina, significa “proprio dell’uomo”, “umano” appunto.
L’umanesimo tradizionale è un movimento culturale e filosofico che si sviluppò in Europa durante il Rinascimento, incentrato sul valore e sul potenziale dell’essere umano, sulla centralità della ragione, della cultura e della ricerca scientifica. In questo contesto si ebbe un’enfatizzazione della dignità umana, della creatività e della conoscenza, tutti strumenti per migliorare la condizione umana.
Quindi “Transumanesimo” assume il significato di “oltre l’uomo”, “al di là dell’uomo”, come fosse una sua “naturale” evoluzione. E molti potrebbero pensare di assimilarlo al pensiero di Friedrich Nietzsche del “superuomo”, anche se proprio così non è.
Potremmo pensarla come una concezione positiva?
E’ proprio così?
Per meglio comprendere dove si vuole andare a parare vediamo come nasce questo neologismo.
La parola “Transumanesimo” (in inglese “Transhumanism” ) è stata coniata negli anni ‘50 dal biologo britannico Julian Huxley, fratello dello scrittore Aldous Huxley.
Julian Huxley utilizzò il termine per descrivere una visione futura in cui gli esseri umani avrebbero potuto superare i loro limiti biologici e culturali attraverso l’uso della tecnologia, della scienza e della razionalità.
E quest’ultimo pensiero è stato preso ed estremizzato in molte filosofie moderne che invece di vedere l’uomo come al centro del suo universo, lo asserviscono a voleri e bisogni dettati da una concezione molto “oligarchica”. In cui saranno presenti pochi eletti (eletti in senso divino), emancipati dalla condizione umana e da tutti i suoi limiti, mortalità compresa, ed una moltitudine di umanità, vista come incapace ed immatura per poter provvedere alle proprie esigenze se non debitamente indirizzata, in parte uomo ed in parte macchina, guidata e diretta con l’unica finalità di servire e provvedere ai bisogni di un’umanità “superiore”.
In questo nuovo contesto la parola “transumanesimo” coniata dal biologo Julian Huxley assume una connotazione più simile ad uno scenario distopico più proprio delle visioni mostrate nei romanzi del fratello Aldous Huxley.
E su tale universo privo di umanità ho costruito il mio romanzo “Il Penultimo Uomo.
Un romanzo solo all’apparenza lontano dalla vita della nostra società, bisognerebbe osservare bene la deriva che hanno preso molte pratiche mediche e riflettere.
Compresa la ricerca scientifica voluta ed indirizzata da alcuni personaggi estremamente facoltosi che preda di deliri di onnipotenza vorrebbero plasmare il nostro mondo a nostro discapito.
E senza interpellarci.
Ma di questo parlerò ancora.

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Venerdì, 7 Marzo, 2025

Reincarnazione e Sciamanesimo.

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Reincarnazione e Sciamanesimo.

Ho avuto recentemente più di una discussione costruttiva circa la visione della vita che coinvolge l’esistenza su questo pianeta.
Nel mondo vi sono tantissime visioni, differenti o coincidenti in molti aspetti.
Spesso incredibilmente in posti del mondo lontanissimi tra loro sia sotto il profilo della distanza geografica che quella temporale vi sono state visioni che sembrano identiche.
Non ho idea se vi siano stati periodi che hanno accomunato tutte queste culture.
Secondo la concezione attualmente imperante molte di queste tradizioni non sono mai venute in contatto l’una con l’altra.
Ma si sa, è capitato molto spesso negli ultimi anni che la scienza così detta ufficiale è servita solo da paravento per nascondere altre verità.
Oppure è vero ed esiste una sorta di inconscio collettivo che accomuna modelli e concezioni dell’uomo a cui la nostra mente attinge, come amava affermare Carl Gustav Jung. Una incredibile sincronicità a livello subconscio. Visione affascinante e che in molta parte ho fatto mia.
Vi è un insieme di concezioni spirituali dell’anima che hanno in comune il ciclo della rinascita. In cui la morte è semplicemente una pausa tra una reincarnazione e la successiva che avviene con modalità e finalità a volte differenti.
Guardando indietro ad osservare la molteplicità di queste visioni, di sicuro quella più diffusa e che da sempre ha attirato la curiosità della cultura occidentale, è quella costituita dall’universo induista.
Nell’Induismo, il processo di ascesa verso la perfezione e la fine del ciclo vita-morte (samsara) è un viaggio spirituale profondo che culmina con il raggiungimento del moksha, ovvero la liberazione dal ciclo delle reincarnazioni. Questo obiettivo supremo rappresenta l’unione dell’anima individuale (atman) con il divino universale (Brahman), una condizione di pace, saggezza e beatitudine eterna.
L’essere umano raggiunge il moksha attraverso un percorso, di vita in vita, che deve soddisfare alcune regole precise che a seconda della scuola filosofica induista di appartenenza sono interpretate differentemente. Ma alla base di tutte vi è il concetto di una progressiva emancipazione, vista come un percorso evolutivo che porta all’unione con Brahman, il divino. Una volta raggiunto il moksha, l’anima si libera dal ciclo di nascita e morte e si unisce al Brahman.

Mi vorrei però concentrare su un altro tipo di concezione cosmologica.
La stessa che tratto come una sorta di filo conduttore nel mio ultimo libro: “Il Mondo di Mezzo.” edizioni Etabeta 2023.
Quella di alcune tradizioni che sono accomunate dal credere che il ciclo della vita, della morte e della reincarnazione si regga invece su un grande inganno.
Alcune culture sciamaniche, infatti, hanno visioni alternative rispetto alla concezione induista della reincarnazione, spesso più ciclica e impersonale. In particolare, alcune di queste tradizioni descrivono la morte come un processo in cui gli esseri umani vengono manipolati o ingannati da entità superiori o forze cosmiche.
Vediamo alcune.
Sciamanesimo Tunguso-Manciù (Siberia)(1).
Le popolazioni tunguse, tra cui i Buriati e i Evenki , praticano forme di sciamanesimo che includono credenze complesse sulla morte e sul destino dell’anima. Secondo alcune tradizioni, al momento della morte, l’anima può essere attirata verso una “luce” o un “richiamo”, che rappresenta un inganno orchestrato da spiriti o entità superiori. Questi spiriti utilizzerebbero l’energia vitale delle anime per mantenere il ciclo cosmico.
Lo sciamano, in questo contesto, ha il ruolo di guidare l’anima defunta attraverso il mondo spirituale, proteggendola da tali inganni.
Sciamanesimo Coreano (Mudang)(2).
Nello sciamanesimo coreano, praticato dalle Mudang (sciamane), esiste la credenza che alcune anime possano essere intrappolate o ingannate dopo la morte. Gli spiriti disincarnati possono essere attratti da false luci o promesse, finendo per diventare fonti di energia per entità più potenti.
Le Mudang svolgono rituali per liberare queste anime e aiutarle a raggiungere il loro destino finale, evitando di essere catturate in cicli illusori.
Sciamanesimo Ainu (Giappone settentrionale)(3).
Gli Ainu, un popolo indigeno del Giappone settentrionale, hanno una visione animistica del mondo in cui gli spiriti giocano un ruolo centrale. Secondo alcune narrazioni, gli spiriti dei defunti possono essere ingannati da forze superiori che li attirano verso luoghi luminosi o seducenti, solo per essere riassorbiti nel ciclo naturale.
Gli sciamani Ainu, chiamati Kamui, operano per proteggere le anime dalla manipolazione e garantire loro un passaggio sicuro.
Sciamanesimo Navajo (Nativo Americano)(4).
I Navajo , un popolo nativo americano, hanno una visione spirituale complessa che include la credenza in entità malevole o ingannevoli. Secondo alcune tradizioni, al momento della morte, l’anima può essere attirata da false luci o illusioni create da spiriti oscuri, che cercano di catturare l’energia vitale dell’individuo.
Gli sciamani Navajo, noti come Hataałii, conducono rituali per purificare e proteggere l’anima, guidandola verso un destino positivo.
Sciamanesimo Sami (Lapponia)(5).
I Sami , un popolo indigeno della Lapponia (regione artica tra Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia), praticano forme di sciamanesimo legate alla natura e agli spiriti. Nelle loro tradizioni, esistono racconti di spiriti che ingannano le anime dei defunti, attirandole verso falsi paradisi o luoghi di luce per sfruttarne l’energia.
Gli sciamani Sami, chiamati Noaidi, utilizzano tamburi rituali e viaggi astrali per proteggere le anime e guidarle verso il mondo spirituale corretto.
Sciamanesimo Andino (Perù e Bolivia)(6).
Nelle tradizioni andine, come quelle degli Quechua e degli Aymara , esiste la credenza che alcune anime possano essere ingannate da spiriti maligni o entità cosmiche dopo la morte. Questi spiriti creano illusioni per attirare le anime verso luoghi che sembrano sicuri ma che, in realtà, le intrappolano in cicli di sofferenza o servitù.
Gli sciamani andini, chiamati Paqo, lavorano per liberare queste anime e ricondurle al loro destino spirituale.
Sciamanesimo Celtico (Europa antica)(7).
Anche se meno documentato rispetto ad altre tradizioni, lo sciamanesimo celtico presenta elementi simili. Secondo alcune interpretazioni delle leggende celtiche, le anime dei defunti possono essere attirate da false luci o da creature magiche, come le fate o i sidhe, che le conducono in regni illusori.
Gli sciamani celtici, spesso associati ai druidi, avevano il compito di proteggere le anime e guidarle verso il mondo ultraterreno.

Come appare chiaramente la visione induista non è certamente l’unica a trattare del ciclo della reincarnazione delle vite.
Quello che ho potuto evincere, dopo aver conosciuto l’esistenza di queste culture differenti, è che se deve esistere un processo che ci vede rinascere in un nuovo corpo dopo la morte, questo non è per forza di cose finalizzato ad un nostro benessere evolutivo.
Partendo proprio dal presupposto che non vi possono essere certezze, ma semplicemente invece modi di vedere l’esistenza che meglio risuonano con il nostro pensiero ed il nostro modo di essere, non bisognerebbe dare tutto per scontato o già acquisito con certezza.
Se è vero che tutto potrebbe essere un grande inganno finalizzato a perseguire gli interessi di altre entità di altri piani dimensionali, probabilmente converrebbe a noi piccoli esseri umani, disporci, nei confronti del cosmo che ci circonda, in modalità differenti.
Si pensi ad un attimo ad una mandria che liberamente percorre quotidianamente i pascoli di montagna. Mandria composta mucche e giovani bovini. Una qualsiasi di quelle mucche avrebbe mai l’ardire di pensare di far parte solo di un gruppo di bestie destinate al macello? Oppure più facilmente crederebbe di condurre un’esistenza libera, pascolando liberamente tra verdi prati insieme ai suoi simili ed ai piccoli insieme a loro? Magari si accorgerebbe solo del grande inganno in prossimità del macello che li condurrà alla loro morte…
Del resto abbiamo avuto da sempre la presunzione da essere al vertice dell’evoluzione, al vertice della piramide alimentare…
Ma è proprio vero?
Si è davvero sicuri sia così?
Potremmo quindi essere considerati né più né meno che come batterie, fornitrici di energia e di cibo verso esseri altro – dimensionali. Che si nutrono di noi; la nostra stessa esistenza sarebbe semplicemente subordinata alle loro esigenze. La morte non sarebbe altro che un modo per rinnovare questa loro fonte energetica. Nel momento del nostro trapasso verremmo condotti con l’inganno verso una luce, attirati come fossimo falene, per essere imprigionati in piccole ampolle di vetro per poi essere nuovamente reintrodotti nel ciclo della vita.
Vi sarebbe poi un tipo particolare e specifico di energia atta ai bisogni di queste entità.
Si è partiti dalla considerazione che dolore e sofferenza sono diffusi nel mondo molto più del piacere, della felicità e dell’appagamento. Questo sbilanciamento innaturale, perché altrimenti questi due poli contrapposti dovrebbe trovare equa diffusione, dimostrerebbe proprio la presenza di tali entità. Che si nutrono del nostro sbilanciamento energetico. Fossimo in equilibrio non saremmo soggetti a tale forma di vampirismo.

E allora?
Dove voglio arrivare?
Non posso avere certezze. Almeno di questo sono sicuro.
Non ho idea cosa ci aspetti veramente là fuori, al termine della nostra esistenza.
Un’altra cosa so ancora però.
Sarebbe bello aver vissuto un’esistenza degna di essere vissuta. In cui essere stati felici, appagati e dove si abbia contributo in ogni modo alla stessa felicità ed allo stesso benessere per chi si ha avuto intorno. Molti direbbero di aver vissuto una vita d’amore. Per sé stessi e gli altri.
Solo una simile vita avrebbe comunque un senso.
Nell’ipotesi che non vi fosse null’altro dopo di noi, né cicli di rinascita e morte e nemmeno un’esistenza eterna, si ha idea in questo caso come sarebbe stata davvero l’unica forma di esistenza con un senso compiuto? Aver contribuito al benessere dell’universo.
Nel caso invece avesse consistenza un’esistenza dopo il nostro corpo fisico, si sarebbe in ogni modo vissuti in maniera altrettanto degna. Sia vi fosse un’unica esperienza di vita che molteplici.
Oltretutto in quella visione che ci vede succedere di vita in vita solo per essere nutrimento attraverso la nostra sofferenza e quella altrui, ci sottrarremo a tale destino succube e doloroso.

Quindi l’Amore come unica via d’uscita.

Bibliografia.
(1) - Eliade, Mircea. Sciamanismo e tecniche dell’estasi . Bollati Boringhieri, 2006.
- Hultkrantz, Åke. The Religions of the American Indians . University of California Press, 1979.
(2) - Kendall, Laurel. Shamans, Nostalgias, and the IMF: South Korean Popular Religion in Motion . University of Hawaii Press, 2009
- Lee, Jung Young. Korean Shamanistic Rituals . Mouton Publishers, 1981.
(3) - Batchelor, John. The Ainu and Their Folklore . The Religious Tract Society, 1901.
- Siddle, Richard. Race, Resistance, and the Ainu of Japan . Routledge, 1996.
(4) - Reichard, Gladys A. Navaho Religion: A Study of Symbolism . Princeton University Press, 1990.
- Wyman, Leland C. The Ghostway: A Navajo Ceremonial . Smithsonian Institution Press, 1983.
(5) - Rydving, Håkan. The End of Drum-Time: Religious Change among the Sami, 1685–1721 . Uppsala University, 1993.
- Bäckman, Louise, and Åke Hultkrantz. Studies in Lapp Shamanism . Almqvist & Wiksell, 1981.
(6) - Allen, Catherine J. The Hold Life Has: Coca and Cultural Identity in an Andean Community . Smithsonian Institution Press, 2002.
- Urton, Gary. At the Crossroads of the Earth and the Sky: An Andean Cosmology . University of Texas Press, 1981.
(7) - Green, Miranda. Dictionary of Celtic Myth and Legend . Thames & Hudson, 1992.
- Ross, Anne. Pagan Celtic Britain: Studies in Iconography and Tradition . Academy Chicago Publishers, 1996.

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Giovedì, 6 Marzo, 2025

Accordatura a 432Hz. Atto Uno.

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Accordatura a 432Hz. Atto Uno.

Premetto che non ho mai compreso appieno le motivazioni di coloro che hanno sempre affermato la bontà dell’accordatura strumentale effettuata con il LA a 432Hz.
Tutto sommato avere il LA a 432Hz oppure a 440Hz, come ufficialmente adottato oggi, non mi sembrava tutta quella gran cosa che invece i fautori di questa accordatura alternativa andavano affermando. La discrepanza è davvero minima, e l’orecchio umano, soprattutto con il sopraggiungere degli anni, non riesce ad apprezzare differenze così sottili.
Ma mi sono dovuto ricredere in buona parte.
Nonostante questo mio pregiudizio un piccolo tarlo continuava a masticarmi il cervello, così decisi di approfondire l’argomento e discutendo con una IA sin quasi dalle prime battute avevo compreso dove sarei andato a parare (ebbene sì, a volte discuto con queste IA, è un po’ come confrontarsi con sé stessi, anche se mi è capitato più di una volta che le informazioni fornite non corrispondessero alla realtà delle cose. Quindi parto sempre con un approccio che comporta un certo grado di diffidenza).
Vorrei partire da alcune considerazioni.
Le note musicali espresse come frequenze basate su rapporti di numeri interi riflettono direttamente le leggi fisiche delle onde sonore e l’armonia naturale.
Mi spiego meglio, quando due note hanno frequenze in rapporto tra loro espresso da numeri interi semplici (ad esempio, 1/2​, 2/3​, 3/4​), esse creano una consonanza percepita come piacevole dall’orecchio umano.
Questo accade per diversi motivi:
risonanza: Le armoniche delle note si allineano meglio quando i rapporti sono interi. Ad esempio: un perfetto quinto (2/3​) ha armoniche comuni con la nota fondamentale, un perfetto quarto (3/4​) crea un allineamento simile. Le armoniche sono costituite da tutte quelle frequenze che vengono prodotte come multipli della frequenza fondamentale. Quando viene percossa la corda di un pianoforte ad esempio essa produce la sua frequenza fondamentale e poi anche tutte quelle frequenze multipli di essa.
Battimenti minimi: I battimenti sono fluttuazioni nel volume causate dall’interferenza tra due onde sonore. Quando i rapporti tra le frequenze sono interi, i battimenti tendono a essere minimi o assenti, riducendo la sensazione di tensione o dissonanza. Quando due note con frequenze in rapporto intero vengono suonate insieme, le loro armoniche si sovrappongono in modo regolare, riducendo le interferenze indesiderate. Ad esempio: se una nota ha una frequenza di 256Hz, le sue armoniche saranno 512Hz, 768Hz, ecc. Una nota in rapporto 2/3​ (384Hz) avrà armoniche che si sovrappongono con alcune delle armoniche della nota base (ad esempio, 768Hz). Questa sovrapposizione regolare crea una sensazione di stabilità e consonanza.
Stabilità delle relazioni tra note: nel temperamento giustamente intonato (è possibile generare frequenze intere scegliendo un riferimento appropriato, ad esempio DO = 256Hz), le note sono costruite su rapporti interi, il che garantisce una maggiore stabilità armonica. Al contrario, nel sistema temperato equabile moderno, i rapporti tra le note sono approssimati e possono introdurre piccole dissonanze percepite inconsciamente. Queste dissonanze derivano principalmente da due fattori. Il primo è l’errore temperato, infatti i rapporti tra le note non sono esatti (ad esempio, un quinto temperato è leggermente minore di 2/3​). Queste discrepanze, sebbene piccole, possono accumularsi in contesti musicali complessi. Il secondo è causato dalle armoniche non allineate delle note che non si allineano perfettamente, introducendo lievi interferenze.
Stanti le considerazioni di cui sopra l’accordatura del LA a 440Hz non soddisfa la condizione migliori di ascolto umano.
Lo possiamo evincere esaminando le frequenze derivate dall’accordatura a 440Hz considerando l’ottava cromatica corrispondente al gruppo di dodici tasti presenti nella parte centrale del pianoforte:
Do: 261.62Hz
Do diesis o Re bemolle: 277.18Hz
Re: 293.66Hz
Re diesis o Mi bemolle: 311.12Hz
Mi: 329,62Hz
Fa: 349,22Hz
Fa diesis o Sol bemolle: 369,99Hz
Sol: 391,99Hz
Sol diesis o La bemolle: 415,30Hz
La: 440Hz
La diesis o Si bemolle: 466,16Hz
Si: 493,88Hz

L’accordatura migliore nell’intorno di quella a 440Hz risulta essere invece proprio quella a 432Hz, difatti:
Do: 256.00Hz
Do diesis o Re bemolle: 270.09Hz
Re: 288.00Hz
Re diesis o Mi bemolle: 307,18Hz
Mi: 324,00Hz
Fa: 345,60Hz
Fa diesis o Sol bemolle: 368,25Hz
Sol: 384,00Hz
Sol diesis o La bemolle: 403,17Hz
La: 432,00Hz
La diesis o Si bemolle: 453,46Hz
Si: 486,00Hz

Tuttavia, nemmeno 432Hz garantisce che tutte le note abbiano frequenze intere. L’unica soluzione per ottenere frequenze intere per tutte le note è abbandonare il temperamento equabile e passare a sistemi alternativi, come il temperamento giustamente intonato che è è un sistema di accordatura in cui gli intervalli tra le note sono basati su rapporti matematici semplici , espressi come frazioni di numeri interi (ad esempio, 2/3​ per il quinto, 3/4​ per il quarto, 4/5​ per la terza maggiore). Questo garantisce una massima consonanza e purezza armonica, poiché le armoniche delle note si allineano perfettamente. Tuttavia, questo sistema non consente l’uso fluido di tutte le tonalità, poiché gli intervalli cambiano leggermente a seconda della tonalità di riferimento.
Ma di sicuro quella a 432Hz rappresenterebbe un’accordatura migliore di quella a 440Hz.
Si potrebbe comunque obbiettare che le differenze non siano così apprezzabili per l’orecchio umano, per cui si tratti solo di sofismi alla fine.
Però vorrei far considerare che un conto è l’emissione di una nota singola od al più di due o tre, ma quando si cominciano ad effettuare sovrapposizioni, oltretutto da strumenti anche diversi con decine di note suonate anche contemporaneamente in un orchestra (in cui i fenomeni di risonanza ed abbattimento si fanno più sentire), magari a livello della coscienza tali differenze sono poco percettibili, ma a livello inconscio si creano percezioni di fastidio e poca armonia come evidenziato anche da diversi studi.
Ho quindi dovuto rivalutare la mia concezione sull’accordatura del LA a 432Hz.

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Venerdì, 28 Febbraio, 2025

Via, via, via.

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Via, via, via.

Una strada lunga, asfaltata, di ghiaccio.
Ghiaccio sciolto tra i miasmi di un’afa torrida.

Due pensieri a galleggiar nel limbo,
che si riflettono come zanzare sullo stagno.
Offuscata la mente dall’umido grigiore,
mentre abbaglia questa luce accecante.

Percorro miraggi su miraggi.
Pensieri sconnessi e senza meta.
Come senza meta i miei propositi,
trascinati da un passo e un altro passo,
avanti senza intenzione alcuna.
Sfrecciano al mio fianco innumerevoli e svogliati.

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Pubblicata in “Cronospazio” edizioni Etabeta 2023
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Venerdì, 21 Febbraio, 2025

La grande Adunanza.

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La grande Adunanza.

Venite a me Creature, venite da ogni dove.
Venite a lenir i dolori, le pene ed i travagli.
Venite unite e libere, a dispetto degli Spettri e della Morte.
Venite e godete della vita e dell’esistenza, dell’Amore profuso a piene mani.

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Di prossima pubblicazione su “Pallina ed i Sarvanot - Il Sacro Casto” ultimo capitolo della saga.

Domenica, 16 Febbraio, 2025

I Padroni della Terra.

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I Padroni della Terra.

Intere messi seminate, ora pronte al raccolto.
Un raccolto copioso, ad attendere di essere mietuto.
Miliardi di d’oro spighe sotto il cocente sole.
Ondeggiare pigre al vento, cullate dalla brezza mattutina.
Oh che godere a falciare il succoso nettare.
Oh che premio pieno che trabocca i calici assetati.
Ingorde le gole che trangugiano il fecondo sangue.
Avide le bocche a dilaniar le carni.

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Di prossima pubblicazione su “Pallina ed i Sarvanot - Il Sacro Casto” ultimo capitolo della saga.

Martedì, 11 Febbraio, 2025

Stanno uccidendo i Sogni (lo spettatore).

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Stanno uccidendo i Sogni (lo spettatore).

Cammino,
cammino in silenzio tra la gente, per non disturbare i loro pensieri.
A fianco di molti ho costruito la mia vita. Gli altri il tempo, ha fatto ombre.
Sempre più silenzioso avanzo e vedo ogni cosa perdere colore. Vedo gli altri, perdere colore.
Come da una tela imbrattata dall’acqua, i rivoli di colore si perdono.
Li vedo scolorire piano piano e divenire sempre più silenziosi…
Mentre fuori, il mondo mantiene le sue vivaci luci,
mentre in alto un falco si libra in volo,
io, solo, mi lacero gli occhi.
Non vedi lo scorrere del tempo?
Come tutto appare trepido di luce mentre corri?
Oppure ti richiudi e ti fai triste la sera all’incipiente notte?
Veleggi tra le note orchestrate che ti penetrano e poi ti trasportano.
Lontano tra le braccia di un tempo che tu, hai creato.
Lo stesso ritmo, pian piano ti trascina via.
E ti fa avanzare lentamente tra le mie braccia,
imbrigliandoti a me con infinita compiacenza.
E allora come un giovane cavaliere in sella ad una moto, corri.
Corri verso un tempo, che è allo stesso tempo, preda e cacciatore.
Poi la musica prosegue, divenendo a un tratto la stessa, ma grigia, uguale.
E tu con ogni briciolo della tua forza, non vuoi allontanarti via da essa.
Non vuoi cambiare la melodia.
Non vuoi ucciderla.
Non vuoi stravolgerla.
Ma infine la riavvolgi ed una nuova crei.
E ancora alla fine anche tu perdi colore e divieni grigio.
Come gli altri.
Come vuole diventare il mondo nuovo.
Solo che ora, anche tu, lo vuoi.

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Lunedì, 10 Febbraio, 2025

Addio.

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Addio.

Vedi oh mio capitano,
io vedo la nave che mi porta via da qui.

E’ come se vedessi con gli occhi miei,
la morte, lontano, che ha paura di dire sì.

E forse è un miraggio,
o forse solo un sogno,
ma non so che m’ importa di me.

E sento le urla disperate del gabbiano,
che è venuto, proprio qui,
a morir nel mare.

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Pubblicata in “Cronospazio” edizioni Etabeta 2023
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Domenica, 9 Febbraio, 2025

L’Universo.

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L’Universo.

L’universo, il nostro universo è un’immersione in simboli.
Simboli che danno Speranza.
Simboli di rettitudine. Di Beltà. Di appagamento e concupiscenza.

- Ogni albeggiare ti aggrappi ad essi viandante. -

E poi, vi son anche quelli di oppressione. Di crudele astinenza.

- O quelli che ti fan credere la vita beata e poi soffocanti ti spengono. -

E in effetti errante vagabondo nella tua Mente null’altro è presente.
Solo un’illusoria metafora di simboli insignificanti.

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Venerdì, 7 Febbraio, 2025

Disumanizzazione parte terza.

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Disumanizzazione parte terza.

Vi sono aspetti così negativi della disumanizzazione che non possono essere ignorati. Aspetti che coinvolgono ciascuno di noi e che, se ignorati, ci avranno così modificato nello Spirito da farci perdere la nostra stessa Anima.
Mi voglio riferire in particolar modo all’indifferenza ed alla rassegnazione.
Accade così che accadimenti o dichiarazioni che dovrebbero suscitare in ognuno di noi sdegno, raccapriccio e rabbia ed infine ribellione, siano lasciati scivolare sulla nostra pelle e come risultato ci lascino quasi del tutto indifferenti.
Purtroppo oggi abbiamo una casta giornalistica per lo più venduta, schiava di interessi dei potenti o dei facoltosi, completamente asservita agli interessi dei grandi gruppi industriali ed economici. Che prende e distorce i fatti, li piega a narrazioni precostituite od addirittura li minimizza o tacendone li nasconde.
Per non parlare della classe politica totalmente adagiata sulle medesime posizioni, anch’essa schiava, comprata o ricattata.
Vi possono essere prese di posizioni contrapposte, ma finalizzate unicamente a convincere che vi siano poli in lotta tra loro quando che invece perseguono i medesimo obiettivi.
Quante e quante volte si è assistito a proclami ed enunciazioni poi completamente ritrattati e negati una volta conquistate le posizioni di potere.
Oltretutto posti come siamo in un recinto in cui ci vengono impediti i movimenti in ambito economico, monetario, sociale e culturale. Completamente succubi di una così detta comunità europea che persegue fini che non sono assolutamente quelli del benessere dei popoli, ma solo quelli dei “padroni del vapore”. Per non parlare poi del nostro ruolo che ci rende di fatto una colonia statunitense.
Queste sono le nostre condizioni di partenza.
Condizioni che però non giustificano il nostro essere imberbi e passivi nell’accettazione di ogni orrore.
Con un moto di soddisfazione ho accolto il risultato delle recenti votazioni negli stati uniti. Non perché nutrissi un qualche tipo di simpatia per il vincitore, anzi tutt’altro.
Ma le reazioni di panico e disperazione che avevano attraversato l’universo dell’informazione così detta main stream e della politica, avevano suscito in me una soddisfazione profonda.
Questo era stato un evento talmente dirompente che avrebbe potuto scombussolare le finalità liberticide repressive del pensiero così attive con la precedente amministrazione ai vertici della casa bianca.
E’ così infatti è stato, per lo meno in ambito della libertà di espressione. Tutta l’impalcatura costruita per impedire che chi avesse avuto una visione del pensiero diversa da quella ufficiale e propagandata venisse censurato, nascosto e represso, in un colpo è crollata.
Ma vi rendete conto?
Si è accettato che esistessero figure che potessero sentenziare sulla bontà delle cose che venivano dette, i cosiddetti professionisti dell’informazione e poi i famigerati “fact checker”.
Che non hanno fatto altro che umiliare la realtà, distorcerla, censurarla e negarla.
Sui principali social media era VIETATO nominare certi argomenti o citare certe parole ed in parte lo è tutt’ora. Pena censura, sospensione ed infine espulsione.
Per non parlare di tutti gli sforzi che sono stati fatti, per lo più nel mondo occidentale, per reprimere negli ultimi anni le libertà individuali, imponendo di fatto trattamenti sanitari obbligatori, coprifuochi e limitazioni di movimento ed addirittura di libera manifestazione!
E vogliamo anche citare di sfuggita tutta la pomposa propaganda ed i provvedimenti presi su questo assurdo, finto, ipocrita “green”?
Si può comprendere quindi il mio giubilo?
Ma sono stato sempre consapevole che il nuovo inquilino della casa bianca rappresentasse solo l’altra faccia del male.
Forse un male meno inverecondo e attuato meno pesantemente, ma pur sempre un male.
Ed oggi ha manifestato tutto il suo orrore ed il suo volto orribile con le ultime dichiarazioni del nuovo presidente.
Nel mondo oggi stanno avvenendo enormi atrocità. Non voglio essere melodrammatico. Nella storia dell’uomo si sono sempre purtroppo verificate. E nonostante oggi ci proclamiamo più evoluti e civili, di evoluto e civile non abbiamo una bene amata cippa.
In questo ultimo periodo siamo stati testimoni di un vero e proprio GENOCIDIO. Realizzato con ogni mezzo atto ad uccidere, mutilare e devastare una popolazione inerme composta per lo più da bambini.
Un GENOCIDIO giustificato da motivazioni che non ho nemmeno idea siano reali per tutta una serie di cose accadute che lasciano per lo meno perplessi.
Ma che stiamo scherzando?
Esiste comunque una motivazione valida per potere perpetrare un GENOCIDIO?
Si può dare liceità di attuazione di un abominio simile con una qualunque giustificazione?
Io rabbrividisco solo a questo concetto.
Un popolo che è stato oggetto di simili atrocità nel passato ora esegue le stesse azioni su un altro popolo inerme.
Sotto lo sguardo silenzioso e complice di giornali, tv, media, politici di un parte e dell’altra.
TUTTI complici con il loro silenzio per quanto sta accadendo.
Nell’ipocrisia più conclamata da parte di tutte le cariche più alte dello stato, TUTTE a loro volta complici di tali atti, nel fornire mezzi e sostegno.
E soprattutto silenzio.
Ed ora, l’altra faccia del male, appena insediata sul trono statunitense cosa propone?
Propone né più che meno che una DEPORTAZIONE di un intero “sfortunato” popolo.
Definito davvero incredibilmente così: “sfortunato”.
SFORTUNATO?
Ripeto SFORTUNATO?
Non oggetto di vessazioni, privazioni, morti, mutilazioni, torture.
No.
SFORTUNATO.
Per poter fare cosa poi?
Costruire una nuova terra, con alberghi, resort, campi da golf su un mare immacolato.
Un mare ed una terra intrisi di sangue rosso.
Sangue di innocenti e vorrei ricordarlo, di bambini.
Nel silenzio imbarazzato di un mondo occidentale falso e ipocrita che che in quella parte ripugno.

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Mercoledì, 5 Febbraio, 2025

Disumanizzazione parte seconda.

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Disumanizzazione parte seconda.

Sento il bisogno di fare alcune precisazioni su ciò che intendo come disumanizzazione.
“Svuotamento della vita umana da ogni spiritualità e senso morale e quindi da ogni dignità.”
Questo è il significato del termine secondo il dizionario Oxford Languages.
In effetti, è ciò che si avvicina maggiormente a processi in atto nel nostro mondo contemporaneo: un mondo nuovo, proteso verso la sostituzione del nostro spirito con feticci algoritmici (vedasi l’intelligenza artificiale) ed impianti elettronici e biomeccanici (vedasi la voce transumanesimo).
Il tutto però sagacemente orchestrato dai più “sani” principi neo-liberisti e neo-capitalisti.
In somma sintesi finalizzato all’ottenimento di un essere quasi umano totalmente mansueto, asservito e domesticato, un ibrido uomo-macchina le cui facoltà intellettive superiori sono “indirizzate” da una intelligenza artificiale esterna alla coscienza che è in grado persino di controllarne il corpo.
Per interessi terzi atti ad accentrare immensi ed impensabili capitali nelle mani di pochissimi soggetti. Che ovviamente sapranno magnanimamente amministrare e dirigere l’umanità tutta in vece sua e per il suo stesso bene.
Mi si potrà fortemente criticare per questa visione, nella mente dei più proiettata verso un futuro lontano ed improbabile.
Ma sarebbe davvero un futuro così remoto ed irrealistico?
Ricordiamoci che i processi possono avvenire anche per piccoli passi impercettibili, abituandoci gradualmente ad idee estreme fino a rendercele familiari, talmente tanto da darle ormai per scontate quando saranno già parte integrante della nostra realtà.
Quindi non bisogna fare crescere le coscienze, soprattutto non emanciparle. E’ indispensabile farle rimanere in recinti ben sorvegliati, dove i pensieri siano debitamente indirizzati e facciano parte di un unico movimento, sì magari siano permesse anche alcune sfumature ma nulla di più.
Ne ho avuta ulteriore contezza proprio oggi.
Il palcoscenico è un negozio de la Feltrinelli. Sì negozio, non libreria. L’attore principale è costituito dalla responsabile dell’attività, un’attempata signora.
Lo svolgimento del dramma avviene nella più piena cordialità e gentilezza.
Faccio il mio ingresso con il proposito di proporre alcune mie opere letterarie in conto vendita presso di loro per poter farmi un pochino di pubblicità e permettere al pubblico di conoscermi meglio.
Ottengo un diniego, gentile e garbato, che lì per lì non mi fatto riflettere molto, capita spesso ed è una cosa del tutto normale.
E’ stato invece il prendere coscienza delle motivazioni che mi ha lasciato interdetto, smarrito e con una grande tristezza nel cuore: “Non prendiamo in giacenza opere di autori. Proponiamo ai clienti le opere che più sono pubblicizzate e che hanno una più ampia tiratura commerciale, quelle delle case editrici più affermate, degli autori più conosciuti. Se poi proprio qualcuno ci fa espressa richiesta di un altro testo che qui non abbiamo allora lo possiamo anche ordinare.”
Ripeto la cosa sul momento mi è parsa del tutto normale e quindi non ho trovato nulla con cui controbattere o di cui disquisire.
Arrivato sulla soglia ho avuto un’improvvisa presa di coscienza sul senso delle parole che erano appena state espresse.
Parole che non sono state esattamente quelle, ma il cui significato del detto e del non detto era proprio quello.
Si capisce quello che intendo?
Se uno scritto è supportato da un apparato promozionale perché esprime valori o disvalori accettati e condivisi dai grandi soggetti editoriali o da coloro che vogliono indirizzare il pensiero collettivo e spingere su certe concezioni esistenziali allora viene proposto al pubblico; altrimenti deve essere annichilito e celato.
Nemmeno ho intenzione di nascondermi dietro ad un dito. Posso assicurare che esprimo questa rimostranza non perché offeso o vilipeso. Oppure perché ferito nell’orgoglio di scrittore e narratore. E nemmeno per vanità ferita.
Esprimo invece questo rammarico con tristezza e con la consapevolezza di osservare la peregrina direzione che l’umanità sta prendendo.
Posso anche comprendere le motivazioni contingenti che hanno spinto la responsabile di quell’attività ad esprimere quelle parole. Di sicuro ha la necessità di dover far quadrare i conti. Nel negozio vi erano dei dipendenti a cui di sicuro è corrisposto uno stipendio. E tra affitto, utenze e mille spese e una marea di tasse non si potrà concedere il lusso di azzardare proposte poco commerciali.
Lo posso ben capire.
Tuttavia, conservo un vivido ricordo delle librerie in cui una volta entravo. Colme, anzi, stracolme di volumi pigiati gli uni sopra agli altri su una miriade di scaffali. In cui non si riusciva nemmeno a stabilire una suddivisione precisa per genere o autore e spesso si trovavano strane commistioni di categorie diverse. Ed io alla ricerca di qualcosa che mi intrigasse mi facevo passare tra le mani un volume dopo l’altro.
E spesso, molto spesso, portavo a casa un tesoro sconosciuto che alla sua lettura mi apriva orizzonti nemmeno mai immaginati. E quante volte sono stato colpito da pensieri nuovi ed inaspettati. E che mi hanno mostrato mondi che poi mi hanno formato e cresciuto.
E ora?
Ora in questi “negozi” vi è un unico colore. Anzi un unica tonalità di grigio. Magari ancora con qualche sprazzo inaspettato di colore, ma ove per la maggior parte vi è uniformità di pensiero.
Si deve venir bene educati e domesticati.
Vi è un’ampia varietà tra cui poter scegliere.
Però solo fra ciò che è approvato e consentito.
Per l’amor del cielo, tra opere di sicuro eccelse e lodevoli.
Ma solo tra quelle.
Dove magari un nuovo ed impossibile pensiero, e fosse per di più rivoluzionario, non è né ammesso e né consentito.

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Giovedì, 30 Gennaio, 2025

Disumanizzazione.

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Disumanizzazione.

Mi è tornato alla mente proprio oggi.
Mentre parlavo.
Avevo già pensato di discorrerne…
Sempre a proposito di Mondi…
Della freddezza, del gelo, del distacco dall’essere umano.
Qualche settimana or sono, dopo anni, ho rimesso piede in un supermercato “ipercoop”.
L’impatto immediato ricevuto è stato quasi di shock non appena varcate le soglie dei tornelli.
Mi ha colto una freddezza e un senso di distacco e non umanità.
Come fossero luoghi lontani da ogni senso dell’essere umano.
Grandi spazi, in cui le merci (incredibilmente) apparivano lontane. Nonostante vi fossero una quantità incredibile di merci, tutto appariva come posto ad enormi distanze
Luci fredde erano disposte in modo da dare proprio la sensazione di un luogo gelido e perduto. Atte a rendere isolato ogni frequentatore, perso in un viaggio interiore fatto di solitudine ed angoscia. Sì una delle sensazioni indotte era proprio questa, un’inquietudine che spingeva alla fuga.
Freddo, impersonale, estremamente ben organizzato dove i prodotti erano disposti ben impilati ed ordinati. Né una sbavatura, né un pelo fuori posto. Ogni cosa collocata bene in ordine là dove era stato progettato dovesse essere. Tanto da impedire quasi di riuscire a trovare quelle cose cercate.
Distaccato, ogni cosa era presentata per poter essere colta, ma quasi a voler comunque mantenere le distanze. E mi accorsi forse per tenere sé stessi staccati dalla propria coscienza.
Lontano, lontano da ogni possibilità di poter ristabilire un equilibrio naturale. L’apice è stato raggiunto infatti al momento del pagamento, alle casse. Quasi tutte totalmente automatizzate; le poche dove ancora era presente una cassiera, la poverina era stata posta all’interno di una gabbia in plexiglas e per evitare ogni anche accidentale contatto umano, in caso di pagamento in contanti (ancora magnanimamente concesso), questo era eseguito attraverso una cassa automatica (e poi perché disdegnare il vantaggio di pagare meno il personale togliendo l’indennità di cassa altrimenti obbligatoria?).
Deserto, nonostante vi fossero molti clienti ognuno alla ricerca del proprio qualcosa. A vagare quasi come zombie in una landa spoglia e sterile. Zombie alla ricerca della propria vittima, completamente ignari degli altri come loro.
Impersonale, ogni cosa era organizzata per mantenere lontananza tra i presenti, quasi ci si potesse contaminare se troppo vicini (memoria di un recentissimo passato orribile in cui le coscienze sono state compresse ed annichilite).
E proprio da questa ultima considerazione hanno avuto origine i pensieri seguenti.
Un disegno, un disegno orchestrato a far perdere la parte di noi che ci rende umani.
Tanti bei manichini ubbidienti chiusi ognuno nel proprio guscio, guscio atto ad impedire si possa anche inavvertitamente entrare in contatto con un altro come noi.
Manichini che a scatti si muovono, ciechi ed ancora ubbidienti, ignari del mondo fuori alla loro bolla.
Ignari della bellezza della realtà del mondo, ormai precluso perché completamente disumanizzati.

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Mercoledì, 29 Gennaio, 2025

Incastrati.

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Incastrati.

Incastrati in una vita di cui non sono definiti i contorni.
Questo potrebbe apparire ad un osservtore esterno se si soffermasse ad ammirare la nostra vita, la vita di tutti.
Ho sentito spesso fare affermazioni del tipo: “Siamo presenti in una realtà che è una matrix…”
Matrix? Quale matrix?
Come se l’intero nostro mondo fosse una rappresentazione teatrale diretta chissà da quali soggetti.
Degli dei?
Degli alieni con tali e sofisticati mezzi tecnologici da averci immersi in un mondo totalmente costruito?
O cos’altro?
La verità è che non conosciamo nulla della nostra esistenza.
Ne abbiamo solo una piccola, parziale e distorta rappresentazione generata dalla nostra mente.
Ed il punto è proprio questo.
E la nostra mente ad aver costruito il mondo nel quale crediamo di essere l’attore principale.
E’ solo un artificio.
Tutto ciò che crediamo di sentire, toccare, vedere, percepire, odorare, gustare, intuire, in verità è appunto solo una credenza.
Ma è persino peggio di così.
Per quanto tempo durante l’arco della giornata siamo coscienti di noi stessi?
Quanti attimi abbiamo consapevolezza che in quell’attimo esistiamo e stiamo pensando?
Dieci ore?
Due ore?
Quaranta minuti?
Tre minuti?
Dieci secondi?
A volte credo persino nemmeno un frammento di secondo.
E allora?
Bhe allora uno scenario come quello che rappresento appunto nel libro “Il Mondo di mezzo.” potrebbe apparire del tutto realistico…

Lunedì, 27 Gennaio, 2025

Nel Mondo di sopra.

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Nel Mondo di sopra.

Di nullo valore l’apparir del Sole.
D’incantate facezie parea la vita.
Come d’altro canto appare vago l’approssimar del desio.
Incestuoso il Tempo con i suoi figli traditi.

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Sabato, 25 Gennaio, 2025

L’Oblio non può essere eterno.

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L’Oblio non può essere eterno.

Non ti scordar di chi eri.

Di quando nacqui, di quando poi crescesti.

Non dimenticare dei primi segni, del Mondo giovane.

Non allontanare ancor dalla tua mente le prime voci, dense di parole.

Non ti scordar di chi primo impresse nella tua mente i primi Sogni…

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